MITI E
IDOLI
Come noto, sia Richard Wagner sia
Friedrich Nietzsche si sono (pre?)occupati degli idoli che cadono o svaniscono:
rispettivamente con Götterdämmerung
(Il crepuscolo degli dei) e con Götzen-Dämmerung (Il crepuscolo degli idoli), essendo il secondo occasionato dal primo.
Luchino Visconti ha realizzato un
film che in qualche modo tira ulteriormente le somme, facendo “cadere” non
“degli” ma “gli dei”: La caduta degli dei,
appunto, peraltro sottotitolato con il titolo wagneriano.
Ritengo di non
essere certo il primo ad attribuire valenza superiore al termine “mito”
rispetto a quello di “idolo”.
V’è da chiedersi
se il dio (o gli dei) siano collocabili – se collocabili – sopra il primo, non
è certo tenero Nietzsche se dichiara “Il Cristianesimo è una metafisica del boia...” (in capitolo 7, “I
quattro grandi errori”, de Götzen-Dämmerung).
Lunga premessa per breve sostanza?
Forse.
Sto rileggendo La Position du tireur couché (in
Italiano Posizione di tiro: esistono
due traduzioni: Bologna, Metrolibri, 1992 e Torino, Einaudi, 1998) di
Jean-Patrick Manchette.
Vi compare
un’automobile che ha uno status di
mito certificato: la Citroën DS. DS in lingua francese diviene “déesse”, ovvero dea. Rileverete già un
cortocircuito terminologico: mito e divinità.
La
certificazione di questo modello (in realtà i modelli furono numerosi ([1])) automobilistico
è di Roland Barthés che la ha inserita fra i miti (di oggi? ([2])) in
un’opera del 1957: Mythologies([3]) intitolando la
voce di essa “La nouvelle Citroën”.
In un romanzo
piuttosto recente di James G. Ballard, Super-Cannes
([4]), il
protagonista Paul Sinclair guida una “vecchia Jaguar”, probabilmente una XK150.
La passione dell’autore britannico per l’iconografia automobilistica è nota a
tutti coloro che abbiano letto un precedente suo romanzo: Crash ([5]) in cui fa capolino
financo la Porsche alla guida della quale morì James Dean.
La mia
impressione, conclusiva, è che mentre alcuni miti materiali si esauriscono (per
ragioni diverse), manchi un ricambio.
Dunque oggi si
assiste solamente ad una idolatria consumistica diffusa, senza possibilità di
un futuro mitico per idoli (e idolatri?).
Steg
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[5]
Qualche ispirazione per Super-Cannes
pare Ballard abbia avuto andando a Cannes a vedere il film, omonimo, che David
Cronenberg trasse appunto da Crash.
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