BACK TO MONO?
(caveat
listener)
Molti anni fa
EMI pubblicò un cofanetto, uno dei primi, di grande pregio: si intitola(va)
come questo post, conteneva un’antologia in 3 CD di produzioni di Phil Spector:
raro caso di produzione artistica e d’impresa (per essere precisi in termini
giuridici), e un quarto CD con il suo impareggiabile ([1]) A Christmas Gift For You from Phil Spector.
Tengo molto a
questo “prodotto” ([2]).
La potenza
sonora mono è ineguagliabile per il “produttore dei produttori”.
Il ritorno al suono
monoaurale nelle riedizioni degli ultimi anni non è un dono divino.
Dovete pensare
invece a logiche commerciali che in passato si incontravano e scontravano con
progressi tecnologici, mentre oggi possono essere riproposte versioni diverse senza
compromessi sacrificali.
Il quadrifonico
di Quadrophenia (ma non solo) è l’epilogo
di anni di ibrido con album pubblicati prima in mono e poi in stereo, quindi altri
editi in contemporanea in mono e in stereo e, infine altri realizzati solo in
stereo ma con residua edizione in mono per coloro che non si aggiornavano
ancora.
Seguirono gli
scempi delle edizioni in MC7 e Stereo8 che non accontentavano altro che una
fruizione veloce e senza pretese (come i mangiadischi che distruggevano i 7” ).
Sul fronte degli
LP le “aste” (buone anche per i singoli) che facevano cadere un disco dopo l’altro,
uno sull’altro, soddisfacevano un ascolto pigro ([3]) e
ondulavano il vinile.
Dal pentimento e
dalla coscienza che il mercato ormai è diviso in due, ecco invece da qualche
anno i produttori di fonogrammi offrire agli acquirenti ogni “canale”
disponibile.
Anche perché,
qui sta il dato interessante, non solo ciò che nasce monofonico suona meglio
come tale, ma certe volte le versioni sono proprio diverse – anche per durata
se si passa da una registrazione all’altra – se si passa al “canale destro
diverso dal sinistro”: non è cioè un problema di masterizzazione ma di
missaggio ed edizione delle tracce.
Dove non può il
canale può o potrebbe talvolta almeno la scelta di chi “confeziona” il tutto:
ecco allora che il missaggio di David Bowie su cui per anni si sputa, diviene
prezioso e forse meglio di quello di Iggy Pop. Cosi Raw Power torna alle origini.
Peggio per i
Velvet Underground: qui fra mono, stereo, missaggi alternativi e da “sgabuzzino”
([4]) ci
si sbizzarrisce ogni manciata di anni. Non finirà mai.
Nulla di nuovo ([5]) ma
magari uno spunto di riflessione.
Il fatto è che
pani e pesci non si moltiplicano.
Si può gioire o
soffrire su una riedizione e pensare anche al cinismo che porta a vendere anche
separate le edizioni stereo degli album di The Beatles e solo in cofanetto
quelle mono. Lemmy Motörhead preferisce le prime, ça va sans dire ([6]).
Ma appunto
presti attenzione anche l’ascoltatore, senza incolpare, acriticamente, il venditore
per una riedizione ([7]) che
lo ha lasciato con l’amaro in bocca.
Let the buyer be aware.
Steg
©
2012 Steg, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte di questa opera –
incluso il suo titolo – e/o la medesima nella sua interezza può essere
riprodotta e/o archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o
riprodotta e/o archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in
ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] I
punk credono a Santa Claus.
[2]
L’edizione formato 12”
conteneva anche un badge. Poi esso fu
ristampato in angusto formato poco superiore a quello di un CD. Accadde anche
per The Clash On Broadway.
Scempio anche per le
riedizioni dei cofanetti contenenti le session
complete degli album di Miles Davis, quelle quasi tutte con la iniziale costola
in metallo.
[3] O da
feste languide che purtroppo non finivano in scazzottate contro i crusher come in Big Wednesday!
[4] Il cosiddetto “closet mix”, appunto.
[5] Un post tranquillo, per variare.
[6] Per i
lettori di La Repubblica è in corso la vendita di una bella minestrina
riscaldata, entusiasmante come le enciclopedie vendute porta a porta: otto
volumi della mia UTET a sostenere le mie casse del mio primo stereo.
[7] Yours blogging truly attende comunque
quella dei due album dei Decibel, soprattutto in quanto stanco di citarli a
lettori che faticano, credo, a reperirli; cui ormai seguono a ruota anche
quelle dei primi due album solisti di Enrico Ruggeri.
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