GEMELLI
E TORI (e stile e diritto)
I gemelli da
camicia sono stati fino a mezzo secolo fa un oggetto ([1]) da
grandi, da uomini, che si vedeva nelle case. Nei film qualche personaggio
(meglio se il protagonista) chiedeva alla moglie o alla fidanzata di aiutarlo
con i gemelli nel chiudere i polsini.
Perché i gemelli
sono belli, ma complicati; mentre devo dire che ho sempre considerato l’aiuto
con la chiusura loro tramite dei polsini un possibile indice della solidità di
una coppia.
Anche i tori
sono, sicuramente, argomento da adulti, inoltre sono grandi essi stessi come
animali.
Non siete
capitati nello sfogo del tardivo lettore di Ernest Hemingway.
Fra l’altro
questo post nasce su commissione e
forse lo stile non è del tutto in linea con la spigolosità mia usuale.
Anni sessanta
del ventesimo secolo: appare nel 1966 sul mercato un modello d’auto
particolare, unico, anche se nel breve qualcuno comincio a confondersi e a dire
che quella era “l’auto di Diabolik” ([2])
perché entrambe hanno il muso (le auto sono sempre state trattate da animali,
al di là del nome dei modelli) lungo. È la Lamborghini Miura.
Se frequenti la
scuola elementare la domanda è: “cosa
vuol dire Miura?” e all’inizio nessuno sa risponderti. Intanto la Miura
diventa popolare, ne producono anche l’automobilina (cioè un modellino
giocattolo) e anche un fumetto di quelli che imitano altre imitazioni. Comunque il mistero è infine risolto: Miura è una razza di tori, molto temibili, che combattono nelle corrida ([3]).
Poi delle due
l’una, quando cresci: o ti interessano o non ti interessano i gemelli, idem per
i tori e soprattutto per la corrida e i Miura.
Sì, certo,
capita anche di scoprire che Hemingway ha scritto del secondo argomento.
Come mi sono
lamentato altrove ([4]), l’uso dell’espressione “brand” anziché di marchio da parte degli
Italiani mi infastidisce: si marchia il bestiame, tori compresi, ma
evidentemente qualcuno gradirebbe essere marchiato a fuoco (pagando) con il
segno di un qualche stilista.
Sono passati
molti anni da quando Ferruccio Lamborghini e un erede della famiglia Miura
vennero quasi ai ferri corti per l’uso non autorizzato del nome da parte del
costruttore italiano; ora il marchio grafico della ganaderia più famosa del mondo è diventato anche una piccola linea
di prodotti e convive con il leggendario modello d’automobile.
Con fatica, sono
riuscito a comprare un paio di gemelli Miura: argentati ma con una patina quasi
di vecchio, la stanghetta centrale leggermente curva ricorda il ferro da
marchiatura in quanto su un lato termina con lo stesso stemma Miura usato per i
capi di bestiame dell’allevamento sevillano
([5]).
Non fatevi
venire strane idee: di Miura ce ne sono due, tutto il resto è contraffazione
anche se contraffare un toro non è così semplice.
Steg
i gemelli della Ganaderia Miura (ormai fuori produzione) |
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senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore/degli autori.
[1] Letteralmente una coppia,
ma un gemello da solo fatica a diventare spilla da occhiello da bavero di
giacca maschile
[2] Non
lo è: il Re del terrore, e talvolta Eva Kant (non ricordo se lo abbia mai
aiutato con i gemelli), guida una Jaguar E type.
[3] http://uominiemotori.tumblr.com/post/57802009291/miura-la-genesi-del-toro.
[5] Nella località di Lora del
Rìo.
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