"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



giovedì 4 dicembre 2014

I MILANESI (“Salviamo Milano” reprise)


I MILANESI
(“Salviamo Milano” reprise)

 

Ho impressionato (pittoricamente, non fotograficamente) di milanesità, in modo più o meno diretto, alcuni precedenti post.

 

Loredana Bertè, Luciano Bianciardi, Gianni Brera, Dino Buzzati, Franco Cavallone, Oreste Del Buono, Gian Carlo Fusco, Giovanni Gandini, Angela e Luciana Giussani, Piero Manzoni, Gigi-Yole-Susanna-Silvia e tutti gli amici dell’eliporto di Via Galvani (whatthefuck!), Renato Olivieri, Pietro, Enrico Ruggeri, Giorgio Scerbanenco, Umberto Simonetta, Antonio “Tonito” Talatin, Beppe Viola.
Emilio Salgari sarebbe stato un grande milanese; infatti, ben pochi di quelli qui sopra elencati sono nati a Milano.

 

Un vero milanese rimpiange i panini di “Cesare degli special” in Via Turati, non quelli di Gattullo.
E sa indicare la sede primigenia del Donini.
Premio speciale per chi mi dice che negozio c’era di fianco al lato bar del Savini (non serve essere “futuristi a caraffa” o sapere chi occupava i primi 4 box del ristorante simbolo di Milano, allora, per saperlo).
Perché Milano è morta, non per colpa (o a causa) di Bettino Craxi, e non risorge.

 

Ricordo una tarda sera, dopo cena, “al Giamaica” ([1]) con mamma e papà, dicembre: io dovevo essere sugli 8-9 anni: mi ordinano un “canarino”: la Signora Lina chiede ai miei genitori se sono adottato: il mio giaccone blu da marinaio ([2]) evidentemente fa molto Martinitt ([3]), smentita e mezze risate dei miei genitori di cui sono subito reso partecipe (grazie).

 

Io ho ricevuto la Pour Le Merite jugend-gavrochista per il mio frequentare Brera quando ancora Crippa o Kodra pagavano i conti al Soldato d’Italia con i quadri, le Merde non si vendevano, i travestiti erano delle anomalie (e a un alunno delle scuole elementari talune perplessità suscitavano) e, qualche anno dopo, con Pietro si tirava, lui alla guida io sui 14-15 passeggero, con/il (dune) buggy con motore Porsche (freni fuckallisti, evidentemente, e cinture di sicurezza whatfor?) sui listoni di Via Pontaccio come fosse un dragster su un quarto di miglio e frenata a paracadute.

 

Gli schizzi della mia tavolozza sono finiti, perché non voglio ripetere gli acquerelli che trovate cercando fra le etichette di queste righe e con qualche sponda ulteriore nel blog.

 

E ricordate, se volete, che fra gli amici ci sono Mauro “Maurino” Di Francesco e Cochi Ponzoni (fra i morti Giorgio Porcaro, not forgotten) piuttosto che i famosi, un film come Kamikazen di cui non esiste DVD, etc.

 

Dedicato ([4]) a: Valerio A. (prima o poi ...); Pino M.; Gigi, Yole, Susanna e Silvia M.; Cesare M. (RIP 2014); Pietro Q.; tutti quelli che - vivi o morti - non abbisognano di istruzioni, compreso mio zio Mario S. (RIP 2014) un napoletano “di Milano” che ha spiegato due o tre cose a Umberto Eco (uno di Alessandria, ancora oggi, mai stato milanese).

 

Un milanese non parla mai di panettone.
Buon Natale, comunque.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Allora si chiamava ancora Giamaica. Adesso invece (anche il Giamaica non è più il Giamaica) http://www.jamaicabar.it/.
[2] Tagliatomi su misura da mio nonno, übertailor: si chieda a chi era allo Hurrah manhattanita nel 1980 a vedere i Dexy’s Midnight Runners a gomito con me che indossavo un suo blazer sfoderato.
[3] Se devo tifare, tifo Angelo Rizzoli senior, vs. Arnoldo Mondadori: cfr, Oreste Del Buono, Amici, amici degli amici, maestri ….
[4] Pantera Loredana dal ferino avorio luccicante in Via Verri al chiaro di luce artificiale fuori dal No Ties, 1980 a settembre di sera. Già scritto forse, ma fa niente.

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