"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)
mercoledì 17 dicembre 2014
ARTURO PÉREZ-REVERTE (Sketches series - 19)
mercoledì 10 dicembre 2014
PIERO MANZONI DUE
giovedì 4 dicembre 2014
I MILANESI (“Salviamo Milano” reprise)
mercoledì 12 novembre 2014
DI SNIPERS, TIREURS, FRANCOTIRADORES E GRAFFITISTI (dove osano le perle, mediatiche e critiche)
sabato 8 novembre 2014
“THE WIDTH OF A CIRCLE” (Song series - 4)
“THE WIDTH OF
(Song series - 4)
Affermava Tonito che The Man Who Sold The World è heavy
metal. Forse.
Lui, a suo dire,
faceva parte della “gente bella”, cioè di quelli cui tutto avrebbe dovuto
essere permesso invece permesso tutto non lo fu.
Riposa in pace,
dannato (cfr. F. S. Fitzgerald, ma anche John Foxx) Antonio!
The Man Who Sold The World, di cui già ho scritto, è un disco a faticosa gestazione e a definitiva ossessione per l’ascoltatore.
Colossale e mostruosa come una creatura di Robert E. Howard, si erge la sua monumentale apertura: “The Width Of A Circle”. Essa nasce con dimensioni quasi accettabili, come sanno tutti quelli che ne conoscono anche le versioni giovani (non giovanili).
Poi l’opera si
sviluppa e cresce quasi incontrollabile fino a divenire una schizofrenia a due
e fra due: le liriche di David Bowie da una parte e le partiture di chitarra di
Mick Ronson (l’angelo biondo di Hull) dall’altra.
Separati e
complementari loro, come li si ascolta e vede in Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di Donn Alan “D. A.”
Pennbacker: Halloween Jack (Ziggy muore formalmente quella sera) preso nei suoi
mimi quasi leziosi per i profani e Ronno a calpestare il legno del Hammersmith
Odeon londinese come i listelli del ponte del suo veliero corsaro, le fibbie
henrymorganiane inconfondibili delle calzature a ricordarcelo.
Ogni volta l’ascolto è una esperienza e, come se non bastasse, nemmeno il tempo di riprendere fiato e si casca in “All The Madmen”.
NOTA DEL 2022
Circostanze fortuite mi hanno condotto a un probabilmente inevitabile nietzschiano.
Nel quarto capitolo di Al
di là del bene e del male (1886), si
trova questa considerazione di Friedrich Nietzsche: “Chi lotta con i mostri deve
guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo
in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te” ([1]).
Riandare al testo della canzone in commento è inevitabile.
Steg
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
Il capitolo è qui intitolato “Sentenze e intermezzi” (qualcuno preferisce “aforismi” come primo termine), tratto da Al di là del bene e del male, nel volume VI, tomo II, pagina 79, Milano, Adelphi delle opere nietzschiane; l’edizione cui mi riferisco è quella rilegata contenente anche l’opera Genealogia della morale.
domenica 19 ottobre 2014
RELIGIONE (impopolarità di non credenti e atei)
- io che in IV e V elementare ero esonerato dalla lezione di religione insieme ad un compagno di classe ebreo;
- io che nonostante l’esonero ebbi anche un “ottimo” in religione al liceo (ogni tanto capita “un prete bravo”);
- io che ho abbandonato le chiese politiche dal 1977;
- io che nel