L’ORA
PER SOGNARE
(o almeno
per non rimbecillirsi del tutto)
Premetto che le
riflessioni (chiamarla ispirazione mi pare eccessivo) mi sono arrivate
guardando la prima mezz’ora del film Jerry
Maguire ([1]).
All’inizio, il
protagonista Jerry ha una sorta di illuminazione e trascorre molte ore della
notte scrivendo.
È un cliché: dal “back to mono”, a “pochi ma buoni”, alle diete, all’attività
sportiva: tutto da domani, però.
Invece, la mia
proposta è più aperta: provate a dedicarvi un’ora, al giorno o alla settimana,
per sognare (non per dormire). Dal punto di vista del marketing suona meglio “sognare” che “progettare”.
Se in quell’ora
(che evidentemente può durare anche 130 minuti se ispirati, e che può anche
cadere a partire dalle 02.00 di notte) non succede nulla, mai, forse siete un
poco limitati. Se invece succede qualche cosa, anche solo cominciare a leggere
un libro impegnativo tralasciato da anni, allora funziona.
Ma badate: l’idea
di mettersi lì un’ora senza sapere cosa si farà non è fisicamente impegnativa,
quindi può essere invitante anche per tutti i pigri.
Vi sembra una
proposta cretina o anche solo banale la mia?
Eppure anche con
crisi economica e disoccupazione e morale basso come commensali non invitati ma
presenti ai nostri deschi, continuo a sentire persone, degne di essere
ascoltate ([2]), che dichiarano: la
maggior ricchezza di ciascuno è il tempo.
Per aver tempo
occorre essere egoisti (il tempo lo si spende per se stessi, altrimenti non è
nostro) e anche incoscienti.
Ecco allora
scegliere con che percentuale a tempo essere egoisti e incoscienti: 1/24 oppure
1/168 della vostra giornata.
Certo se siete
minatori con un mutuo da onorare è più faticoso: lo scrivo senza nemmeno l’ombra
del sarcasmo.
Ma pensate alle
ore buttate in occasioni sociali, dove gli argomenti di conversazione sono
inconsistenti: tre ore a parlare di quotidiano, magari in confronto o peggio in
competizione reciproca del proprio banale, vi sembrano tempo speso bene? Andare
a giocare a bocce o a biliardo va bene, parlare di colesterolo o di ingorghi
stradali nel fine settimana no.
Mi rendo conto
che quanto ho scritto è l’opposto dell’episodio dell’albero degli zecchini in
cui il Gatto e la Volpe ingannano Pinocchio.
Probabilmente
anche il Grillo parlante è ormai disilluso.
Beh, se avete
letto queste righe o altre del mio blog
un poco di egoismo ed incoscienza li avete. Grazie.
Steg
©
2013 Steg, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights
reserved. Nessuna parte di questa opera – compreso il suo titolo – e/o la
medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su
sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore.
[1] Fra
l’altro comincio a capire perché Tom Cruise non mi risulta simpatico
visivamente: assomiglia nel volto a un Sid Vicious “a posto”.
[2] Non
ne ascolto molte, o meglio non trattengo i discorsi che odo di molte persone,
perché trovo moltissime persone sempre noiose. Dunque io ascolto, sempre, ma se
mi annoio cancello i discorsi quasi automaticamente.
Steg, stai parlando del meccanismo che mette in moto cose come la Recherce di Marcel Proust. Dici capocchia.
RispondiElimina