LOU REED: caveat
censor
Negli scorsi anni ‘80 una visita nei negozi di dischi usati
nel nord America alla voce Lou Reed (o a quella Velvet Underground)
frequentemente conduceva a un dato inequivocabile: numerose copie di Metal Machine Music invendute.
La stupida leggenda vuole che nessuno lo avesse mai
ascoltato per intero.
Non è vero.
Lo hanno ascoltato in tanti.
Io e il mio amico GG ascoltavamo il D-side dopo la
mezzanotte, mentre lui finiva di prepararsi per un after-hour o simile (io avevo l’auto e passavo a prenderlo).
Il quarto lato della edizione USA perché la traccia è un endless groove.
A parte la mia copia USA in vinile, nel tempo ho comperato tre edizioni in CD di Metal Machine Music, l’ultima (forse è un
DVD audio) quella santificata da Lou Reed.
Il che significa che esiste mercato per Metal Machine Music ed infatti esiste
anche una versione dal vivo.
Ecco allora che nell’ambito del “simpatico gioco del
recensore censore solo quando rischia poco” in queste settimane certa stampa
non specializzata stronca Lulu album
di Lou Reed cum Metallica.
Non lo ho ancora ascoltato, però temo che qualche piccolo
pregiudizio da sindrome di Metal Machine
Music sia in agguato.
La conclusione è agevole: fidatevi, seppure non del tutto,
solamente di coloro, critici musicali, che in parte condividono i vostri gusti
musicali.
Certo qualcuno dirà che non è facile far risorgere Lester
Bangs. Allora non leggete le critiche.
Steg
© 2011 Steg, Milano, Italia.
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