"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 25 marzo 2013

“1001 NULLA PRIMA DI MORIRE”: UN ESEMPIO A CONTRARIO ELTON JOHN


“1001 NULLA PRIMA DI MORIRE”:
UN ESEMPIO A CONTRARIO ELTON JOHN

 

L’inutilità dei libri che consigliano 1001 (o altro numero) libri/dischi/film “prima di morire” è confermata in molti modi ([1]).
 
A parte l’improbabile rilettura di un libro, la più probabile seconda visione di un film, la ben più frequente possibilità di ascolto di un disco: i quali già dimostrano la scarsa uniformità di metodo ([2]).
Anche il soggetto consigliante conta.
 
Vi faccio un esempio: avete 20 anni, non avete letto The Way We Wore di Robert Elms, non avete visto le montagne alte una dozzina di piedi di sacchi di immondizia nelle aiuole di Leicester Square, Londra, nell’estate del 1974.
Dunque con che spirito ascolterete “Saturday Night’s Alright For Fighting” di Elton John ([3]) se ve lo si consiglia senza avvertenze?
 
Un “vecchio omosessuale sovrappeso con il parrucchino” Sir Reginald K. Dwight (all’anagrafe)?
Beh considerando l’aria artistico-musicale-sessuale che continua a tirare (in Italia e non solo) in termini di outing, andiamoci molto piano con i giudizi affrettati.
 
Del resto, se ti sceglie Pete Townshend, già la tua credibilità da strada aumenta.
“Pinball Wizard”: anyone?
 
Leggenda – banalmente verificabile sui numeri – vuole che ci fu un periodo degli scorsi anni ’70 momento in cui Elton John vendeva tanti fonogrammi da poter essere quantificato in una percentuale su scala mondiale.
Un dato di fatto che mi parve quando lo appresi, e ancor mi pare, impressionante.
 
Scrivo di un artista che nel 1975 poteva permettersi di eseguire dal vivo l’intero suo album del periodo.
Trenta anni dopo questa era venduta come una “grande idea”.
 
E, lo dichiaro io senza timore di smentita, W. Axl Rose quando suona il piano in “November Rain” non si vergogna certo di averlo come riferimento (piuttosto che Jerry Lee “Great Balls of Fire” – I married my 15-y-o cousin – “The Killer” Lewis).
Tanto per raddrizzare qualche altro ricordo spiegazzato.
 
Avrei voluto indire un piccolo concorso per scoprire titolo e autore di una certa “riga” di una canzone; però la rete avrebbe reso gli ignoranti pari dei miei meritevoli apprentice ([4]).
Se nel 1973 mi dichiaro “a juvenile product of the working class” e non sono (già) Jagger/Richards ([5]), Ian Hunter o David Bowie, qualche lombo di nobiltà rock ‘n’ roll me lo sono guadagnato, al prezzo di ciuffi di capelli distrutti da tinture assassine che sarebbero state risparmiate ai fratelli minori punk.
Ah, la canzone è – ancora – “Saturday Night’s Alright For Fighting” (sempre combattenti ... ), laddismo pre-gallagheriano ([6]) molto ante litteram, anzi litteram esso stesso.
 
Signore e signori: Elton John, dunque.
 
Potete pure fare i compiti, adesso.
Con buona pace dei soliti 1001 dischi.
 
 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

© 2013 Steg, Milano, Italia.
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[1] Ne ho già scritto nel post “Le proprie fondamenta si costruiscono nel corso della vita, senza ‘manuali del meglio’”.
[2] Che dire di un cibo, poi?

Si mangia due volte al giorno un pasto completo. Che senso ha comparare la testina di vitello del Grand Vefour di Parigi con quella di sedicenti ristoranti con “specialità bollito”? E quante pentole di baccalà mantecato sono finite negli scarichi veneziani perché “era venuto male”?
[3] Tratto dall’album Goodbye Yellow Brick Road.
[4] Tanto per citare The Streets, non Flavio Briatore entro un format televisivo di qualche mese fa.
[5] “Street Fighting Man”: suona saturo anche Charlie Watts ...
[6] Non Rory, Noel.

1 commento:

  1. Ah, now you're talking -come disse un tifoso del Reading a Paolo Hewitt alla pronuncia del mero nome di Robin Friday (lo dice il Paolo nel suo unico libro interessante, la bio di Friday appunto, quella che porta sulla copertina uno dei più favolosi titoli di tutti i tempi: 'The Greatest Footballer You Never Saw'). Tutto questo per dire che 'Saturday Night's Alright For Fighting' meriterebbe un libro, che nè io nè Steg nè Top Shooter saremo mai in grado di scrivere. Ma nemmeno Noel Gallagher, visto che la vestizione descritta nel testo della canzone è quella di un fetish rocker alla 'Scorpio Rising', e non di un lad da sala da biliardo, vivaddio. La versione dei post-Who era doverosa ("è un pezzo scritto con Townshend in testa", suonava l'adagio sui giornali musicali UK all'epoca). In realtà, il VERO gruppo che avrebbe DOVUTO buttarsi a testa bassa sul pezzo erano i Faces: ad ogni ascolto ti vedi la faccia del Rod incollata al parquet dalla trasudazione alcolica. Ascoltate 'Borstal Boys', e le similitudini si sprecano a manate. Il cerchio si chiude alla perfezione su Hewitt, visto che il box set dedicato ai Faces porta in copertina IL titolo/barzelletta più favoloso di sempre: "Five Guys Walk Into A Bar.....". Hats down.

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