PLACEBO
(“abbiamo
fatto i compiti”)
Quando penso ai
Placebo in termini puramente anemotivi concludo che sono (“è”) Brian Molko.
Difficile staccarsi da una coincidenza non voluta, ma inevitabile, fra leader e
gruppo, l’altro componente co-fondatore è Stefan Olsdal) inattaccabili sotto un profilo conoscitivo: è bastevole considerare la
serie di versioni di altrui canzoni (sic!) che costituiscono il secondo CD di Sleeping With Ghosts e come aggiunta non
essenziale per la conclusione appena offerta (ma si tratta di una dirimente
aggiunta, occorrendo) anche un loro omaggio a Serge Gainsbourg.
Brian Molko sa
arringare il pubblico in Inglese e in Francese.
Brian Molko sa anche
suonare la chitarra ([1]).
Brian Molko è
indubbiamente molto più impegnativo di Morrissey.
Infatti nessuno è
più adorato di Morrissey, che non sa suonare la chitarra e che io non vorrei
sentire ordinare una bottiglia di Perrier (è vegetariana, può ordinarla) in una
lingua non sua “madre”.
Brian Molko fuma
(o fumava), io non fumo.
La gente che
fuma mi da spesso fastidio (semplicemente perché è troppa), non Brian Molko (e
neanche Siouxsie).
Tornato da un
concerto dei Placebo una dozzina di anni fa, io comprai on line tutti i singoli disponibili: gli album non mi bastavano.
Siccome le
nostre generazioni non coincidono, apprezzo l’incrocio fra Nancy e Hardy (fate
i compiti anche voi, per favore).
Che dire, poi,
della “ragazza portacenere”? Puro omaggio bastardo a Kenneth Anger e a James
Dean.
Certo la
disperazione kitchen sink può pesare
molto, più dura (o semplicemente, ma non solamente, meno melodrammatica) di
quella di Marc Almond. Ma le meningi macinano e reagiscono, appunto più
elettricamente, o almeno ci provano.
Brian Molko, un
figlio di nome Cody e “sapore negli uomini”.
Ciglia finte “a
orologeria” e smalto nero sulle unghie, un fisico folletto e androgino al cui
confronto (anche) Kate Moss pare una massaia di solida costituzione.
Me ne rendo
conto, questo è solo un bozzetto di grandi dimensioni.
Però non potevo
ritardare oltre un riconoscimento a coloro (colui?) che, se io fossi nato nel
1979, forse mi avrebbero salvato dall’apatia.
Steg
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Come
un appartenente alla famiglia reale, egli non fa preferenze fra i manici Gibson
e quelli Fender, che poi entrambi siano di fattura stateside è conseguenza dell’estensione del regno del rock’n’roll.
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