I GET BORED ([1])
(scrivendo
di intelligenza)
Forse non è
tanto perché ho sempre “cose da dire” (che brutta espressione!) quanto perché “tendo”
ad annoiarmi ([2]) di molto di ciò che
ascolto, leggo, vedo che scrivo su argomenti non strettamente personali ([3]).
In un bel
thriller scritto da Sergej Kostin, il protagonista dichiara: “vale la pena di parlare solo con persone più
intelligenti di noi” ([4]).
Ma quei più
intelligenti di noi si dichiarerebbero per lo meno poco lungimiranti se
conoscessero il consiglio e conversassero con noi.
Diciamo allora, per
evitare una situazione babelica o helleriana ([5]), che
basterebbe parlare con coloro che sono intelligenti circa come noi, ma in modo
diverso da noi.
Peccato che non
sia possibile capire ex ante con chi
si ha a che fare.
Spostando il
principio su ciò che si legge ([6]), la
frustrazione aumenta, fra l’altro esistono dei costi ([7]).
Non solo gli
autori sono poco stimolanti intellettualmente, talvolta sono anche
approssimativi o non conoscenti a proposito di ciò che scrivono.
Ecco allora
nascere la mia serie “Perle mediatiche” (piuttosto popolare) per criticare gli
erronei della comunicazione di massa. Del resto anche Ezra Pound non solo
ammetteva la possibilità di sbagliare, ma anche quella di criticare chi
sbagliava.
Quindi,
innanzitutto ringrazio chi mi legge, ma in principalità (anche se forse non
sembra) io sono contento quando incappo in chi mi stimola intellettualmente.
Steg
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2012 Steg, Milano, Italia.
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può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi
privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo
ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Per
correttezza, indico che l’espressione io la lego sempre alla canzone dei
Bauhaus “In The Flat Field” la quale dà anche il titolo al loro album
d’esordio: “I do get bored, I get bored/In the flat field/I get bored, I do get bored/In
the flat field” (è il ritornello).
Eppure il testo restante
non c’entra molto e su di esso le interpretazioni sono molte, anche con
riferimenti all’Inferno dantesco.
[2] Fossi perennemente
annoiato, avrei citato una canzone di Iggy Pop: “I’m Bored”.
[3] Se qualcuno trova questo post molto coerente con il recentissimo,
altro, post: “Aveva ragione Groucho
Marx” non è per (mera?) ripetitività, ma per coerenza intellettuale.
[4] Non
conoscendo il Russo, indico il titolo europeo: Paris Weekend.
[5] Catch 22.
[6] Poco diverso il discorso
anche per quel che si ascolta e/o si vede.
[7] Una
volta leggevo abitualmente Il Foglio:
di solito la regola era rispettata: l’intelligenza abbondava. Poi ho cominciato
a trovarvi troppe genuflessioni, anche verso la religione cattolica e quindi lo
leggo quando mi capita.
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