Maestri
Del resto, le
mie scelte: di non scrivere mai “facile”, di non essere iscritto a Facebook o a
Twitter (a cosa serve poi se quando qualche amico mi cita non ci sono masse che
accorrono sul blog?), di continuare a
pensare che la mia prosa debba essere il più possibile pulita e corretta per
non corrompere i lettori (fissi o occasionali che siano), dovrebbero militare a
favore della mia ricerca di rigore.
La solita mia
premessa che stremerebbe anche un elefante da soma.
Qualcuno avrà
già notato che non è inusuale per me citare persone come esempi, come
riferimenti.
Sono i maestri,
cioè i Maestri.
Oreste Del Buono
scrive: “È impossibile una vita senza
maestri. Almeno un maestro bisogna averlo a giustificazione e confronto. Chi
afferma di non aver maestri confessa la propria pochezza e la propria mancanza
d’iniziativa. Un maestro è persino ammissibile portarlo via ad altri.” ([1]).
Quanto all’iniziativa
non so: mi sembra che di ignoranti ma ambiziosi ce ne siano molti, talmente
presi da se stessi che non capiscono nemmeno le critiche o, financo, gli
insulti.
Sulla pochezza:
certo basta pensare al fatto che manca non solo un punto di vista (quello te lo
fornisce anche un tuo pari) ma soprattutto manca quello qualificato.
Il maestro non è
un allenatore: l’allenatore può essere un maestro.
I più fortunati
superano il maestro: penso sempre a Leonardo Da Vinci allievo come artista, ma
lui scienziato chi ebbe come riferimento?
Ci sono i
maestri vivi e quelli morti. I secondi si trovano, i primi si incontrano. O è
il contrario?
Qualcuno dei
vivi lo si può anche conoscere, non sempre è un bene.
Caso anche
quella mattina che un altro professore ([3]), M.
C., a proposito di non so che cosa mi evocò, strada facendo in un breve
percorso a piedi noi soli, les
incroyables col loro nastro rosso al collo: non c’entrava nulla con il
diritto, però era uno squarcio nella coltre grigia di una mattina
intellettualmente ottusa.
I maestri
uniscono l’utile al, soltanto, esistenzialmente indispensabile (che sembra
frivolo o aneddotico ma non lo è).
Del maestro John
McGeoch ho già scritto, inutilmente per chi non ha capito.
Altra
caratteristica dei maestri: esserlo solo per alcuni, alcuni anche quando questi
ultimi sono maggioranza.
Hugo Pratt:
maestro che alla fine si è perso nelle sue vanità. Purtroppo.
Il maestro non è
perfetto, va bene. Il maestro talvolta non è nemmeno coerente con i propri
principi.
Sono possibili
maestri estemporanei? Non lo so.
La conta dei
propri maestri è sterile.
Il ricordare i
maestri è indispensabile: con loro si ricordano gli insegnamenti che ci hanno
anche regalato.
Steg
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] In Amici, amici degli amici, maestri ...,
Milano, Baldini & Castoldi, 1994, p. 113. Appunto.
In copertina il titolo è scritto diversamente: Amici Amici degli Amici Maestri ... In questo libro il “del” riferito al cognome ha la maiuscola, ma non è sempre così, onde mi concedo di scegliere la grafia della inziale.
[2] Qualche
volta si può forzare il caso: due maestri come i professori P. T. e P. G. J.
sono certamente moltissimo, ma occorreva un poco di iniziativa per potere
“averli” entrambi.
[3] Ma
prima avvocato e mio dominus.
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