CINISMO O
REALISMO? FAMA E TALENTO
(Sniper series - 7)
Ho smesso di
seguire la Formula Uno alla morte di Ayrton Senna da Silva.
Ben so, ogni
giorno, che solo Michael ([1])
Schumacher è l’unico ad aver vinto più mondiali di Juan Manuel Fangio che ne
vinse cinque, e quello era l’obiettivo di Senna: il dibattito è aperto su chi
dei due sia stato il più grande (e perché).
Ho finito di
leggere un’antologia di Beppe Viola: bravo, certo, epigono di Gianni Brera ma
morto dieci anni prima di quest’ultimo. Non credo che Viola fosse un umorista
(oltre che giornalista sportivo e sceneggiatore, etc.), piuttosto un
commentatore del suo tempo con uso della battuta amara. Morto a 43 anni.
Boris Vian morì
a 39 anni, ma fuori dall’Italia chi conosce Beppe Viola?Due infarti, però questo non basta a renderli simili per importanza ([2]).
Ho cominciato
con un raffronto fra due fuoriclasse sportivi di rango internazionale perché
sarebbe altrimenti facile tacciarmi di poco patriottismo ([3]).
Ma il vizio è
spesso Italia versus fama mondiale,
purché politicamente corretto, naturalmente.
La tesi? Cercate
di non essere accecati da quello che vi propongono: altrimenti sarete solo dei
provinciali.
Considerate il
reale valore di quanto leggete, vedete, ascoltate e ammirate, e non illudetevi
troppo: probabilmente gli Italiani riconosciuti nel mondo non sono quelli che
voi reputate tali (o meritevoli di detta notorietà), e qualche volta anche
quelli internazionalmente noti non lo meritano.
Top
Shooter
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2012 Top Shooter
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[1] Per
favore non pronunciatelo “Maicol” voi che tifate Ferrari, io no: no Ferrari e
no pronuncia erronea.
[2] Del
resto anche Tibor Fischer è tradotto in Italiano, ma Viola non in Inglese.
Eppure Fisher non è
esattamente un colosso della letteratura.
[3]
Certo: i sostenitori dell’Italia leggono Camilleri – di cui non ricordo mai il
nome di battesimo, è Andrea sono andato a cercarmelo – e magari non Carlo
Fruttero e Franco Lucentini, a tacere di Giorgio Scerbanenco.
Mi astengo dalla
letteratura non di genere.
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