“FAN CLUB”: A PROPOSITO DI THE DAMNED
“Well you send me pretty flowers/While I’m slashing my wrists” (“Fan Club” di Brian James)
Non sono mai stato un fan di The Damned ([1]), però il loro album di debutto è un monumento dell’epoca.
Ma cominciamo dal loro nome: nessun punk band wagoning, bensì il riferimento a La caduta degli dei di Luchino Visconti, che per il pubblico anglosassone diventa, appunto, I dannati.
Quindi i quattro non sono degli ignoranti.
Poi l’incipit di “New Rose”, singolo d’esordio ([2]): “Is she really going out with him?” (che nella versione della John Peel Session diviene “Are we really 65 in the charts?”): un tributo alle Shangri-Las ([3]) completamente spiazzante rispetto all’intera canzone.
Arriviamo quindi a Damned Damned Damned.
Senza recensirlo a fondo 34 anni dopo (non ne vedo l’utilità) sottolineo due canzoni assolutamente atipiche per il loro andamento quasi pacato: la pressoché dolorosa per la lucidità di liriche “Fan Club” rispetto all’artista che non è come appare (qui mi sovvengono anche gli Ultravox! di John Foxx) e la quasi pre-antziana, per tematica, “Feel The Pain”.
Il disco non ha mai un momento di stanchezza e, dopo canzoni difficili da pogare per la loro velocità, si conclude con un omaggio a The Stooges: “I Feel Alright”.
In sintesi, è da riconoscere la grandezza compositiva di Brian James (ma del resto arrivava dai London SS. A buon intenditore) e la sicura capacità artistica del resto del line up: Dave “count” Vanian, Captain (‘oh captain!’?) Sensible e Rat Scabies (the band is as good as its drummer; comunque egli è un altro passato per i London SS).
Ovviamente non vi biasimo se – proprietari di copia dell’album ([4]), sopratutto quella con il back-cover mispressing (si torna alla raccolta di farfalle) – avrete smesso di leggere dopo le prime righe.
“I’d better go/Or it will be too late” (“New Rose” di Brian James).
Steg
© 2011 Steg, Milano, Italia.
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[1] Ed infatti scambiai il mio biglietto (credo n. 001 o 002) del concerto dell’aprile 1980 al Teatro Orfeo di Milano con Tony Fisher in cambio di un manifesto del medesimo concerto. Del resto, assistetti a quell’esibizione in pieno rispetto del mod dress code.
[2] Bella copertina alternativa nella versione francese.
[3] Riferimento in seconda battuta alle New York Dolls.
[4] Danny Van Leech are you there?
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