COLIN MACINNES: UN (ALTRO) ONE HIT WONDER LETTERARIO?
(Sketches series - 13)
Colin MacInnes è un nome che dice poco ([1]) al
di fuori di milieu di ex ed ex-ex
giovani provenienti da, o per lo meno appassionati di ([2]), stili
e tribù teenageriali.
Nella migliore delle ipotesi, i suoi lettori hanno affrontato tre
romanzi, solitamente partendo da quello che in ipotesi buona è l’unico letto: Absolute Beginners (in Italiano per
quanto ne so ancora tradotto con Principianti
assoluti). Gli altri due sono City Of
Spades che lo precede e Mr. Love And
Justice che gli succede ([3]).
L’eventualità più comune (ma ormai obsoleta) prevede la conoscenza ([4]) del
film ([5])
tratto dal libro e la canzone omonima di David Bowie facente parte della sua
colonna sonora: sempre con il titolo “Absolute Beginners”. Cioè di MacInnes
quasi si ignora l’esistenza.
In un mondo meno popcorn, l’itinerario almeno per gli “ex” fu invece il
seguente: “Absolute Beginners” canzone di The Jam (singolo dell’ottobre 1981 ([6])),
quindi scoperta del romanzo e un po’ di curiosità anche per gli altri due “capitoli”
della cosiddetta trilogia londinese, sebbene, magari, un battesimo letterario è
dato da qualche oscuro studio sui giovani come quelli di Dick Hebdige (prima
che Jon Savage diventasse quello che è) e le bibliografie che li accompagnano.
MacInnes, un bisessuale quando essere omosessuale (o bisessuale) per un
maschio non era di moda ed era anche “illegale” nel Regno Unito ([7]), è
passato alla storia per essere stato uno dei primi autori a scrivere di
gioventù, immigrati e Londra.
Absolute Beginners in
particolare si risolve in un racconto abbastanza aderente alla realtà per
diventare (ecco quindi Paul Weller) un classico dei modernisti di fine anni
settanta del ventesimo secolo.
Il peccato è che alla fine il suo autore è identificato ([8]) con
la sua opera più conosciuta, come se avesse scritto solo quella ([9]).
Certo poteva anche andargli peggio, lo sosterrebbe probabilmente Stewart
Home ricordando Terry Taylor e il suo Baron’s
Court: All Change (tematiche analoghe ma successivo. Eppure … beh dovete
leggere Stewart Home che cita …).
Per i pigri non monolingue: Jerry White http://www.londonfictions.com/colin-macinnes-absolute-beginners.html;
Nick Bentley http://homepages.gold.ac.uk/london-journal/september2003/bently.html.
Per i diligenti: andatevi a cercare Tony Gould.
Per le ace faces (che potevano
non leggere sino a qui): London Blues
di Anthony Frewin.
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dell’espresso consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1] Anche la voce che gli dedica Wikipedia è scarna.
Comunque:
nato a Londra il 20 agosto 1914, morto di cancro il 22 aprile 1976 nella
località di Hythe (Kent).
[2] Come si possa esserlo al di fuori dell’ambito accademico
lo ignoro, ma non lo escludo.
[3] La
bibliografia è più ampia, e si tenga conto che egli era anche giornalista: To the Victor the Spoils (1950); June In Her Spring (1952); City
of Spades (1957); Absolute Beginners (1959); Mr. Love and Justice (1960); England, Half
English
(1961) - a collection of previously published journalism; London, City of Any Dream (1962) - photo essay; Australia and New Zealand (1964) -
Time/Life Volume, All Day Saturday (1966), Sweet Saturday Night (1967) - a History of British music-hall, Westward to
Laughter (1969), Three Years to Play
(1970), Loving Them Both: A Study of
Bisexuality (1973), Out of the Garden
(1974), No Novel Reader (1975), Out of the Way: Later Essays (1980).
[4] Sebbene Richard Weight nel suo libro Mod! A Very British Style, osservi come la trasposizione
cinematografica “flopped […] helping to send Britain’s biggest film
company, Goldcrest, into liquidation” (pag. 296).
[5] Non mi pare un capolavoro, tanto che Julien Temple (che lo
ha diretto) ha sempre continuato negli anni a venire a beneficiare della sua liaison con i Sex Pistols via Malcolm
McLaren (o viceversa).
Esiste
un documentario al riguardo del 1986: The
Making of Absolute Beginners all’interno del programma televisivo The South
Bank Show.
[6] Non facente parte degli album del gruppo, ma presente in
almeno due antologie.
Il
suo b-side ha resistito meglio al tempo: “Tales From The Riverbank”.
[7] “1967: Ten years after
the Wolfenden Report,
MP Leo Abse introduced the Sexual Offences Bill
1967 supported by Labour MP Roy Jenkins, then the Labour Home Secretary. When passed, The Sexual Offences Act
decriminalised homosexual acts between two men over 21 years of age in
private in England and Wales.[55]
The 1967 Act did not extend to Scotland, Northern Ireland, the Channel Islands or the Isle of Man, where all homosexual behaviour
remained illegal. The privacy restrictions of the act meant a third person
could not be present and men could not have sex in a hotel. These restrictions
were overturned in the European Court
of Human Rights in
[8] Un’eccezione la fa un altro artista britannico: Billy
Bragg.
[9] Evidentemente non è solo in questa categoria: cito
soltanto James M. Barrie e Jerome D. Salinger, posto che li trovate fra le mie
righe.
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