"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



martedì 7 luglio 2015

GEMELLI E TORI (e stile e diritto)


GEMELLI E TORI (e stile e diritto)

 

I gemelli da camicia sono stati fino a mezzo secolo fa un oggetto ([1]) da grandi, da uomini, che si vedeva nelle case. Nei film qualche personaggio (meglio se il protagonista) chiedeva alla moglie o alla fidanzata di aiutarlo con i gemelli nel chiudere i polsini.
Perché i gemelli sono belli, ma complicati; mentre devo dire che ho sempre considerato l’aiuto con la chiusura loro tramite dei polsini un possibile indice della solidità di una coppia.

 

Anche i tori sono, sicuramente, argomento da adulti, inoltre sono grandi essi stessi come animali.

 

Non siete capitati nello sfogo del tardivo lettore di Ernest Hemingway.
Fra l’altro questo post nasce su commissione e forse lo stile non è del tutto in linea con la spigolosità mia usuale.

 

Anni sessanta del ventesimo secolo: appare nel 1966 sul mercato un modello d’auto particolare, unico, anche se nel breve qualcuno comincio a confondersi e a dire che quella era “l’auto di Diabolik” ([2]) perché entrambe hanno il muso (le auto sono sempre state trattate da animali, al di là del nome dei modelli) lungo. È la Lamborghini Miura.
Se frequenti la scuola elementare la domanda è: “cosa vuol dire Miura?” e all’inizio nessuno sa risponderti. Intanto la Miura diventa popolare, ne producono anche l’automobilina (cioè un modellino giocattolo) e anche un fumetto di quelli che imitano altre imitazioni.
Comunque il mistero è infine risolto: Miura è una razza di tori, molto temibili, che combattono nelle corrida ([3]).

 

Poi delle due l’una, quando cresci: o ti interessano o non ti interessano i gemelli, idem per i tori e soprattutto per la corrida e i Miura.
Sì, certo, capita anche di scoprire che Hemingway ha scritto del secondo argomento.

 

Come mi sono lamentato altrove ([4]), l’uso dell’espressione “brand” anziché di marchio da parte degli Italiani mi infastidisce: si marchia il bestiame, tori compresi, ma evidentemente qualcuno gradirebbe essere marchiato a fuoco (pagando) con il segno di un qualche stilista.



Sono passati molti anni da quando Ferruccio Lamborghini e un erede della famiglia Miura vennero quasi ai ferri corti per l’uso non autorizzato del nome da parte del costruttore italiano; ora il marchio grafico della ganaderia più famosa del mondo è diventato anche una piccola linea di prodotti e convive con il leggendario modello d’automobile.

 

Con fatica, sono riuscito a comprare un paio di gemelli Miura: argentati ma con una patina quasi di vecchio, la stanghetta centrale leggermente curva ricorda il ferro da marchiatura in quanto su un lato termina con lo stesso stemma Miura usato per i capi di bestiame dell’allevamento sevillano ([5]).
Non fatevi venire strane idee: di Miura ce ne sono due, tutto il resto è contraffazione anche se contraffare un toro non è così semplice.

 

 

                                                                                                                      Steg

 
i gemelli della Ganaderia Miura
(ormai fuori produzione)

 

 

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[1] Letteralmente una coppia, ma un gemello da solo fatica a diventare spilla da occhiello da bavero di giacca maschile
[2] Non lo è: il Re del terrore, e talvolta Eva Kant (non ricordo se lo abbia mai aiutato con i gemelli), guida una Jaguar E type. 
[3] http://uominiemotori.tumblr.com/post/57802009291/miura-la-genesi-del-toro.
[5] Nella località di Lora del Rìo.

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