(Sniper
series - 26)
Il Foglio mi fornisce l’occasione per
una critica intelligente rispetto a una persona noiosa. Si tratta di Giuseppe
“Beppe” ([2])
Severgnini.
Beppe Severgini
è l’Enzo Biagi di questi anni: saggezza da massaia, un po’ di mondo girato
(caspita sa l’Inglese … ([3])),
profilo non troppo alto in termini di censo, ma abbastanza (è figlio di notaio)
e quindi moralmente ineccepibile, poi è di quelli che parla di calcio però non
troppo dunque sta simpatico anche alle donne ([4]).
Insomma di
quelli che anche se fossero colpiti dalla lebbra la porterebbero in maniera davvero
signorile.
Ebbene, sul
numero del 18 settembre 2014 del quotidiano “di Giuliano Ferrara” un
bell’articolo firmato da Alfonso Berardinelli intitolato “Che Domenica bestiale”
dedicato ai supplementi letterari
domenicali de Il Sole 24 Ore e del Corriere della Sera.
Cito
testualmente (da pagina 4): “Il mio mattino domenicale sta finendo, è già mezzogiorno.
Apro la Lettura, supplemento del Corriere, e chi trovo? Beppe Severgnini, che
introduce il numero occupando due pagine con un suo decalogo sulla creatività.
Per dargli retta bisognerebbe credere che la creatività ce l’abbia in dote. Ma
basta leggere i dieci titoletti e capire quanto semplice e felice (o infelice e
complicata) sia la vita di questo ragguardevole testimone dei nostri tempi, il
quale, per essere creativi, ci consiglia quanto segue: Non improvvisare, Non
escludere, Non illudersi, Non sbracare, Non temere, Non copiare, Non forzare,
Non distrarsi, Non isolarsi, Non irrigidirsi.
“Bene. E dopo tutto questo il risultato qual
è? E’ un articolo di Beppe Severgnini” ([5]).
Roba da Nonna
Papera, se almeno pubblicasse un ricettario Severgnini.
Un lato
positivo, però, c’è. Ho finalmente concluso che dovevo comprarmi le non
economiche Oblique Strategies di
Brian Eno e Peter Schmidt ([6]).
Ogni volta che
qualcuno mi chiederà il parere su un autore o un libro che non mi piace
risponderò che preferisco le Strategie
Oblique, anche a Beppe Severgnini.
Top
Shooter
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di questa opera – compreso il suo titolo – e/o la medesima nella sua interezza
può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi
privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo
ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1]
Ovviamente, il titolo è ispirato alla canzone interpretata da Tina Turner “We
Don’t Need Another Hero” (di Terry Britten e Graham Lyle).
La parola fra parentesi è,
come sanno i lettori affezionati del blog, il mio omaggio a quei titoli di
canzone di cui una parte è fra parentesi.
[2] Che
fa “tanto simpatico!”.
[3] La
lingua più semplice del mondo da apprendere. Provate il Tedesco o anche solo lo
Spagnolo quando arrivate a lo “estilo
indirecto”.
[4] Amico
di Daria Bignardi, epitome del “corretto”.
[5]
Ringrazio il sito https://rassegnastampapagineculturali.wordpress.com/,
che mi ha permesso di non dover ricopiare a mano dalla mia copia la citazione.
Severgnini? Ussignur, la quintessenza della mediocrità provinciale all'italiana. :-)
RispondiEliminaTop Shooter, allora ti devo fare vedere le cartoline che mi scriveva una decina d'anni fa, e magari raccontarti qualche serata con lui alla Comuna Baires in Milano tra il 2002 e il 2003. Roba da connoisseurs.
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