PERLE
MEDIATICHE 21 – L’INEVITABILE
“Hey Brian, I fell off the chair!”
Life Of Brian.
Brian non è esattamente
uno dei nomi propri più aristocratici in Gran Bretagna.
La frase
virgolettata della prima riga è parte di una barzelletta di cui non mi ricordo
altro: era molto in voga alla Bassetti Ltd. warehouse di Milton Keynes
nell’estate del 1979, dove lavoravo come aiuto magazziniere.
Il titolo della
seconda riga è quello di un’opera cinematografica di The Monty Python del 1979.
Siccome non
esiste il divieto assoluto per me di divertirmi, faccio presente anche i titoli
di due miei post che potrebbero
risultare illuminanti rispetto a quello che state leggendo: “‘Perle
mediatiche’: perché” e “A margine di ‘Vi presento il mio nemico’ (da Il Foglio)”.
Peter Guralnick
pubblica il primo volume (dei due) della sua biografia su Elvis Presley nel
1994. Avete idea di quante biografie fossero già uscite su The King?
Lewis Brian
Hopkin Jones è meglio conosciuto come Brian Jones. Fece parte dei Rolling
Stones come chitarrista ed è conosciuto soprattutto in tale suo ruolo.
Per l’esattezza,
pare però che almeno una persona lo conosca con un nome un poco diverso: Bryan
Jones.
Infatti, nella
propria rubrica “Effetto Note” pubblicata su Sette ([1]) del 21 giugno 2013, Mario
Luzzatto Fegiz nel breve scritto intitolato “Il nuovo, l’ennesimo libro sugli Stones” ([2]) per
ben due volte ([3]) scrive ([4]) “Bryan Jones”.
Stante il tono
impiegato, in cui non si comprende se il titolare della rubrica dileggi o meno
gli autori del libro dato per “ennesimo”
([5]), la
paternità di “Bryan”, perla mediatica ripetuta, è incerta.
Ma una riga dopo
che accade? Che Keith Richards perde la “s” finale del cognome.
In conclusione,
forse Luzzatto Fegiz dovrebbe canticchiarsi “Gimme Shelter” ([6]), alle
cui registrazioni londinesi nel 1969, puntualizzo, non partecipò Brian Jones,
sebbene egli facesse ancora parte del gruppo, con la conseguenza che Keith
Richards suonò sia le parti di chitarra ritmica, sia quelle di chitarra solista
(o “lead” per dirla in Inglese).
Steg
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consenso scritto dell’autore.
[6]
Incidentalmente anche il titolo del documentario sul tour nordamericano del
1969 conclusosi con il concerto di Altamont.
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