PUNK’S DEAD: lo
splendido libro di Simon Barker
(pre-Bansheeiana)
Di questo libro sono
venuto a conoscenza in modo del tutto casuale. Il sito http://www.thebansheesandothercreatures.co.uk/
da mesi non ha notizie di rilievo; d’altronde è difficile portare avanti un
sito su un artista, Siouxsie and the Banshees, che non esiste più e i cui
componenti fondatori (Siouxsie Sioux e Steven Severin) non hanno grandi
progetti in corso.
Sta di fatto che,
addirittura, le migliori recensioni di Punk’s
Dead ([1]) di
Simon Barker sono rinvenibili su due blog
([2]) e,
inoltre, sembra che il volume sia uscito mesi prima, anche se la mostra
londinese delle foto che ivi contenute sia terminata solo da qualche settimana.
Comunque, questo
tomo, che ha anche brevi testi di accompagnamento ai vari capitoli, è
sorprendente: a parte la qualità delle foto, tutte a colori (per motivi
spiegati dall’autore nella premessa), i soggetti sono quelli che hanno fatto la
scena londinese, essendo un pubblico quasi tutto di futuri artisti.
Sembra di
leggere/guardare altri libri già letti ([3]) che,
però, non avevano o quasi immagini, oppure di scoprire un libro fotografico che
doveva uscire più di 30 anni fa ([4]). Si
ha quindi un senso di completezza dopo lustri e lustri per così dire “visualmente
mutilati”.
Proprio in
ragione delle recensioni già esistenti, non ho motivo per tentare di offrirvi
esempi delle foto che vi troverete.
Vi basti sapere
che una sola immagine di Siouxsie mi ha letteralmente imposto di comprare il
libro, indipendentemente dal numero di fotografie dedicate, appunto, ai
Banshees “circa and almost always 1977” . Ma di loro foto ce ne sono molte, mai viste prima.
Il volume trasuda
Bromley (Contigent?), Clothes For Heroes,
Antz, etc.
Considerato che
Barker fu colui che vide “per primo” un concerto dei Sex Pistols ([5]) e
quindi fu la spinta per Siouxsie, Steven, Billy (poi Idol) e altri ([6]) a
seguire gli allora sconosciuti Rotten, Matlock, Jones e Cook. Nota “tecnica”:
nelle foto di Ray Stevenson dedicate al “seguito bromleyano”, Simon è quello
con i capelli biondi.
Un’opera viva
come i colori da plastic photocamera
che l’ha generata, che nasce dai morti, come ancora spiega Barker.
Non so se sia un
libro per giovani, in quanto un retro-gusto e un retro-odore peculiari possono
percepirli solo coloro che si ricordano, almeno un po’, il 1977 a Londra.
Caveat: non una foto di Sex Pistols, non
una foto di The Clash.
Da sfogliare e
leggere preferibilmente ascoltando musica di 35 anni fa, all’occorrenza
attingendo anche alle “riserve” del semi-ufficiale.
Steg
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archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od
archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell ‘espresso consenso scritto dell ‘autore.
[1] Edito
da Divus, con sedi a Praga, Londra e Berlino.
[2] Si
tratta di http://friedrichstrasse.blogspot.it/
(pagina: http://friedrichstrasse.blogspot.it/2012/06/simon-barker-punks-dead.html)
e di http://theworldsamess.blogspot.it/
(pagina: http://theworldsamess.blogspot.com/2012/04/punks-dead-photographs-of-simon-barker.html).
Blog molto diversi fra loro, ma entrambi evidentemente molto
interessanti.
[3] Ad esempio i capitoli
iniziali di Sex Pistols di Fred e
Judy Vermorel.
[4] Per
oscuri motivi, i libri “sul punk” salve eccezioni (due o tre) vendono poco,
spariscono presto, diventano rari e costosi.
Provate a cercare 100 Nights At Roxy.
[5] Unico
errore di Barker nella sua cronaca – riportata da Jon SAVAGE in England’s Dreaming , London, Faber and
Faber, 1991, pagina 145 – è il giorno della settimana, un martedì e non un
sabato come egli dichiarò.
Il concerto fu quello del 9
dicembre 1975 al Ravensbourne College Of Art di Chislehurst.
[6]
Eccezionale il resoconto di Barker contenuto nel volume di Neil e Ray
STEVENSON, Vacant A diary of the punk
years 1976-79, London – New York, Thames and Hudson, 1999, alle pagine 62 e
63.