CE LE
SCRIVIAMO E CE LE LEGGIAMO
Premetto che non
essendo un critico letterario, potrò anche scrivere pensieri non completamente
originali.
La mia
impressione è che ci sia un’inutile tendenza – di cui fanno parte anche i blog ma essi sono meno invadenti – ad
eccedere in una memorialistica da minimalisti (o neorealisti) di infima
categoria.
Ad esempio, c’è
tutta una letteratura, prevalentemente anglosassone (almeno per ora), fatta
delle vicende, che possono divenire pregevoli solo se raccontate benissimo, di
gioventù modeste e simili a molte altre, ma buttandoci dentro due cosette di
musica tanto per attirare i fan di quell’artista (spesso David Bowie).
Insomma roba
alla Hanif Kureishi ma tardiva e non scritta benissimo.
Allora occorre
cercare di resistere alla tentazione, appunto, di comprare libri dove soltanto
si legge quel che potremmo scriverci da soli.
Meglio quelle
antologie dove la musica è solo ispirazione o sfondo. Ricordo ad esempio una
raccolta di racconti di autori francesi ispirata al canzoniere di The Clash
piuttosto godibile.
Steg
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