CERCATE
IL RAGAZZO DD ([1])
(Parigi,
rock ‘n’ roll, punk, cultura e quasi Jacno)
“Rockänroll
est plus révolutionnaire que la Revolution.
“Rockänroll
baise cinéma théâtre littérature peinture”
(Daniel Darc)
Quando Daniel
Darc (pronuncia “dark”) morì nel 2013 ([2]) a
poco meno di 54 anni, scrissi ([3]) un post commemorativo sulla morte di molti
artisti francesi ([4]); concludevo le mie righe con
lui e mi allineavo alla causa di morte indicata da Le Monde.
La causa di
morte è, in parte, stata rettificata, in quanto in seguito si è evidenziata la
circostanza che un edema polmonare avrebbe potuto essere il fattore fatale.
Non avevo però
errato nel prevedere un costante interesse per questo personaggio poliedrico e
discusso e volendo discutibile, anche al di fuori della musica.
Quattro biografie
(di cui una con la forte partecipazione di Darc medesimo: un libro di
interviste che doveva finire in un altro modo evidentemente) ([5]), un
album fonografico di studio cui egli stava lavorando e contenente anche delle
canzoni più o meno “finite” ([6]) sono
stati le prime uscite.
Per quei tre che
dopo aver letto prenderanno la briga di verificare i paragoni: se Bashung è
nello stile Rue de Verneuil ([7]) dannunziano
di Serge Gainsbourg, Darc è in quello opposto della barba lunga e dei postumi
alcoolici sempre di Monsieur Ginzburg: c’è un incontro fra i due epigoni immortalato
dalla televisione nel 2004 ([8]).
Mi ha colpito un
breve periodo, entro un’intervista di circa 34 anni fa rilasciata da un giovane
Darc ([9]): “Ho letto Jerry Rubin perché ho letto un
articolo di Patrick Eudeline che …”, “se
leggo Malraux è grazie al rock”, “se un
giorno ho accettato di vedere un film di Godard è perché Patti Smith aveva
detto che era splendido”.
E poco dopo: “le
punk a été, enfin, la première chose pour la quelle nous étions prêts a mourir”
([10]).
Familiare, vero?
Senza il punk e il rock ‘n’ roll saremmo più ignoranti, noi. Indipendentemente
dal titolo di studio ([11]).
Per gli amanti
di Parigi carte postale, si rammenta
anche come la città sia considerata da questo Taxi Girl essenzialmente come un
terreno di caccia, per attività lecite e non ([12]).
I Taxi Girl: eh
sì, perché la storia comincia con un gruppo di ragazzi (da quintetto a trio per
ragioni diverse ([13])) che,
la storia ormai è nota e ripetuta, per aver concesso dignità anche alle
tastiere ([14]) sono stati subito
classificati leggeri, pur essendo di annata 1978.
Daniel si rasoia
gli avambracci al Palace, durante il concerto parigino dell’11 dicembre 1979 in cui loro “aprono”
per i Talking Heads. Una “ragazzata” a suo dire, ma si tatua a nero
l’avambraccio destro salvo la zona della lunga cicatrice.
Sempre in tema di street credibility: “ Je
portais l’étoile jaune et, à la place de ‘Juif’, je mettais ‘Punk’ dessus. Je
portais ça sur scène mais je la portais dans la rue, c’est ça qui me semblait
important. C’est facile de porter ce que tu veux sur scène. Mais après ? On avait une réputation avec Taxi Girl : on
était les seuls qui se changeaient ‘à l’envers’ pour aller sur scène.
C’est-à-dire qu’en fait, les autres arrivaient et mettaient des perfectos sur
scène… Et puis il sortaient de scène et ensuite, ils remettaient leurs
costards, leurs conneries, leur machin… Et nous, c’était le contraire parce
qu’on s’habillait rouge / noir parce qu'Alexis était stalinien, ce qui était
aussi provoc’. Dès que je sortais de scène je remettais mon perfecto, avec mes
badges…” ([15]).
E poi il peccato
di aver avuto successo con “Chercher
le garçon”, autentico tube ([16]) da
300.000 copie del 1980 ([17]), è
mortale.
O no? Perché in
Francia, le campane sono due ([18]), e
nella capitale anche di più. È una storia già più volte oggetto di miei schizzi,
questa volta sotto quel moniker ([19]) assolutamente
efficace e ambiguo delle “jeunes gens
modernes” ([20]) che si ritiene elaborato
dalla rivista Actuel ([21]).
“Aussi belle qu’une balle” (1986): un
omaggio a Pierre Drieu La Rochelle ([22]) sul
riff di “Spanish Bombs” ([23]), “V2 sur mes souvenirs” (1981 circa):
titoli ambivalenti come si legge ([24]).
Atipica parabola
quella dei Taxi Girl: tuttora amati e ricercati nelle loro diverse formazioni,
ma senza una antologia completa disponibile e mai ristampati ([25]).
Dopo? Dopo Darc
cavalca e striscia da solo ([26]).
Cantando quasi
esclusivamente in lingua francese e non capendo quei Francesi che cantano in
Inglese, spesso per cantare insulsaggini senza che ciò sia evidente.
Album d’esordio
(dovevano essere solo due canzoni), Sous influence divine, nel 1987
con produzione artistica dell’amico Jacno ([27]) con
cui poi romperà i rapporti. E pensare che non solo condivisero più di un mese
intero ma (come ricorda Daniel in un documentario dedicato a Monsieur Quillard
([28])):
entrambi conoscevano a memoria “My Generation” di The Who e “ça
suffisait” e che il suo amico e produttore fosse il solo, oltre a
lui Daniel, a capire in Francia cosa significhi una chitarra (elettrica)
ritmica.
Ma come già
osservato da molti, questo e i successivi due sono tutti “dischi” per pochi
ascoltatori: e sono 3 in
7 anni ([29]).
Quindi la vita
personale scavalca quella artistica e molto nella seconda si ferma. Fra
l’altro, e senza mai nascondere l’evento, Darc sconta qualche settimana di
carcerazione preventiva all’inizio del 1990 con l’accusa di spaccio di eroina
(di cui notoriamente fa uso anche all’epoca).
Dieci anni senza
un album e nel 2004 Crèvecœur che
letteralmente vede la sua seconda nascita artistica e gode di buon successo di critica
e di pubblico.
Convertitosi al
protestantesimo intorno al 2008,
in una trasmissione televisiva precisa che più che la
religione è dio che gli interessa.
Del 2008 l’album
Amours suprêmes ([30]),
nel quale c’è anche lo spazio per un duetto con Bashung … in Inglese.
Ultima fatica
musicale ([31]) da vivo è l’album di
studio La Taille de mon âme nel 2011:
curioso anello mistico-religioso entro un arco di 24 anni.
La copertina è in
bianco e nero, mi chiedo se Darc avrebbe scelto il bianco e nero anche per Chapelle sixteen.
2012:
disintossicazione dall’alcool, concerti ed evidentemente lavoro di studio non
completato.
Daniel Darc in
molte occasioni dichiarò che avrebbe voluto essere romanziere (ha scritto
racconti, qualche collaborazione giornalistica, traduzioni) e si vocifera di un
romanzo incompleto: possibile titolo L’Ange
glacé.
Suo album
preferito: Berlin di Lou Reed,
ovviamente dopo “Elvìs”.
Precisazione: a
Daniel Darc come persona preferisco Jacno, punti di vista comunque fra due
artisti “too much, too soon”.
Steg
un Darc entusiasta (fonte: la pagina Facebook ufficiale) |
POST SCRIPTUM
Mi chiedo come Daniel Darc sia durato “altri” 9 anni.
Ma soprattutto quei 30 minuti scarsi di filmato (nell’edizione con DVD oppure, più economicamente, sperando in You Tube) mostrano un uomo, con un sorriso ancora e nonostante innocente, “ormai”.
Quattro anni dopo nel filmato che accompagna Amours suprêmes (ancora mi riferisco all’edizione con DVD) gli
zigomi sono evidenti e la barba lunga e i ciuffi di capelli ravviati indietro
non promettono molto di sereno.
D’ora in poi sono i filmati, anche impeccabili per qualità ([32]), del
web a restituire un Darc appesantito, stanco dell’esistenza più che del
quotidiano vivere, mi pare.
Altrimenti non ci sarebbe da disintossicarsi nel 2012.
Considerazioni personali.
Steg
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sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] In
realtà nel, sic (ma si veda il mio post: “Comincio a capire i Veneziani (il
bel Paese, i turisti e altro: considerazioni sparse)”), Bel Paese nessuno o quasi
mai si è preoccupato di lui, Daniel Darc.
[2] Il 28
febbraio, nell’11° arrondissement;
era nato nel 14° il 20 maggio 1959. Vero cognome Rozoum.
[4] Dal
titolo “In Francia si muore da artisti (e si può anche venir riconosciuti come
‘grandi postumi’)”.
Mi rendo conto che alla
fine tutti i post sulla scena
musicale d’oltralpe possono essere come la mia – personale – versione di “Frenchy
but chic”: leggendaria rubrica di Rock&Folk
(dal novembre 1979 all’ottobre 1982, notevole l’ultima puntata!) curata da
jean-Éric Perrin, recentemente oggetto di raccolta in un libro dal titolo
omonimo.
Questo post quasi monografico è uno sketch,
nonostante le sue dimensioni (che lo escludono dalla “Sketchese series”).
[5]
Rispettivamente: Tout est permis mais
tout n’est pas utile che raccoglie le interviste dell’artista con Bertrand
Dicale, Daniel Darc, une vie di
Christian Eudeline, V2 sur mes souvenirs:
a la recherche de Daniel Darc di Pierre Mikaïloff e Daniel Darc une vie fulgurante di Christophe Deniau.
[6] Chapelle Sixteen. Ne esiste infatti
un’edizione in doppio CD, per taluni il secondo compact disc poteva anche
essere evitato.
Il gioco di parole sul
titolo, ovviamente ha almeno tre rimandi rock ‘n’ roll significativi: Chuck
Berry, Johnny Burnette e Iggy Pop.
[7] O di
Gainsbarre allo sgabello di un bar del Ritz in Place Vendome.
[9] È
inclusa in una monumentale raccolta video presente su You Tube “Compilation
Taxi Girl – Daniel Darc”, nel canale TonyWhiteJr, di poco meno di 190 minuti
effettivi.
Siamo verso il minuto 31.30” .
[10] Non
traduco data la chiarezza del pensiero, salvo per il sempre difficile da
rendere “enfin”, che a me suona nel
contesto come “finalmente” ma lascio a ciascuno decidere.
[11]
Neanche il “bac” per Daniel.
[12]
Rinvio anche alla loro canzone “Paris”: “Hé
mec ! Mec, comment t’épelles Paris ?/Paris ?/P-A-R-I-S./Non!
non, non, non, non! Paris ça s’épelle M-E-R-D-E”.
Testo completo a richiesta.
[14] Un
Farfisa secondo Pierre Mikaïloff: si cfr. il suo libro del 2008 Chercher le garçon. Ma con le stesse
parole nella premessa al libro di Mikaïloff del 2014 Patrick Eudeline scrive di
una tastiera Prophet 5 della Sequential Circuits.
In realtà da fonte diretta avrebbe ragione Mikaïloff quanto a “Chercher le garçon” e Eudeline sul lungo periodo: si vedano le dichiarazioni di Laurent Sinclair (tastierista del gruppo) nel libro V2 sur mes souvenirs: a la recherche de Daniel Darc alle pagine 85 e 86.
[15] Dall’intervista resa a Lionel Delamotte e pubblicata il 16 febbraio 2004 sul sito Cronic’art (http://www.chronicart.com/digital/daniel-darc-le-garcon-sauvage/).
In realtà da fonte diretta avrebbe ragione Mikaïloff quanto a “Chercher le garçon” e Eudeline sul lungo periodo: si vedano le dichiarazioni di Laurent Sinclair (tastierista del gruppo) nel libro V2 sur mes souvenirs: a la recherche de Daniel Darc alle pagine 85 e 86.
[15] Dall’intervista resa a Lionel Delamotte e pubblicata il 16 febbraio 2004 sul sito Cronic’art (http://www.chronicart.com/digital/daniel-darc-le-garcon-sauvage/).
[16]
Espressione fra l’altro che si attribuisce a Boris Vian, uno degli autori amati
da Darc, che lo impiega due volte in En avant la zizique... et par ici les
gros sous.
[17]
Interessante una sua “revisione” dal vivo del 5 gennaio 2007 al programma
televisivo Taratata, con Darc
accompagnato dai Superbus.
Polemiche nei commenti, ma
è la “linea gallica” (ignota in Italia) per cui i Bijou nel 1978 e poi gli
Starshooter e poi … hanno interpretato Serge Gainsbourg .
Domanda: i Superbus sono
davvero così lontani dai Prozac +? Domanda senza risposta (chi li conosce i
Superbus?).
[19]
Ottima la compilation in doppio CD, omonima, realizzata in occasione della
mostra dal medesimo titolo dedicata a quella scena apres-punk.
[20] Dissento però da François-Xavier Gomez (giornalista di Liberation) che nel 2013 indicava una cesura netta fra queste genti e il punk: come altrove, erano i punk che
andavano via appena arrivarono i finti punk.
Punk:
tutti “borghesi” secondo il garçon, e Darc oltre a ciò aggiunge che egli era punk quando
faceva il roadie per i Guilty Razors
e che lo divenne vedendo una foto di copertina ramonesiana, ma senza aver
ascoltato l’album che conteneva.
Peraltro
Darc rigetta l’etichetta in un concerto del 26 giugno 1979 al Palace, in cui
dedica la canzone “Triste cocktail ” a “tous ceux qui étaient venus voire de jeunes gens modernes
et qui se sont trompés”(si cfr. il
numero 133 di Best dell’agosto 1979).
[21] Ma
questa testata riappare nel novembre del 1979, quindi forse essa rigira
l’espressione derisoria impiegata mesi prima da Darc?
[22] Da
lui letto come Louis-Ferdinand Celine e Roger Nimier.
Un’altra citazione
rochelliana è una canzone solista dal titolo “Le feu follet”.
[23] The
Clash.
[24]
Sempre per i “correttini”: il padre di Daniel Darc era ebreo e la madre si
convertì (Le Figaro, 3 aprile 2008).
[25] Le
edizioni in CD hanno dei prezzi stellari, mentre un doppio CD antologico arrivò
nel 2003 fino ad essere preordinabile e poi l’uscita fu cancellata.
[26]
Mirwais, il chitarrista dei Taxi Girl sfonderà con Madonna nel 2000. Strana la
vita.
[27]
All’anagrafe Denis Quillard: nato a Parigi il 3 luglio1957 e ivi, in un
ospedale, morto il 6 novembre 2009 di cancro.
Per quanto qui importa, si può ricordare il
fondatore degli Stinky Toys come: “l’un
des musiciens français les plus sous-estimés de ces trente dernières années, un
musicien (compositeur, interprète, arrangeur, producteur), qui n’a pas eu la
carrière qu’il aurait dû avoir” (da www.cultureopoing.com),
senza dimenticare la canzone “Rectangle”.
Del senno di poi non si fa
nulla, ma forse è un peccato che non abbiamo collaborato più e, forse
coerentemente, Darc non partecipò all’album tributo per Jacno intitolato Future.
[29] O se
si preferisce fra il secondo e il terzo trascorrono 6 anni.
[31] Per
la miriade di collaborazioni rivolgersi altrove, ma sappiate che in una vecchia
antologia, Le Meilleur de Daniel Darc,
si trova anche la sua versione di “She’s So Untouchable” di Johnny Thunders.
[32] Altra mancanza italiana di cui già mi sono lamentato più volte, evidentemente non solo rispetto all’argomento musica.
[32] Altra mancanza italiana di cui già mi sono lamentato più volte, evidentemente non solo rispetto all’argomento musica.
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