AFFARE
O PREDA?
(brevi
note sul collezionismo anche spicciolo)
Senza evocare (“scomodare”
implica un rispetto che non mi è congeniale al riguardo) troppo trasmissioni di
collezionabili più o meno datati ...
Cerca l’affare il mercante (ancor più infame di quanto lo descrive Charles Baudelaire, siccome è mercante di inessenziale materiale).
Lo cerca anche
il piccino collezionista che in verità non lo è: egli/ella è come quegli
scolari e/o studenti che vorrebbero sottrarre al bidello il traffico delle
merendine.
Preda invece è
il pezzo raro (talvolta più raro se rientra nella classe di categoria, che
anche io uso, del “cerco quello che mi manca e che ignoro esistere o, almeno, che
non spero di trovare”).
Raro non
significa costoso.
Raro non
significa, nemmeno, perdere il sonno per conquistarlo.
Raro però può
essere eccezionale e quasi unico.
Raro può essere
occasione inaspettata e conclusa con un sorriso, oppure fonte di patema o di
stizza e disappunto (mio disappunto da 390 Euro quest’anno, ne avrei spesi
anche 500, per un Nimier che mi avrebbe deliziato. Guardo le sue firme,
quattro, che mi coccolo sugli scaffali, ma ...).
Raro, vittoria
oppure sconfitta oppure occasione acciuffata per “mestiere di noia esistenziale”.
Ma, caveat!: “The chase is
better than the catch” (cit). Più spesso di quanto si pensi.
Continua?
Comunque: il “Dottor
Rosa”, esperto nella trasmissione (è un format) televisiva “Cash or trash”, la
mia Rotten Bar (CORS) vorrei vedere se riesce a catalogarla da solo,
oppure mi chiede aiuto.
Nota tecnica:
questo post rischiava di restare in bozza, mi sarebbe dispiaciuto (ma non lo
sapevo): lo ho ritrovato.
Steg
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