“1001
NULLA PRIMA DI MORIRE”:
UN
ESEMPIO A CONTRARIO ELTON JOHN
L’inutilità dei
libri che consigliano 1001 (o altro numero) libri/dischi/film “prima di morire”
è confermata in molti modi ([1]).
A parte l’improbabile
rilettura di un libro, la più probabile seconda visione di un film, la ben più
frequente possibilità di ascolto di un disco: i quali già dimostrano la scarsa
uniformità di metodo ([2]).
Anche il
soggetto consigliante conta.
Vi faccio un
esempio: avete 20 anni, non avete letto The
Way We Wore di Robert Elms, non avete visto le montagne alte una dozzina di
piedi di sacchi di immondizia nelle aiuole di Leicester Square, Londra, nell’estate
del 1974.
Dunque con che
spirito ascolterete “Saturday
Night’s Alright For Fighting” di Elton John ([3]) se
ve lo si consiglia senza avvertenze?
Un “vecchio omosessuale
sovrappeso con il parrucchino” Sir Reginald K. Dwight (all’anagrafe)?
Beh considerando
l’aria artistico-musicale-sessuale che continua a tirare (in Italia e non solo)
in termini di outing, andiamoci molto
piano con i giudizi affrettati.
Del resto, se ti
sceglie Pete Townshend, già la tua credibilità da strada aumenta.
“Pinball Wizard”:
anyone?
Leggenda –
banalmente verificabile sui numeri – vuole che ci fu un periodo degli scorsi anni ’70 momento in cui Elton
John vendeva tanti fonogrammi da poter essere quantificato in una percentuale
su scala mondiale.
Un dato di fatto
che mi parve quando lo appresi, e ancor mi pare, impressionante.
Scrivo di un
artista che nel 1975 poteva permettersi di eseguire dal vivo l’intero suo album
del periodo.
Trenta anni dopo
questa era venduta come una “grande idea”.
E, lo dichiaro
io senza timore di smentita, W. Axl Rose quando suona il piano in “November
Rain” non si vergogna certo di averlo come riferimento (piuttosto che Jerry Lee
“Great Balls of Fire” – I married my 15-y-o cousin – “The Killer” Lewis).
Tanto per
raddrizzare qualche altro ricordo spiegazzato.
Avrei voluto
indire un piccolo concorso per scoprire titolo e autore di una certa “riga” di
una canzone; però la rete avrebbe reso gli ignoranti pari dei miei meritevoli apprentice ([4]).
Se nel 1973 mi dichiaro “a juvenile product of the working class”
e non sono (già) Jagger/Richards ([5]),
Ian Hunter o David Bowie, qualche lombo di nobiltà rock ‘n’ roll me lo sono
guadagnato, al prezzo di ciuffi di capelli distrutti da tinture assassine che
sarebbero state risparmiate ai fratelli minori punk.
Ah, la canzone è
– ancora – “Saturday Night’s Alright For Fighting” (sempre combattenti ... ),
laddismo pre-gallagheriano ([6])
molto ante litteram, anzi litteram esso stesso.
Signore e
signori: Elton John, dunque.
Potete pure fare
i compiti, adesso.
Con buona pace
dei soliti 1001 dischi.
Steg
©
2013 Steg, Milano, Italia.
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pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso
consenso scritto dell’autore.
[1] Ne ho
già scritto nel post “Le proprie
fondamenta si costruiscono nel corso della vita, senza ‘manuali del meglio’”.
[2] Che
dire di un cibo, poi?
Si mangia due volte al
giorno un pasto completo. Che senso ha comparare la testina di vitello del
Grand Vefour di Parigi con quella di sedicenti ristoranti con “specialità
bollito”? E quante pentole di baccalà mantecato sono finite negli scarichi
veneziani perché “era venuto male”?
[3] Tratto dall’album Goodbye Yellow Brick Road.
[4] Tanto
per citare The Streets, non Flavio Briatore entro un format televisivo di qualche mese fa.
[5] “Street Fighting Man”: suona
saturo anche Charlie Watts ...
[6] Non Rory, Noel.
Ah, now you're talking -come disse un tifoso del Reading a Paolo Hewitt alla pronuncia del mero nome di Robin Friday (lo dice il Paolo nel suo unico libro interessante, la bio di Friday appunto, quella che porta sulla copertina uno dei più favolosi titoli di tutti i tempi: 'The Greatest Footballer You Never Saw'). Tutto questo per dire che 'Saturday Night's Alright For Fighting' meriterebbe un libro, che nè io nè Steg nè Top Shooter saremo mai in grado di scrivere. Ma nemmeno Noel Gallagher, visto che la vestizione descritta nel testo della canzone è quella di un fetish rocker alla 'Scorpio Rising', e non di un lad da sala da biliardo, vivaddio. La versione dei post-Who era doverosa ("è un pezzo scritto con Townshend in testa", suonava l'adagio sui giornali musicali UK all'epoca). In realtà, il VERO gruppo che avrebbe DOVUTO buttarsi a testa bassa sul pezzo erano i Faces: ad ogni ascolto ti vedi la faccia del Rod incollata al parquet dalla trasudazione alcolica. Ascoltate 'Borstal Boys', e le similitudini si sprecano a manate. Il cerchio si chiude alla perfezione su Hewitt, visto che il box set dedicato ai Faces porta in copertina IL titolo/barzelletta più favoloso di sempre: "Five Guys Walk Into A Bar.....". Hats down.
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