Da Nirvana Now a Apocalypse Now: creazione di Milius a fine anni sessanta (immagine tratta dall'intervista citata nel testo e di cui non dispongo dei crediti) |
JOHN MILIUS
(Sketches
Series – 18)
Le paratie non
ci sono: avevo cominciato a scrivere su Dennis Hopper, e mi vedo costretto a
cominciare a scrivere anche su John Frederick Milius.
Di John Milius
in effetti i sinceri democratici parlano poco, quando ne parlano ne parlano
male, cercano conforto nel fatto che lui si dichiari “zen fascist” e nella circostanza che “Apocalypse Now mostra le follie della guerra” ed è “una creazione
di Francis Ford Coppola” (più digeribile come persona: sua figlia Sofia
“piace”, lui produce del buon vino ([1])).
Per il resto, l’uomo e sceneggiatore e regista viene condito via come un amante delle armi (e
Ernest Hemingway?) e un maschilista.
Magari qualcuno
nega anche di avere visto il film Big
Wednesday, una delle sue opere più importanti.
Allora
precisiamo: John Milus si dichiara “zen anarchist”; in un’intervista
audiovisiva ([2]) di quasi 50 minuti
Francis Ford Coppola gli riconosce tutta la creazione di Apocalypse Now; Coppola e Steven Spielberg sono suoi amici; altro piccolo
dispiacere per i “correttini”, Walter Sobchak, personaggio de The Big Lebowsky, è amichevolmente
costruito su di lui da Joel e Ethan Coen.
Ma soprattutto:
John Milius è ebreo.
Bear in Big Wednesday “è” Milius.
John Milius
smentisce il luogo comune (non infondato) del nordamericano che ignora la
cultura classica: Omero è un autore di riferimento per lui.
Heart of Darkness lo lesse a 17 anni e
per lui quell’opera di Joseph Conrad fu una sorta di visione, tanto da fargli decidere
di non rileggerla più, nonostante le conseguenze.
John Milius è
ancora vivo, un infarto lo ha colpito nel 2010 e poi un cancro al pancreas ma si
è rimesso abbastanza per camminare, tirare al piattello e riprendere il suo
progetto cinematografico su Gengis Kahn.
Per il resto,
fatevi anche voi i compiti.
Andate a
leggervi http://www.ign.com/articles/2003/05/07/an-interview-with-john-milius?page=1
e, se non vi basta, cercate (e compratevi) il documentario (Man Myth Legend) Milius realizzato da Joey Figueroa e Zak
Knutston.
Steg
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medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Che
gli operai non possano permetterselo è un dettaglio trascurabile, ma del tema
mangiare e bere “bene” (cioè costoso) come se un minatore avesse il reddito di
Bono Vox non intendo occuparmi in questa sede.
[2] In rete si trova solo una
versione con sottotitoli in Tedesco (il parlato è in Inglese) senza riferimenti
di data. Si intuisce che si sia nel
periodo della versione “Redux” del film.
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