"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



martedì 19 marzo 2013

MORRISSEY NON È MORTO (ed è, per fortuna, scorretto)


MORRISSEY NON È MORTO
(ed è, per fortuna, scorretto)

 

Traggo spunto per queste riflessioni, positive, dalla notizia - negativa - del 16 marzo 2013 per cui Morrissey a causa di serie, ulteriori, ragioni di salute ha cancellato il resto dei suoi concerti “americani”.
 
Una preoccupazione mi affligge, pur non attanagliandomi: in Italia quanti di quelli che seguono Morrissey lo abbandonano per l’artista ottimista di turno (magari anche nazionale) allorché la vita sorride loro almeno un po’?
Peggio che i parlamentari del M5S che votano per candidati del PD.
 
Uno dei dati più importanti – ma spesso ignorato – riguardante Morrissey è che egli non è politicamente o socialmente corretto.
Basta scorrere i titoli delle sue canzoni.
 
Linked In ti dice che devi complimentarti quando qualcuno cambia lavoro. Come conciliare ciò con “We Hate When Our Friends Are Successful”?

 

Tutti i – numerosi – modesti figuri che ti augurano meccanicamente e acriticamente “buon week-end” come si conciliano con “Every Day Is Like Sunday”?

 

Che dire, poi, degli ipocriti che cercano di convincersi, prima di convincere te, che una persona brutta, in realtà è sempre (!) bella e preziosa, di fronte a “November Spawned A Monster”?
Figuriamoci un handicappato fisico o mentale.
 
Sarebbe bello se Morrissey dedicasse un poco del suo tempo libero così incidentalmente acquisito per ultimare i dettagli della sua autobiografia, già conclusa da due anni e oltre le 660 pagine.
Non voglio grandi fatti - ma vorrei tante righe su di lui e Linder Sterling - bensì un suo punto di vista sull’ultimo mezzo secolo e su almeno alcuni dei suoi riferimenti intellettuali.
Con tanta ingratitudine e molti fusées baudelairiani di intelligenza.
Che egli pubblichi con Penguin o con Faber & Faber non importa.
 
Everyone lies/Nobody minds” ([1]).
Appunto.
 
 
                                                                                                                      Steg
 

 

 
© 2013 Steg, Milano, Italia.
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[1] “Glamorous Glue” sempre dalla sua penna autoriale.

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