ALAIN
DELON
(tracce)
Ho una ponderosa (oltre 500 pagine)
biografia in lingua francese su Alain Delon che ha una curiosa caratteristica: non
contiene nessuna fotografia, nemmeno in copertina.
La comprai tempo
fa in ragione della mia – non giovanile – passione per Jean-Pierre Melville e
il suo film Le Samouraï ([1]). La
quale nacque dal libro di Philip Mann (tedesco l’autore, ma scritto in lingua
inglese) The Dandy at Dusk ([2]). Che
ha in copertina una immagine del precitato film, in bianco e nero, ma il film
di Melville, del 1967, è a colori, però “sembra” in bianco e nero.
In calce a
questo post, trovate una immagine di una pagina tratta da un libro dedicato al
regista francese, ma riferita all’attore ([3]): essa
non richiede spiegazioni ([4]).
Il dato più
curioso di questo post è che esso in parte ne trascrive un precedente, anche
solo per la ragione che gli accadimenti della vita non cambiano. Tant’è ([5]).
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[2] Sottotitolato Taste and Melancholy in the Twentieth Century, London, Head of Zeus, 2017.
La prima “stringa” mostra molto, la seconda dice non poco.
[4] La foto della pagina, la 217, è tratta dal libro di Denitza Bantcheva, Jean-Pierre Melville: de l’œuvre à l’homme nella terza edizione riveduta pubblicata da Editions du Revif, Paris, nel 2019.
[5] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2022/04/jean-pierre-melville-alain-delon-e.html
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