NACH TONITO
(una conoscenza
interrotta prima dell’usura)
I vampireschi
appetiti che si saziano anche mediante i miei post non capiranno molto, pazienza. Del resto questo è un altro
scritto per pochi.
Vorrei chiedere
a Tonito: “sei stato a Berlino?”
Vorrei chiedere
a Tonito: “hai letto Nietzsche?”
Vorrei chiedere
a Tonito, soprattutto: “perché ti piace David Bowie ([1])?”
Avendo io
impiegato anni per redigere e rendere leggibile ad altri (se non concludere,
come dimostrano queste righe) il “Tonito Memorial”, non può sorprendere se una
ulteriore spiegazione di quelle mie pagine abbia richiesto altre dozzine di
mesi per definirsi ([2]).
Quella con
Tonito è stata per me – allora io non ero una persona cosi interessante (o
meglio non mi reputavo io; salvo smentita di qualcuno, come mi disse Billy
Houlston a proposito del mio frequentare Siouxsie and the Banshees) – una grandiosa
conoscenza (non uso il termine amicizia in quanto credo eccessivo o, comunque,
abusato) diluita ed interrotta.
Mi rendo conto
di ciò solo in questi giorni, avendo diagnosticato, a malincuore ma
definitivamente, come una amicizia durata mezzo secolo sia per me sepolta ([3]).
Le amicizie e le
conoscenze spesso finiscono per usura di uno dei due, che diventa noioso/a; per
le amicizie la soglia di percezione è semplicemente meno spiccata di quanto
accade fra conoscenze interessanti in quanto si genera una tolleranza reciproca.
Con Tonito non
ho potuto, per cause a noi non imputabili, nemmeno ipotizzare di raggiungere
quel rischio di soglia usura, c’era ancora molto da dire prima della noia.
Vorrei chiedere
a Tonito: “che ne pensi di Bill Sienkiewicz e di Howard Chaykin (tu che su
foglietti a quadretti snoccioli storyboard
senza fatica)?”
Vorrei chiedere
a Tonito: “del finto ‘effetto scarno’ di Keibol
Black di Miguel Àngel Martìn cosa mi dici?”
Chiaramente, la
lista può proseguire. È un esercizio infinito ed impossibile, perché gli
avvenimenti di oltre sedici anni influenzerebbero anche lui ([4]), ma
tant’è.
Non è che io sia
senza interlocutori, però me ne manca sempre almeno uno, e le tempeste
cerebrali sono, sempre, insufficienti.
Steg
©
2013 Steg, Milano, Italia.
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senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore.
[1] È facile oggi, 2013,
spiegarsi, ma nel 1996 stavamo ancora digerendo, nel migliore dei casi, 1.Outside.
[2]
L’illustrazione di accompagnamento questo post
ha un’origine, ancora una volta, bowiana. Nelle sessioni fotografiche per Diamond Dogs v’è ne è una, scattata da
Terry O’Neill, di cui fa parte la celeberrima foto in bianco e nero con il cane
danese che salta in alto e David Bowie seduto in una tenuta quasi da gaucho
alla Rodolfo Valentino. Ai suoi piedi un libro aperto con la copertina in
qualche evidenza: è quello di Walter Ross, dedicato nella sostanza a James
Dean. Caveat: non tutte le edizioni
hanno quella copertina, quella che rileva è del 1958.
Inizialmente, avevo pensato
di utilizzarla per “Tonito Memorial”.
Una curiosità per iniziati,
e in fondo noi tutti eravamo degli iniziati.
[3] Altro
non serve aggiungere.
[4] Che quindi avrebbe potuto
diventare noioso, non lo escludo, il fatto è che non mi è concesso scoprirlo.
Mmmmmmhhh, Steg.
RispondiEliminaOggi a Tonito chiederemmo l'unica cosa possibile: "Chiedi, Tonito. Diccelo". Il problema sarebbe farlo parlare e farlo sentire abbastanza al riparo da farglielo fare.
Il resto lo sappiamo noi due.