L’IDIOTA
DI IGGY POP
L’idiota di Fëdor Michajlovič
Dostoevskij è un’opera ponderosa, secondo la common opinion per cui “i Russi scrivevano tanto dato un clima non
benevolo”.
The Idiot, formalmente album di Iggy
Pop, ma per tutti coloro che hanno approfondito una gemma (per me un
capolavoro) berlinese di Iggy Pop e David Bowie, è ancora legato alle durate
viniliche e, essendo singolo, nominalmente tanto impegnativo quanto altre
centinaia di LP pubblicati nel 1977.
L’immagine di
copertina è ispirata a un quadro riconducibile alla corrente pittorica die
Brücke: Roquairol di Eric Heckel.
Una sera,
sfogliando il numero del mese corrente (quale non ricordo) di Musica 80 arrivai a un articolo scritto
da Maurizio Bianchi ([1]) in
tema di afterpunk.
Quindi, alla
luce della abat-jour scorsi i dorsi
del vinile della mia discoteca ed estrassi un copia promozionale ([2]) di The Idiot. Era ancora inviolata.
Credo sia uno
dei casi in cui la parola epifania possa essere da me e per me usata senza tema
di smentita.
Grazie a
Maurizio Bianchi.
Recensire l’album
dopo 37 anni non ha senso.
Non scriverne è
indice di mancanza di senno.
Quoi faire?
Qualche puntino
sulle i.
Non ci sono più
The Stooges. Altrimenti i suoni sarebbero stati rabbiosi ma vecchi.
Per i più
piccoli: andate a cercare da qualche parte “La lega umana”, Sheffield senza
lame e con già tastiere (zero chitarre ([3])), e
scheggiatevi le unghie per estrarre quel gioiello che è “Medley: Rock ‘N’
Roll/Night Clubbing”. Brividi? Me lo auguro.
Adesso,
sbavatevi il mascara (se ne avete) e andate a sudare per e con “Nightclubbing”
cantata da Grace Jones.
Per il resto, se
siete pigri vi basta Wikipedia.
Morchia di
catena di trasmissione di motocicletta, scintillio di lame fuorilegge al chiaro
di luna futurista, jeans (se del caso) ballardianamente copulati, eccipienti
sintetici (not in my backyard, but if you
like them I don’t judge you).
I ragazzi dum
dum surfano onde macchiate di petrolio.
Gli anni settanta
erano – finalmente e anche – loro morti.
Davanti a noi
non c’era che presente. Allora ci bastava.
Steg
Tutti i diritti riservati/All
rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o
la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su
sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[2] Omaggio
di un oscuro giovane giornalista, insieme a Marquee
Moon dei Television. Lui preferiva – ancora e irrimediabilmente – l’ovvio
liverpudiano e si era disfatto volentieri di quei due dischi (anche da lui
ottenuti gratis) e, udite udite, stampati in Italia.
Ci ricordiamo sicuramente in pochi dell'apertura degli Human League per -appunto- Iggy Pop al Palalido nel 1979. La versione in studio pubblicata su singolo di 'Rock'n'Roll' non puliva la suola a quella ascoltata quella sera, e ti ricorderai anche la clamorosa cover di 'You've Lost That Loving Feeling', il cui intro fu scambiato dagli astanti con 'Summer Nights' da 'Grease' (poveretti). dopo di loro il passaggio di Iggy fu vera porcheria (persino una cover di 'Batman', io e il resto dei Gags ce ne andammo a metà scaletta). Poi spalle esemplari anche dei Banshees nel periodo 'Being Boiled/Circus Of Death'...insomma Steg, URGE post!!!
RispondiElimina