1984: ET NOUS REPARLERONS DE “PEZZI DI BUIO” ([1])
(UN ANNO LUNGO)
(Steg about
Steg Series - 5)
Possibile prosieguo del post della stessa serie “Hamburger
e altro” ([2]),
qui a costo di andare un poco sul personale vorrei riordinare le idee.
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Un anno lungo: certo: per me cominciò nella notte già del
7 settembre 1983, sdraiato sulla panchina della stazione ferroviaria nell’attesa
di un treno che da Modena mi portasse a Milano.
Riflettevo sul fatto che dovevo dare uno strattone alla
tesi di laurea, o meglio alla sua scrittura, se volevo, almeno, laurearmi nella
successiva sessione di aprile.
Tornavo da un concerto se non bellissimo molto emozionante
di S&TB: visto dal palco (qualche pass era arrivato da qualche parte), poi a fare da
interprete per le interviste, poi al ristorante con Siouxsie che mi imboccava
con la sua forchetta perché anche io mangiassi qualche tortellino.
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Tesi, raso e bansheeiana
Cambio di passo, dunque, ma non di abitudini milanesi:
quindi sempre la routine delle riviste musicali britanniche e i dischi (i CD - cioè il formato - quell’anno erano limitati a Miles Davis e quelli di David Bowie si sapeva che “suonavano
male”).
A fatica consegno nei tempi la tesi di laurea e contemporaneamente
mi preparo per il concerto di S&TB di Milano, del 29 marzo al Teatro Tenda.
Ed ecco verificarsi due eventi inaspettati nel corso di un pre-concerto in due
fasi: l’amico Tony Selinger ([3])
mi porge una copia del rough mix di Hyaena nelle ore fra il soundcheck e
il concerto. L’altro è una ragazza bionda, vestita quasi come una figurina da
torta nunziale (nel ruolo di damigella), amica di Robert Smith con cui
comincio a scambiare due parole nel fango circostante il Teatro Tenda: io ho
dei boots (probabilmente dei Johnson’s) lei delle scarpine di raso; si chiama
Heidi.
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Ottengo un lavoro a Londra, in uno studio di “solicitors”,
col senno di poi molto interessante sotto il profilo umano e con grandi
possibilità di vivere la città.
In quell’anno, una bella estate, nella capitale era ancora possibile
sentirsi come nel paese dei balocchi.
La sera del 9 giugno dopo il secondo concerto di
S&TB alla Brixton Academy si
finisce tutti al private party presso il pub King’s Head (nella City): chiuso
per l’occasione, è gestito da un amico della band.
Vengo presentato al nuovo chitarrista: John Valentine
Carruthers.
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Valigie e i Pezzi di buio
Rientrai a Milano, riportando anche un po’ di quanto già
avevo comprato, per le elezioni europee del 17 giugno 1984.
Ripartii per Londra subito dopo, mi pare da Malpensa, nella
mattina del 18. In attesa del volo notai 5 ragazze, sicuramente più giovani di
me di qualche anno: fresche ed affiatate, qualcuna pareva anche carina.
Le ritrovai a qualche posto da me, dietro o di fianco, sull’aereo
e si cominciò a chiacchierare: confesso che esibii il mio “AAA” laminato dello Hyæna Tour per rompere il ghiaccio e si passò all’argomento musica. Tutte simpatiche,
genovesi, diciottenni nel 1984 prima o poi: Patty, Irene, Antonella, Paola e Giovanna;
ma con le prime due legai subito, soprattutto con Patrizia quando mi dichiarò
che le piacevano Adam and the Ants e le chiesi: “hai una frusta in valigia?”.
Diedi loro mio indirizzo e numero di telefono, ma il mio
landlord si dimenticò (sic) di dirmi che avevano telefonato: ci si rincontrò
per caso in King’s Road con Patty ed Irene e si combinò di vederci una sera.
Rammento che andai a casa loro, dalle parti di Brompton Road,
forse, quei bei mattoni rossicci. Mi accolse una stanza grande che mi rammentò
subito il rifugio di Paul e Elisabeth ne Les Enfants terribles: ma qui
era stesa sul filo ad asciugare la coloratissima biancheria delle ragazze.
Poi si andò da qualche parte, quella volta od un’altra a
Covent Garden.
Ricordo però che Irene mi disse che lei si sentiva un “Pezzo
di buio” e me lo raccontò mentre scendevamo a rotta di collo io e lei la scala
a chiocciola di una stazione di metropolitana, gli altri dietro (magari usando
l’ascensore).
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Steg
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senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore/degli autori.
[1] La
parte francese del titolo è l’omaggio ad uno di quelli più evocativi, per me, entro
la serie di storie brevi di Corto Maltese: il titolo esatto è “...
Et nous reparlerons des Gentilhommes de Fortune”, storia del 1970 che
tratta di una specie di caccia al tesoro, ma in fondo si parla di persone un po’
speciali, non allineate, i gentiluomini di fortuna, avventurieri o pirati,
anche Corto Maltese.
Per me sono echi lontani,
come vedrete.
[3] Che
già mi aveva omaggiato del suo Pass AAA dei concerti londinesi al Royal Albert Hall
della band: diverranno Nocturne: album e video.
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