NON
CREDO SIA UN PROBLEMA GENERAZIONALE,
BENSÌ
UN PROBLEMA INTELLETTUALE
“Generazionale” è
un aggettivo obsoleto. Roba da Pier Vittorio Tondelli: essendo vecchio
addirittura il nome proprio doppio, figuriamoci!
L’Italia è gestita
da non più giovani: anche
taluni degli “under 25”
di Tondelli, appunto; ad esempio Enrico Brizzi e Silvia Ballestra ([1]).
È un dato anagrafico, quindi di mero fatto.
Ciò significa
che io scrivo per dei quasi vecchi. In quanto una persona di quindici anni intelligente
non sa di essere intelligente; una persona di venti anni intelligente non so
cosa legge. Entrambe non leggono questo blog.
Ma non scrivo per dei, Entschuldigung: ich spräche Deutsch, rimbecilliti.
Il fatto che il
mio blog non si chiami Cassandra oppure
Grillo Parlante, non fa differenza.
E allora?
Allora desidero
chiarire che certe volte non scrivo di argomenti pseudo-attuali in quanto essi
attuali non sono. Attenzione: non ho scritto inattuali.
Ho la pretesa
che il mio blog sia popolato di “corsivi”,
giornalisticamente scrivendo.
Invece rilevo
come la tendenza mediatica (per tutti i media)
sia quella degli pseudo-corsivisti, cioè dei corsivisti del nulla, peggio dei
carmelobeniani “gazzettieri del nulla” che di loro sono matrice.
Non sufficienti
i giornalisti, arrivano di rinforzo esponenti di categorie professionali
inesistenti quanto ai loro risultati (ripeto: risultati ([2])): i
sociologi, le ex-veline di seconda categoria ([3]), i
giornalisti (soprattutto se parenti di pregressi giornalisti, vivi o morti) del
pettegolezzo e basta, altri “-ologi” vari, ...
Aiuto io imploro
nel sentire (lo ammetto: mi limito alla televisione) evocare come “ribelli
meritevoli” dei tardo-defunti e degli ancora-viventi comunque ben disinfettati
intellettualmente.
Mai uno/a che mi
citi Quentin Crisp o Truman Capote o Kenneth Anger.
Più vecchi dei
vecchi questi commentatori da gettone di presenza. Roba che Fabri Fibra è nella
categoria dei geni (ripeto geni, plurale di genio non di gene) seienni inalanti
colla: un ossimoro, tanto per citarne di sponda (Wild Boys, ovviamente) un altro negletto dal Premio Nobel per la
letteratura: William Burroughs.
Prima o poi ci “diranno”
(come se dire fosse spiegare) che Renato Vallanzasca è meglio di Fabrizio
Corona: ma non motivando (appunto) la loro opinione ([4]),
la quale è prettamente generazionale: il primo è più vicino a loro nel tempo e dunque apparentemente
più spiegabile.
Vorrei le ali di
un corvo berlinese, e forse anche la sua flemma, per volare alto e non essere
sfiorato da questi vecchi attrezzati con ricordi vecchi e con ribellioni
vecchie, tutto vecchio perché non più intellettualmente destabilizzante secondo
il pensare corrente.
E questo è uno
sfogo.
Steg
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte
di questa opera – compreso il suo titolo – e/o la medesima nella sua interezza
può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi
privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo
ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1]
Siccome ho il coraggio delle mie azioni: portai al Tunnel, locale notturno
milanese, qualche suo libro per farmelo autografare, e lei dichiarò che io ero
il lettore ideale. Il lettore ha comprato i libri, quindi ben può esprimere la
propria opinione.
Cito questi due nomi perché
fra i più noti di quelli di cui sono sicuro che abbiano partecipato al progetto
Tondelli ano originario: tre furono i volumi editi da Transeuropa.
[2]
Ricordo, a me stesso, che esistono per legge professioni che non garantiscono
risultati, ci sono solo “obblighi di mezzi”. Basta precisarlo al pubblico/cliente/paziente pagante.
[3]
Quelle di prima categoria furono, fra le altre: Laura Freddi e Miriana Trevisan
...
[4] La
mia, su entrambi, è contraddittoria e quindi troppo lunga da spiegare in poche
righe. Diciamo che non avrei problemi ad essere a un tavolo di ristorante a
mangiare e discutere né con l’uno né con l’altro.
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