"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



martedì 19 aprile 2022

JEAN-PIERRE MELVILLE, ALAIN DELON E …

 

JEAN-PIERRE MELVILLE, ALAIN DELON E …

 

Premessa: non mi sento di qualificare questo scritto nelle “Sketches series” perché credo sarei immodesto.

 

Jean-Pierre Melville lo ho incontrato (in senso lato) un paio di volte senza soffermarmici troppo.

La prima fu certamente in quanto egli firmò la regia del film ([1]) tratto dal mio secondo livre de chevet: Les Enfants terribles di Jean Cocteau ([2]).

La seconda, direi, siccome egli è fra i personaggi ([3]) di À Bout de souffle, film di Jean-Luc Godard (e François Truffaut) ed epitome della nuovelle vague cinematografica.

Non posso dire di essergli passato di fianco senza accorgermene, in quanto entrambe le opere cinematografiche le conosco bene.

Però esiste un dettaglio curioso: al mio definitivo incontro con il regista francese, molti anni dopo, mi premurai di comprare almeno l’edizione italiana di quello che è considerato il testo da avere se su Melville si vuole avere solo un testo: Le Cinéma selon Jean-Pierre Melville: Entretien avec Rui Nogueira ([4]). L’edizione francese ormai aveva un prezzo troppo alto, ma anche quella curata da Claudio G. Fava era ormai un titolo non comune ([5]).

 

Accadde quindi che nel 2020 incappai nella segnalazione di un libro di Michael Mann, pubblicato direttamente in lingua inglese, uscito tre anni prima: The Dandy at Dusk: Taste and Melancholy in the Twentieth Century ([6]). In copertina una immagine in piano medio che guarda, girato verso sinistra, la camera: è Jeff Costello, cioè Alain Delon, protagonista de Le Samouraï: film diretto da Melville (1967). Il volume comprende un ampio capitolo dedicato al cineasta francese dal titolo piuttosto eloquente: To Become Immortal and Then Die. La bibliografia non è per argomenti e privilegia anche edizioni non in lingua originale, evidentemente la filmografia si spiega quasi da sola.

 

Di Le Samouraï sembra che si debbano possedere tre edizioni: quella corrente, quella non rimasterizzata europea e quella nordamericana di Criterion. Fatto.

A questo punto, però, si dovrebbe già aver capito una – altra – cosa: Alain Delon non è l’attore dei film con la regia di Luchino Visconti (lo dichiara la stella francese, Melville lo considerava una “star” appunto, seppur in modo non esplicito in una intervista televisiva del 1967 alla vigilia della uscita nelle sale dell'opera melvilliana).

Comunque, può giovare anche la lettura di un piccolo libro che si spiega da solo: Requiem pour un homme seul – Le Samouraï de Jean-Pierre Melville scritto da Xavier Canonne ([7]).

 

Le idee sono riordinate, due citazioni: una quasi testuale, l’altra verbatim.

La prima è di Jean-François Delon, fratello minore di Alain, in una lunga intervista per la rivista Schnock (numero 37): Melville non dava mai la mano, “ci” si salutava alla giapponese.


Anno 2007, Delon a un festival del cinema ([8]):

Delon: “Melville était un personnage exceptionnelle, un gendre de monarque, l’un des grandes cinéastes qui n’ont pas de équivalent.

C’est parce qu’ils ne sont plus là que je n’ai plus envie de faire de cinéma. Si je meurs demain, votre titre c’est quoi?”.

Molti giornalisti: “ «Le Samouraï est mort»”.

Delon: “Parfait, on est d’accord”.

 

E una non troppo nota smentita: il romanzo che ispirò il film di Melville non esiste.

 

Direte: ma quel dettaglio curioso? Beh qualche mese fa riordinando dei libri in argomento cinema ho trovato una copia, nuova, dell’edizione italiana del libro di Nogueira.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[3] Lo scrittore Parvulesco, intervistato all’aeroporto.

[4] Questo è il titolo della nuova edizione, pubblicata all’inizio del 2021 dall’editore francese Capricci.

[5] Rui NOGUEIRA, Il cinema secondo Melville, Recco, Le Mani, 1994; l’originale è Le Cinéma selon Jean-Pierre Melville, Paris, Seghers, 1973.

[6] London, Head of Zeus.

[7] Morlanwelz, Les Marées de la nuit, 2010.

[8] Denitza BANTCHEVA, Jean-Pierre Melville de l'œevre a l'homme, edizione 2019, Paris, Editions du Revif, pagina 217.

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