BLADE
RUNNER
(qualche riflessione sul film)
(qualche riflessione sul film)
Philip K. Dick e
James G. Ballard sono gli scrittori noir
della fantascienza, applicando a loro le tesi di Derek Raymond.
Do Androids Dream Of Electric Sheep? non
è scorrevole, come spesso non lo sono gli scritti di Dick.
Blade Runner,
tratto molto liberamente dal romanzo di Dick, è uno dei pochissimi film per i
quali varrebbe avere una propria sala di proiezione.
Il cofanetto da
5 DVD non è una esagerazione per questo
film diretto da Ridley Scott.
Anzi: per la sua
capacità di trattare molti argomenti, esso si risolve in un oculato
investimento.
Blade Runner è
un’opera dell’ingegno cosi carica di capacità anticipatrice di quanto sarebbe
accaduto ([1]) ed
accade che sorprende, posto che le doti divinatorie umane sono prossime allo
zero.
Con o senza l’ausilio
di documentari e libri, è sufficiente annotarsi degli elementi, man mano che il
film scorre e poi guardare alla propria vita quotidiana.
Diversi sono gli
elementi che combaciano.
Ci si può anche
domandare quanto importante sia la trama, in quanto – appunto – la struttura
narrativa forse si risolve in un pretesto (per Dick e per Scott).
Buona visione e
buone riflessioni.
Steg
©
2012 Steg, Milano, Italia.
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archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell ‘espresso consenso scritto dell ‘autore.
[1] Fuori dai banali aneddoti, ricordo come a Milano
verso la metà degli 1980 c’era un gruppo musicale la cui cantante aveva lo
pseudonimo di Lupe Replicant. La semplice adozione del trucco degli occhi di
Pris (interpretata da Daryl Hannah) da parte di Lupe diede un poco di, davvero
effimera, notorietà alla band.
Perché in senso frivolo o serio, con Blade Runner non
si è più smesso di averci a che fare.
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