Il problema non
esiste, oppure sì?
Cominciamo con
la parola flâneur: la paternità non senza qualche esitazione è attribuita usualmente
a Charles Baudelaire ([1]), con però il curioso dettaglio che lo studioso appena
citato nel distinguerlo dal dandy dimentica che Baudelaire è senz’altro uno dei
massimi dandy di tutti i tempi.
Vi è chi
sostiene che il flâneur si sia esaurito quando i “passages” parigini furono scavalcati dai grandi magazzini.
A questo punto, però, si porrebbe il problema del flâneur
moderno che passeggia nei centri commerciali: ma morto Tommaso Labranca chi
vorrebbe affrontare il tema?
D’altronde se si ipotizza la morte del cyberflâneur
([2]), saremmo alla seconda estinzione di questo tipo umano.
Mi fermo qui.
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ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Per tutti: Kevin MILBURN, “Following
the flâneur: a methodological and
textual critique”. In: https://openresearch.lsbu.ac.uk/download/63a485d6be3842a1e712f18605820aa8303c9beecd44f5edb2e665b479fda826/141740/Following%20the%20Fla%CC%82neur%2C%20a%20Methodological%20and%20Textual%20Critique.pdf .
[2] Si veda la nota a
piè di pagina numero 1 ne Conor McGARRIGLE, “Forget the flâneur” In: https://arrow.tudublin.ie/aaschadpart/38/
.
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