PIER
VITTORIO TONDELLI
(contro i vecchi santini della critica
letteraria,
una polaroide postmoderna pur se
inattuale)
Pier Vittorio Tondelli muore di
AIDS e “ci frega”.
Infatti, come si doleva Enrico
Brizzi prima di invecchiare anzitempo, fra i problemi della letteratura
italiana contemporanea – a parte gli autori di
per se e il photoshop per rendere
Edoardo Nesi magro ([1]) – c’è
la mancanza di una critica letteraria per lo meno non anziana.
PVT era colui di cui avevamo
bisogno (quando eravamo giovani noi).
Di più: era anche colui che ci
avrebbe dato coloro di cui avremmo avuto bisogno in seguito: “Quando avremo quarant’anni altri uomini più
giovani e più validi di noi ci gettino pure nel cestino, come manoscritti
inutili” ([2]).
Tondelli era un pazzo che
catalogava come giovani le - sole - persone minori di 25 anni! Poi vecchi (o altro).
PVT scriveva di musica. Anche.
Di quella musica che noi si
ascoltava.Un alieno, dunque.
Pertanto, la morte di PVT nel dicembre
1991 (il 16) fu una sciagura.
Anche perché di eredi io non ne
vedo ancora.
Cosi qualora si voglia, ogni
tanto, avere l’opinione (se non il conforto) di una voce autorevole per una
scelta ci si appoggia al vuoto.
Per diverse ragioni, anche
anagrafiche (mie, loro e dei lettori giovani del mio blog), non ritengo Stefano Pistolini e Pietrangelo Buttafuoco sufficienti
e/o contemporanei pur apprezzandoli per talune loro opere, più il secondo del
primo a cui si deve anche un bel programma televisivo ormai nemmeno più
replicato “Questa non è una pipa – Dizionario della modernità” ([3]).
Spiacente, post senza soluzioni e/o lieto fine.
Steg
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dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Vero
Signora Elisabetta Sgarbi?
[2]
Filippo Tommaso Marinetti, dal “Manifesto del Futurismo”.
In originale “Quand nous aurons
quarante ans, que de plus jeunes et plus vaillants que nous veuillent bien nous
jeter au panier comme des manuscrits inutiles!” (Le Figaro, Samedi 20
Février 1909).
I due testi non sono
perfettamente corrispondenti.
[3] Lo
trasmetteva RAI5.
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