INTORNO
A DAVID BOWIE
Credo di avere
raggiunto un livello ([1]) di
disamina della carriera artistica di David Bowie per cui posso anche apprezzare
la sua capacità di sopravvivere ai suoi
anni ottanta del ventesimo secolo: avete visto il documentario Ricochet?
All’epoca egli
non era diventato stupido: era semplicemente riuscito dove nessuno prima: aveva
noleggiato l’anima al diavolo in
cambio di un successo commerciale che gli mancava e il diavolo rispettò il
contratto. Sul palco sembrava Tony Curtis giovane, non posso escludere che la
cocaina fosse tornata ad essere un prop.
Nel 2013, dato
un trionfale ritorno di David Bowie (di cui poco si sono accorti in Italia),
sembra facile sfumare o eliminare – come Corinne “Coco” Schwab fa da decenni –
le pagine sgradite di una biografia ormai in più tomi.
Ecco perché
diventano più apprezzabili, con la saggezza analitica di chi come me ormai è
sopravvissuto non malissimo a oltre mezzo secolo e non si esalta per un passi “guest”
([2]),
certe affermazioni e condotte e scelte bowiane nel corso degli anni.Potete verificarlo – se siete in grado di farlo e volete farlo – da soli: ormai avete in alta definizione video e cristallino audio (volendo anche sottotitolati) non solo il fondamentale documentario d’annata Cracked Actor, ma l’altrettanto illuminante ([3]) pur se recentissimo Five Years (che nei suoi 90 minuti copre oltre un decennio).
Bowie non ha mai
venduto una sua pretesa “bella persona”: qualche rock ‘n’ roller autentico lo
ha mai fatto? ([4])
Lui ha soltanto
proposto la propria arte, impiegando un decennio iniziale a raffinarla.
Al di là della
mia conclamata reverenza per la canzone (sic!) “Time”, la sofferenza o
inadeguatezza (contingente o perdurante) dell’artista del vivere oltre i 25
anni non credo sia (stata) una posa.
Dato per
scontato un “e allora?” come domanda e un “niente” come mia risposta, la
situazione è piuttosto semplice: non serve una enciclopedia su David Bowie, in
quanto egli è una enciclopedia con la sua vita artistica.
Ogni voce dell’enciclopedia
Bowie richiede per contro una bibliografia. Pensate alla sua stagione
statunitense da protagonista di una pièce
teatrale dedicata e intitolata al cosiddetto (The) Elephant Man ([5]) Nel
1980.
No non credo
finirà qui per quel poco che mi riguarda.
Steg
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
[2] E sa
che c’è anche più del passi “AAA”.
[3] Poi
dicono che la BBC è la vecchia zia. La RAI resta matrigna a pagamento!
[4] Citofonare
Rolling Stones, ad esempio.
Inciso fuori tema: capii di
più del fatto che donne e uomini sono diversi quando una studentessa conosciuta
in biblioteca, alla domanda di uno studente di medicina con cui stavo sui libri
fianco a fianco in sala B della sala di lettura, disse che lei preferiva Keith
Richards a Mick Jagger.
[5] Un
film, anch’esso omonimo, di David Lynch è ormai pure dimenticato.
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