Pin in metallo realizzata in occasione della mostra 2015 tenutasi a Montluçon (France) |
MICHEL POLNAREFF (E LA BAMBOLINA)
(Sketches
Series – 17)
Certe volte la
maschera trascende le fasi della vita.
Michel Polnareff, nato in Francia a Nérac,
il 3 luglio 2014 compirà 70 anni. Ovviamente non è possibile.
Un naso adunco
che non si fa correggere (a differenza di Claude François).
Sono più di 40
anni che questa figura quasi sacerdotale nell’aspetto (i tratti sono quelli di
un dio egizio dalla testa di animale) si tramanda a generazioni inimmaginabili
nella loro consistenza.
Pensare che
all’inizio della sua carriera una intervistatrice (ignoro chi fosse) televisiva
(la quale pareva una versione femminile del “estilo toreador”) lo aveva definito, non a torto, un incrocio fra
Frédéric François Chopin e Françoise Sagan. Ne ha passate molte. Fisiche e psichiche.
Jimi Hendrix
interpretò in strumentale una sua canzone: “La poupée qui fait non”, anche The
Birds si cimentarono con essa.
Certo proprio quella
canzone del 1966 con cui anche I Quelli hanno venduto un po’ di vinile ([5]), se
non fosse che Polnareff ne ha registrate anche una versione in Tedesco (“Meine
Puppe sagt non”) e anche in Italiano, appunto: “Una bambolina che fa no, no, no
…” ([6])
Fra l’altro, chi
ha un minimo di conoscenza della gestualità musicale, riscontrerà degli accenni
di “windmilling” nelle esibizioni alla chitarra: Pete Townshend ([7]) anyone?
Provate
innanzitutto con la trasmissione “https://www.youtube.com/watch?v=WSlMmPyyO8s
” della serie :
E poi con il più
sciamanico programma, un’intervista nel deserto del Mojave realizzata da Michel
Denizot per la pubblicazione dell’album Live
at the Roxy, “Rendez-vous a Zzxyz Road”,
teoricamente con questa stringa: https://www.youtube.com/watch?v=7RHhLrg14_A.
Steg
POST SCRIPTUM
Mesi dopo sono
incappato in un nuovo documentario (apparentemente del 2014 e al momento in cui
scrivo indisponibile in DVD), più celebrativo del Re delle formiche: Polnareff – Quand l’écran s’allume
rinvenuto in https://www.youtube.com/watch?v=p_bVbFYVdHI.
Ivi l’artista
dichiara che la parte di chitarra in “La poupée qui fait non” nella
registrazione originale è eseguita da Jimmy Page: non mi pare improbabile.
Steg
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Con
buona pace di Enrico Ruggeri.
[2] Dagli
sempre e solo con De André e i Nomadi, per i morti; facciamo finta sia attuale
tifare Morandi o Celentano (oppure Luciano Ligabue o Vasco Rossi, elidendo il
nome per il primo e il cognome per il secondo mi raccomando. È lo stesso).
[3]
Purtroppo non lo ho reperito in rete, quindi vi indico altro a chiusura di
questo bozzetto.
[4] “Le
Roi de fourmis”: Titolo di una sua canzone e di una biografia scritta dall’Eudeline
meno famoso dei due fratelli: Christian (l’altro è Patrick).
[5] Sulla
storia delle versioni italiane dei successi stranieri più che scrivere delle
righe, andrebbero – in altra sede – vergate delle reprimende.
[6]
Meglio allora la versione di Ivan Cattaneo se vogliamo una variante, piuttosto
de I Quelli.
[7] La
Mente di The Who ha dichiarato di avere copiato Keith Richard.
Il più grande di tutti. Più dotto di Rundgren, Townshend e Brian Wilson. Mai banale, anche quando apparentemente lo è stato. Non ci sono due suoi brani che si assomiglino. Non imitabile, quindi sconosciuto in Italia: troppe capacità, che sono cosa ben diversa (e di molto superiore) del talento. Salut Amiral!
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