Viv, Keith e Mick pre-punk (fuori dallo squat in Davis Road) |
VIVA
VIV (ALBERTINE)!
(con un
obiter dictum sul punk a Milano)
Una delle cose
più tristi del punk in Italia era questo suo “bynumberismo” ([1]): “facciamo come in Inghilterra” ([2]).
Ecco quindi che nascono
le Clito (sicuramente sarò smentito) ([3]) ovvero
“le Slits italiane” ([4]) ([5]):
compaiono al “solito” Sabatok Folle milanese del 9 dicembre 1978 e non lasciano
grandi tracce ([6]).
Invece, The Slits sono the real thing.
Il loro pedigree è impressionante ([7]), e
poi non sapevano suonare davvero. O no?: la solita storia del punk: è stata una
scena di eroi, quella vera.
Ebbi la fortuna
di vedere e ascoltare questo “bunch of
really naughty girls” ([8]) nell’agosto
1978 al Music Machine, aprivano per qualcun altro: ero in prima fila ([9]).
Dopo il concerto incrociai Tessa: scortesemente si firmò Jimi Hendrix, mentre
Palmolive si firmò Paloma, mi pare con un lezioso svolazzo. Era come aver
partecipato a una campagna militare, in quanto fino ad allora a parte un
generoso feature in 1988-The New Wave Punk Rock Explosion di
Caroline Coon non si sapeva quasi nulla di loro, a meno di essere riusciti a intercettare
le due sessioni (per noi italiani appunto quasi degli stealth) di John Peel ([10]).
Come noto,
Palmolive lasciò poco dopo e subentrò alla batteria Budgie (pre-Banshees):
le/li vidi due sere consecutive ad aprire per The Clash al London Lyceum, il 28
e 29 dicembre di quell’anno. Salda alla chitarra sempre la bionda Viv
Albertine.
Quando The Slits
si sciolsero nel 1981, era ormai diventato più chic parlare delle Raincoats, noi ce la tiravamo di più con i New
Age Steppers.
Ma un occhio
aperto e un orecchio teso si sono sempre tenuti, per tutte e quattro le ragazze.
Con Viv per
diverso tempo dedicatasi alle arti audiovisive, lei che era ed è ancora fra
coloro che parlano bene di Sid Vicious avendoci vissuto insieme (e suonato nel
1976), lei che aveva imparato a suonare la chitarra con l’amico d’infanzia Keith
Levene, lei che arriva ne The Slits già esistenti (dopo il loro primo concerto)
e le pettina “come le New York Dolls”,
lei che nel 1978 stava con Mick Jones.
Si riuniscono
The Slits nel 2005 sans Viv et sans Palmolive; muore Ari Up improvvisamente
nel 2010.
Intanto, Viv dopo
venticinque anni riprende a suonare nel 2009 – preferibilmente una Fender
Telecaster ([11]) vissuta (che lei porta
anche molto bene, ma lei sembra ancora una ragazzina, mentre ormai è una
ragazza ([12])) e un amplificatore
Marshall, ed eccola riapparire nel 2010 con un EP autoprodotto più che
dignitoso: Flesh.
Ci sorprende di
più, e in meglio, con l’album The
Vermillion Border alla fine del 2012 ([13]).
Ormai tutti
millantano incondizionata passione e valore per le fessure londinesi seventy-seven, ma noi ovviamente sappiamo che non è vero: ad
ascoltarle siamo sempre i soliti.
E adesso? E
adesso, a parte un altro album che pare scomparso nel nulla (forse in quanto è crowdfunded e quindi prima finanzia, poi
registra, poi pubblica?), arriva con un film in cui è coprotagonista ([14]) e con
le sue memorie scritte dal titolo tongue
in cheek: Clothes Clothes Clothes Boys
Boys Boys Music Music Music.
Ripeto: Viva
Viv!
Steg
POST SCRIPTUM
Un paio di bonus:
Tutti i diritti riservati/All rights
reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la
medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su
sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il
pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] “By
numbers”: come quei quadri in cui si riempiono gli spazi secondo i colori.
C’è un album di The Who: The Who by Numbers, appunto, nel quale
la copertina è da completare sia con colori sia con tratti.
Per anni non avevo mai
pensato a questo modo di dire finché un giorno il mio amico Fred Ventura lo usò
per definire qualcuno.
[2]
Pessima abitudine di confondere l’uno con il tutto: e la Scozia, e il Galles …?
[3]
Rinvio al libro di Claudio Pescetelli, Lo
Stivale è marcio (Roma, 2013), pagg. 173 e ss. per la versione ufficiale , cioè quella di
chi probabilmente è ancora vivo.
[4] Sono
invece la creatura di Anna Rosso Veleno secondo la versione di Elettro &
Glezos: Punk alla carbonara – rhinestone
nubile edition (Milano, 2012), pag. 82.
[5]
Perché non “le Runaways de noantri”?
Probabilmente in quanto il quintetto californiano non era abbastanza punk per
essere imitato e poi sapevano suonare.
[6] O
meglio: a detta di Claudio Pescetelli una certa Coletti Giovanna cerca di
parteciparvi e poi fonda le Kandeggina Gang: cioè le ispirate dalle Clito (non
le Raincoats italiane).
[9] Dei
ragazzi svedesi conosciuti qualche sera prima furono così gentili da inviarmi
anche una foto in cui, con buona volontà, mi identifico.
[10]
Curiosamente, siccome i bootleg si facevano ancora e anche usando quel che
capitava, il bootleg di Siouxsie and the Banshees intitolato Metal Shadows (Impossible Recordworks) contiene - per errore - anche una canzone di The Slits.
[11] Il
suo sito ci ricorda che: “Bought Les Paul
Junior with £200 my grandmother left me”. Dunque non trascura le Gibson.
[12]
Certo lei vezzosa ha intitolato una sua canzone “Confessions of a MILF”, così
magari finite anche su siti internet imbarazzanti, ma sappiamo che lei è una delle
poche che bara dichiarando più anni di quelli che ha.
[13]
Peccato esso non contenga anche la canzone “Needles” (peraltro del 2010), sorta di brevissima epica
londinese 1975-1976 in
cui siamo anche informati che Viv non andò mai oltre le anfetamine.
Ne esiste, fra l’altro, una
versione eseguita al Meltdown Festival nel giugno (almeno la sera del 17) 2013:
lei apriva con il suo gruppo per Siouxsie. Phew!
Tutto molto interessante, Steg. Qualche ovvia annotazione:
RispondiEliminaa) Le Clito SONO ECCOME idea/iniziativa di Rosso Veleno, fiancheggiata da Lilia Pinky Footies (soprannome datole da Tonito, suo ex boyfriend). Fatto inoppugnabile e documentato in 'Punk Alla Carbonara' è la loro partecipazione all'ultimo album degli Area dei bei tempi che furono,'1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano' (il brano è 'Vodka Cola', con un finale doo-wop nel quale le Clito fanno da coriste un po' alla Silviotta Annichiarico);
b) Le Clito viste al Sabatok Folle non hanno alcuna parentela con la primissima versione della cosiddetta band. Non c'entra la Giovanna e non c'entrano la beneamata cippa tutti gli altri/altre. Lasciate che ne parlino, chi lo fa non era lì e di conseguenza non sa e non conta un proverbiale cazzo;
c) Eh, quando le Slits le vedemmo all'Odissea 2001 non erano già più loro. Suonavano meglio, Budgie eccetera eccetera, ma non erano loro;
d) Ribadisco quanto ti ho già detto in privato: molti gruppi sono arrivati tardi al fatidico primo album, che di conseguenza suona come un terzo o un quarto senza i primi tre. Il caso delle Slits è esemplare;
e) Beh, sarà stata scortese, ma Tessa che autografa come 'Jimi Hendrix' è grandiosa;
f) Quoto Rosso Veleno: "A migliaia di chilometri da qui, e mai per merito vostro".