DEMETRIO
STRATOS: UN MIO RIMPIANTO
Ho visto e
ascoltato dal vivo gli Area direi cinque volte. Fra il 1975-1976 e il 1977,
credo.
La prima volta
di pomeriggio, di pomeriggio ([1]), al
Salone Pierlombardo di Milano.Beh Demetrio Stratos, il cantante, era unico.
Credo che il mio
concerto finale sia stato quello di presentazione di Maledetti (Gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano!), tenutosi a
fine 1977 nell’aula magna della Università Statale di Milano ([2]).
Fischi agli
Area, me li ricordo, avevano “tradito”: tradito cosa? A me piacquero anche
quella sera, ma il punk bruciava tutto, e li “bruciai” in termini di rilevanza,
anche se Stratos ...
Un giorno,
andavo a ritirare un pacchetto non recapitatomi all’ufficio postale di Via
Ferrante Aporti, a Milano, era già bella stagione (primavera), non ricordo l’anno,
necessariamente 1978 o 1979: se volete la leggenda, facciamo che fosse il songbook di The Clash l’oggetto della
spedizione ([3]).
Lungo il
tragitto, sul fianco destro della Stazione Centrale, incrociai Demetrio Stratos,
non mi parve onesto fermarlo e dirgli che per me era comunque un artista
importante.
Della morte di
Stratos, il 13 giugno 1979, non si scrisse molto sulla stampa.
Fu quando
ascoltai per la prima volta questi versi che, quasi, trasalii: “uno come me/scarpe bianche come me/abitava alle
ringhiere ([4]) a nord della città/cantava come un matto/di notte e di giorno/viveva la
sua estate anche d’inverno [...]/di
giorno e di notte [...]/in giro per Milano/sotto un cielo sempre nero/occhi
chiari e un espressione da guerriero [...]/Maestro della voce per cantare dammi una canzone” ([5]). Quella
canzone era ed è per lui.
Non credete al
senno di poi: delle ricerche vocali di Stratos non interessava molto alla
gente.
Se non fosse
morto, sarebbe finito dimenticato.
Rimpiango di non
averlo fermato, quel giorno.
Siccome la
riconoscenza non esiste, nel documentario trasmesso da RAI Storia a tarda sera
il 15 giugno 2013 non c’è spazio per “Maestro della voce”.
Nota di
chiusura: ringrazio Renzo Magosso per avermi regalato alcuni dischi degli Area,
allora.
Steg
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consenso scritto dell’autore.
[1] Con Eugenio Finardi ad
aprire.
[2] Non
avevo neanche 18 anni, evidentemente andai e tornai con i mezzi pubblici.
[3] Quello ricordo bene che
dovetti andare a ritirarlo là.
[4] Ma io continuo a sentire “navigava le frontiere”.
[5] Lunga citazione da
“Maestro della voce” cantata da Franz Di Cioccio in seno alla Premiata Forneria
Marconi.
Bellissimo documentario.
RispondiEliminaHo conosciuto Stratos al Circolo la Comune di Dario Fo e Franca Rame in via Santa Marta a Milano nella primavera 1975 ad un'assemblea degli insegnanti. Io ero iscritto e il mio 'maestro' era Mauro Pagani. Stratos non insegnava lì ma venne in veste di amico e simpatizzante, e quel giorno c'erano tutti, e in più anche Franz Di Cioccio e Ivan Cattaneo. Ovviamente avevo tutti i dischi degli Area e li avevo già visti dal vivo. In quell'occasione i suo intervento mi impressionò molto. Tengo per me cosa mi disse a fine assemblea.
Fast forward. Al Sabatok Folle della Palazzina Liberty (9-12-1978) il mio gruppo di allora -i TV Vampire- causarono un casino col pubblico a fine serata. I miei genitori erano seduti a fondo sala, e sentirono la voce a nostro favore di uno seduto dietro di loro. Era Stratos. Tengo per me quello che disse.
I casi della vita mi hanno poi fatto conoscere molti tra i personaggi che si vedono e sentono nel documentario. Ho suonato con parecchi di loro on e off, ed erano tutti -ma tutti- iperappassionati e quasi scienziati di rock'n'roll anni '50. In pochi si ricordano dell'album live di Stratos & amici dedicato ai classici dei fifties. Ma la session dal vivo al Notorius di Milano nella primavera 1990 con Patrick Djivas, Franz Di Cioccio, Stefano De Carli e il vostro umile servitore ce la ricordiamo ancora, così come se la ricordano bene quelli che ebbero la fortuna di esserci quel lunedì notte. Mi tengo anche quello.
Mancava solo lui.