MORRISSEY:
WHY?, OH WHY?!
Arrivo al
concerto di Siouxsie and The Banshees ([1]) del
25 agosto 1993 in
una venue londinese mai frequentata prima:
The Grand (a Clapham) ([2]).
Scruto un poco l’ambiance, dove noto solamente Patricia
Morrison (già Fur Bible quando aprirono proprio per i Banshees il tour autunnale del 1985 ([3])).
Indi noto Morrissey,
il quale indossa dei blue jeans e una camicia bianca immacolata, mi sembra alto
di statura.
Rammento che,
evidentemente successivamente a un concerto (poco tempo dopo, non mi ricordo
quando) Siouxsie dichiarò durante una chiacchiera fra amici che Morrissey fosse
un “fascist”, sottintendendo il suo essersi pentita del suo duetto con Moz.
Io ho impiegato,
sebbene non dedicandomi a ciò ex professo,
anni ad apprezzare The Smiths e Morrissey ([4]);
dunque nel 1994 comprai quel singolo ([5]) solo
perché Siouxsie aveva duettato con lui e al Grand non provai che fastidio al
fatto che ci fosse anche lui nel pubblico.
Ma Morrissey, ora che da anni sono in grado di valutare positivamente parte della sua produzione, non ha un comportamento suscettibile di essere ridotto ad uno. Morrissey vuole sempre e solo aver ragione.
Quindi non lo
capisco.
Egli è convinto
di piegare una stampa musicale, britannica, che ormai è l’ombra di se stessa,
ma che preferisce dialogare – un poco supinamente, certo – con Paul Weller.
Egli pensa, già lo scrissi, che una base di devoti di notevole consistenza comprerà qualsiasi sua capricciosa ristampa (ma invece lui non rende disponibile oltre l’usato Song To Save Your Life ([6])) che poi finisce dopo mesi nel bargain bin ([7]).
Egli cerca di
cancellare un documentario di Channel 4 (emittente televisiva britannica) quasi
“battezzato” da lui ([8])
intitolato The Importance of Being
Morrissey del 1992 (trasmesso l’8 giugno 1993). Modesto paradosso, scoprii che era facilmente
reperibile in formato DVD via Internet ([9]).
Cosa vuole
ottenere Morrissey?
Ho intrattenuto una breve corrispondenza con l’autore di un’ottima biografia su Morrissey ([10]).
Con me questo
giornalista fu cortesissimo (mi regalò anche un volume fotografico su
Manchester privandosi della sua copia), ma a un certo punto fra me e Moz ha
scelto il secondo, declinando ogni aiuto che gli avevo chiesto su come reperire
quel documentario di Channel 4.
Dunque, sembra
che Morrissey non ottenga proprio nulla.
Infatti, è
appena (giugno 2012) uscita una nuova edizione di The Severed Alliance, biografia controversa ma imprescindibile di
The Smiths la quale per lui resta da 20 anni una spina nel fianco (anche se
recentemente pare aver rivisto, ma quanto?, la propria opinione).
Intanto Moz si
lamenta perché non trova chi gli “pubblichi” l’album nuovo, cioè inedito.
Ora occorre una
considerazione tecnico-giuridica: di regola chi pubblica è il soggetto che ha
finanziato il fonogramma (il produttore di fonogrammi, appunto) oppure un suo
licenziatario.
Quindi Morrissey
intende dire che – come più probabile – ha scritto opere musicali (e magari
realizzato delle versioni “demo”) in numero sufficiente per quell’album?
Data questa
considerazione, come mai questo valente artista non riesce a trovare “casa”
stabilmente presso un PdF?
C’è anche un
rischio di provincialismo in questo cercare di costruire tutto a propria
immagine. Morrissey animalista e vegetariano si scontra con Jean Cocteau, autore
(anche) de La corrida du 1er Mai, se
usa una immagine di Jean Marais (compagno affettivo – nel senso più letterale e
scevro di correttezze di facciata – di Cocteau) ([11])
tratta dall’Orphée diretto da …
Cocteau.
In questo si può
intravvedere il limite oggettivo di Morrissey: la sua incapacità di inserire
nel loro reale contesto i riferimenti storici ed artistici di cui egli si
avvale.
Dopo anni di
guerra davvero si può eccepire a qualcuno il piacere di un Sunday roast? Doc Marten’s con la tomaia “ecologica”, ma con le
punte di metallo, per i “suoi” skins prelevati di peso da un aggro bovver tutto richardalleniano ([12])?
Per favore!
I concerti di
Morrissey sembra siano quasi sempre degli esauriti ([13]), ma
forse tornare a respirare l’aria di Albione anziché fare l’esiliato
californiano (o dove vive adesso, poco importa) gli farebbe bene.
Steg
©
2012 Steg, Milano, Italia.
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archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1]
Confesso, ho dovuto verificare nella mia cronologia personale: i loro concerti cui ho assistito furono molti (un paio di dozzine?), talvolta cruciali.
[2]
Ovviamente Billy “Chainsaw” Houlston – grazie – si era preso cura di Yours
truly con un pass di un qualche genere.
[3]
Quando il 24 ottobre Siouxsie si strappò i legamenti del ginocchio sinistro
durante l’esecuzione di“Christine”, al Hammersmith Odeon di Londra.
[4] Nel
frattempo ho capito The Rolling
Stones; obiettivo che reputo più significativo in prospettiva storica.
Evidentemente, The Beatles sono per me irrecuperabili.
[5]
“Interlude”. Uscì in 4 formati (CD, 12” ,
7” e MC7)
nell’agosto 1994, attribuito a Morrissey & Siouxsie su “etichetta”
Parlophone (dunque EMI) .
[6]
Brillante antologia di diversi artisti da lui curata e distribuita anni fa con
il New Musical Express.
[7] In
una splendida recensione pubblicata su Amazon.Uk, il 5 aprile 2012 che racconta
di come avrebbe dovuto essere la riedizione di Viva Hate di cui ho già scritto (nel post “Riscrivere la propria storia artistica non è leale”). Se il
50% di quanto ivi è scritto è vero, la situazione è ben peggiore di quella da
me tratteggiata.
[8] Non
solo ivi è intervistato, ma lo sono anche alcune persone a lui vicine.
[9]
Spiacente, per me audio e video hanno da essere su supporti fisici.
[10] Non
ritengo corretto citarne nome e cognome in questa sede.
[11] Mi
riferisco alla copertina del singolo “This Charming Man” di The Smiths.
[12] A
tal proposito rimando, con un altro corto circuito umano-letterario, al –già
citato in questo blog – saggio England Is Mine di Michael Bracewell,
marito di Linder Sterling.
[13]
Andate a vedere il sito – che Morrissey ha, quanto a suo webmaster – “bandito”
dai suoi concerti: www.morrissey-solo.com
e leggete le entusiastiche recensioni dei suoi concerti del 2012, Italia
inclusa.
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