HUGO
PRATT: QUALCOSA DI PERSONALE
(a
proposito di un piccolo libro)
Quando desideravo
scrivere una biografia, cronologica ma non solo, su Hugo Pratt ([1])
avevo anche un titolo (che non svelo) che avrebbe dovuto far presente
l’approccio non agiografico della medesima.
È andata come è
andata, per ora almeno.
Da qualche anno,
comprare tutto quello che è pubblicato di/su Hugo Pratt ha una serie di
controindicazioni, si compiono delle scelte e poi si giudicano.
L’ultima
acquisizione è un libro in lingua francese di non grande spessore: poco oltre
le cento pagine che si riducono all’ottantina scritte, di un formato
leggermente inusuale, illustrato con vignette tratte dalla storia “Y todo a
media luz” (cioè “Tango”) ([2]): è Hugo Pratt: la rencontre de Buenos Aires
di Michel Rime, pubblicato nel luglio 2014 da Favre.
Volume godibile,
con alcune considerazioni sul Maestro di Malamocco non orientate e come tali
critiche o anche solo descrittive e come tali non “santificanti”. Si capisce di
chi sia la “farina” leggendo i ringraziamenti: Marina Pratt, Anne Frognier, ...
Se facessi delle
citazioni vi toglierei il gusto della lettura, ed allora vi segnalo alcune
pagine, partendo da righe dedicate all’inimitabile Anne: 16-17, 24-26, 44-45,
56-58, e forse qualcosa d’altro che troverò di seguito.
Mi azzardo a
metterlo – pur coi limiti della sua consistenza quanto a pagine – al fianco
(oltre che dei “classici” libri più o meno firmati da Dominique Petitfaux) di: Un romanzo d’avventura, Le pulci penetranti ([3]), Corto come un romanzo (prima edizione) e
Avevo un appuntamento.
Steg
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