A
CLOCKWORK ORANGE: variazioni
Steg-berg ([1])
Mettiamola così:
A Clockwork Orange ([2]) si
risolve grazie a Stanley Kubrick nell’opera – poi ma prima filmica, e prima ma
poi letteraria che ispira il film – più importante del secondo dopoguerra
britannico quanto ad influenza mediatico-popolare.
E Anthony
Burgess si rivela, senza colpo ferire, il massimo portatore del libero leggere
contro il diktat – rectius veto – filmico del regista (evidentemente lui
“ferito”).
Ovvero?
- Burgess
scrive il romanzo.
- In
più di uno tentano una trasposizione cinematografica del medesimo. Kubrick
ci riesce ma si spaventa degli effetti, veri o presunti, sul pubblico
giovanile.
- Intanto
un Regno Unito che si avvia a strisciare sulle ginocchia ([3]),
verso ([4]) scioperi eterni,
settimane lavorative di tre giorni, razionamenti che facevano rivoltare
nella tomba Winston Churchill, ha una gioventù che potrà scegliere fra Doc
Marten’s ([5]) e platform boots
e null’altro (rectius il
prossimo punto).
- Cosicché
mentre il regista, a fronte di violenze che in fondo echeggiavano Elton
John ([6]), ottenne il divieto –
sino alla propria morte – alla proiezione del film nei territori sotto lo
scettro della Regina Elisabetta Seconda, il resto del mondo non si poteva
fermare.
- Ecco
che allora lads e yobs fanno tutto ciò che possono in nome
dell’agrume a orologeria.
- David
Bowie spazza tutto sempre nel nome dei drughi (di nuovo non potrei aggiungere
alcunché).
- Mentre
ACO diventa il film da vedere a ogni costo da Dover alla estrema
Scozia; anche se se ne vede non tutto e male: copie proiettate
clandestinamente che consistono in riprese effettuate in cinema
nordamericani e di “sotto Manica”.
- Decade
ottanta: morto il punk, morti i punk, già morto Sid Vicious, romanzo e
Docs a parte, le cassette VHS hanno una immagine migliore, l’audio non si
sa (sottotitoli incomprensibili, doppiaggi estranei, …).
- Arrivano
e partono i laser disc, cambia poco; si estingue la loro tecnologia.
- Subentrano
i DVD, Kubrick muore, tutti nel mondo possono vedere bene e quando
vogliono il film. Intanto si pubblica per il suo “mezzo secolo” di storia
editoriale una edizione più o meno pregevole del romanzo burgessiano.
Secondo decennio
del terzo millennio che finisce oggi ([7]) e:
- Malcolm
McDowell ([8]) continua a campare
su due film di cui è protagonista: l’altro è If …. di Lindsay
Anderson ([9]).
- David
Bowie è morto da quasi cinque anni.
- Auguro
ogni felicità a Wendy Carlos, che – ancora Walter – è la compositrice
della colonna musicale originale e poi della colonna sonora del film.
Già Wendy: è un
nome che non esisteva prima di una certa data: lo creò James Matthew Barrie.
Però sull’argomento lo Steg da leggere è altro da questo.
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consenso scritto dell’autore/degli autori.
[1]
Consentitemi la irriverenza, ma come insegnavano nel giornalismo “fare i titoli
dei pezzi” non è semplice.
[2] Cfr. https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2012/08/a-clockwork-orange-per-fortuna-ilettori.html
[3] E non
cambierà mai, se non nell’eliminare certe tradizioni popolari come i negozi di fish
and chips (e quelli che vendono cibo preparato con l’anguilla), il pub
senza la il suffisso “gastro”, … ché Cool Britannia non esiste e allo Albert (Prince,
consorte della Queen Victoria, e forse anche “charming”?) Memorial ricorderemo
solo un giovane Adam Ant (Jubilee, il film di Derek Jarman).
[4] Si
legga il libro di Robert Elms, The Way We Wore. E: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2019/11/la-credibilita-di-strada-e-non.html
[5] Con o
senza punta d’acciaio: chiedere a Richard Allen o a Morrissey.
[6] “Saturday Night’s Alright For
Fighting”: https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2013/03/1001-nulla-prima-di-morire-un-esempio.html
[7] Mentre scrivo in bella
copia e poi pubblico è il 31 dicembre 2020.