CREDULITÀ
(mentre
io trovo saggezza presso un chiosco)
Il titolo di
questo post: esisteva una condotta sanzionata come reato e rubricata nel Codice
Penale all’articolo 661: “Abuso della credulità popolare”.
Per ragioni di
tecnica giuridica, il reato doveva però consistere in una condotta che guardava
al “pubblico”, quindi richiedeva un certo “impegno” per così dire; la pena era
solo pecuniaria.
Come si vedrà,
di credulità abusabile (anche se individuale) ve ne è molta.
Il sottotitolo:
l’ispirazione per queste righe mi è venuta ieri mattina. Su una questione personale,
a mo’ di chiacchiera, ho avuto un pensiero saggio, sebbene di mera conferma,
dalla edicolante peruviana titolare della rivendita di giornali e periodici.
Saggezza gratuita.
Ed ora alcuni
esempi di quello che “non va”: il mobiliere brianzolo che “comprava” il titolo
di licenza media superiore, i premi qualità a pagamento (anni settanta) ben
incorniciati sui muri delle trattorie.
Pratiche quasi
innocue: entrambi le parti sapevano “cosa” si compravendeva.
Ma poi sono
cominciate le diete miracolose e le cure altrettanto prodigiose per la
ricrescita dei capelli. Ed allora ecco che la gente comincia a “comprare” i
propri desideri, che però non si realizzeranno.
La situazione nel
tempo peggiora ancora: le persone prendono a non sapere o volere più imparare
in modo tradizionale.
Il corpo non si
tonifica più con fatica e sudore, ma comprando attrezzi “magici”.
Per superare (si
badi superare e basta) un esame universitario è normale, non credo lo sia,
doversi avvalere di un “tutor”.
In àmbiti più
leziosi: si fa massiccio impiego “tutorial” (ancora la stessa radice) per
miscelare un cocktail o cucinare un uovo.
E l’ego si culla
iscrivendosi alle scuole di scrittura.
I problemi nascono
(come nascevano) quando si paga per una prestazione (in senso giuridico) che
non ha le caratteristiche promesse oppure per “qualcosa” che è disponibile di
norma gratuitamente.
Magari con l’aggiunta
del classico: “‘io’ non vendo panzane, a differenza degli altri che ‘sembrano’
assomigliarmi”.
Mi fermo qui, e
nel caso faccio due chiacchiere con la signora dell’edicola.
Per i consigli
finanziari basta leggere i capitoli giusti de Le avventure di Pinocchio.
Storia di un burattino di Carlo Collodi (il romanzo, non la sua riduzione a
fumetti).
Steg
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