PERLE MEDIATICHE 8 – IL CORRIERE DELLA SERA E IL PUNK
Nella peggiore
delle ipotesi, “il professore incaricato sa 5 minuti prima della lezione ciò
che gli studenti sapranno 5 minuti dopo” ([1]).
L’autore di
questa mirabile sintesi, da me ([2])
udita nell’autunno del 1979, è ignoto.
Da un
giornalista mi aspetto almeno ([3]) altrettanto,
studente essendo il lettore e incaricato il giornalista: il secondo si informa
per poter scrivere l’articolo che leggerà il primo.
Ma talvolta i
risultati lasciano a desiderare.
Trovo questa
serie di post noiosa! Financo penosa
per me, ma necessaria ([4]).
Allora
immaginiamoci che Paolo Martini sia stato richiesto dal suo capo redattore di
scrivere il “pezzo” per il supplemento con i programmi televisivi (Sette TV, appunto) di Sette del Corriere della Sera del 20 luglio 2012.
Si badi è l’articolo
strillato in copertina: è intitolato “Metti il punk alle olimpiadi” ([5]) e si
trova a pagina 3.
Articolo in cui
non si dice molto: glielo hanno tagliato? Non si dice molto perché si dovrebbe
presumere che lo spunto sia dato dal fatto che “London Calling” ([6]) è la
canzone ufficiale delle olimpiadi di Londra (la notizia in rete risulta
dell’agosto 2011).
Nulla di tutto
ciò, in quanto l’articolo che commento in sostanza è il “corsivo” di un articolo
successivo (quanto a collocazione) del medesimo supplemento in cui si
ipotizzano, si badi ipotizzano, delle playlist
in cui sarebbe inclusa, fra le altre, “God Save The Queen” dei Sex Pistols.
Dunque c’è anche un problema di ordine di lettura.
Phew! Cominciamo,
sempre indicando in virgolettato corsivo le affermazioni del giornalista.
“Siamo dentro il caos”: non vuol dire
nulla. Traduzione sbagliata ([7]).
Dato il
contesto, la traduzione dovrebbe essere “Siamo dediti al caos” (anziché essere
artisti musicali). Come vi è noto, nevvero?, la citazione è tratta dal New Musical Express, siamo nel febbraio
1976.
Ma che “bestemmia”: solo parolacce, stimolate
dal presentatore, Bill Grundy, nella trasmissione in diretta dell’emittente
London Weekend Television intitolata “Today”, puntata del 1 dicembre 1976.
“Prima apparizione in tv”: quando mai? 4
settembre 1976 è la data della trasmissione della loro esibizione nel programma
“So It Goes”, registrata precedentemente.
‘“Piccola utopia”’ riferita al punk: virgolette
in originale.
Certo: “There is no future/In England today” ([8]):
proprio una bella utopia, di cui fare contento Thomas Moore.
Ma ecco, a
suggello del tutto, un bel “brodino” tratto dall’altrui traduzione in Italiano del
volume Urban Rhythms, di Ian Chambers.
Eppure Jon
Savage non risulta sconosciuto nemmeno in Italia; per un maestro di Chambers, volendo,
c’è sempre Dick Hebdidge con Subculture
del 1979 che ha uno spessore ben maggiore (a mio avviso) di Chambers.
Noi continuiamo,
“carinamente vuoti” ([9]) e
con massima precisione, dato (anche) che non siamo certo i “tesori della stampa”
([10]).
Come extra,
segnalo un bell’articolo di Jessica Bruder, intitolato “Real punk belongs to
fighters”, pubblicato sul numero del 9-10 giugno 2012 dell’International Herald Tribune.
Steg
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2012 Steg, Milano, Italia.
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archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/o
archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1]
Avendo egli dovuto sostituire senza preavviso l’ordinario nella docenza di una
lezione.
[2]
Studente al secondo anno della Facoltà di Giurisprudenza, Milano, Università
degli Studi (meglio nota come “Statale”). Mio compagno di banco l’anno
precedente Tonito.
[3]
Perché la produzione di un giornalista è solitamente maggiore di quella di un
autore letterario e quindi non gli si chiede uguale approfondimento e studio.
[4] Se
penso che non ho “fatto il giornalista” perché non mi reputavo all’altezza di
mio padre ...
[5] Papà
mi spiegò, erano gli anni della mia scuola elementare, che i titoli non li
fanno i giornalisti.
Per un titolo così
(ispirazioni possibili due film: Metti
una sera a cena; Sbatti il mostro in
prima pagina) ci vuole una persona oltre i 60 anni. Largo ai giovani.
[6]
Celeberrima canzone che intitola il terzo album di The Clash, di fine 1979.
Quindi siamo già oltre il punk, ma appunto la considerazione non rileva.
Peccato che, come si vedrà,
lo si scopra dopo data l’inversione nell’ordine naturale di lettura degli
articoli!
[7] Senza
scomodare Ugo Mursia che si preoccupava anche della quantità delle parole,
oltre che del loro significato, traducendo Joseph Conrad.
Incidentalmente rinvio al
mio post “Sex Pistols: forze oscure o
per lo meno pericolose?”.
[8] Da “God Save The Queen”, di Rotten,
Jones, Matlock, Cook.
[9] “Pretty Vacant”, di Rotten, Jones,
Matlock, Cook.
[10]
“Press Darlings”, di Adam Ant.
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