PREFAZIONE
A “CENTOUNO CANZONI TRISTI”
(oppure
un altro post salvato dal rischio di oblio)
Sono contrario a
certa editoria che è fiorita negli ultimi anni: si tratta della “1001” in cui si impongono
libri da leggere, film da vedere, album (perché non singoli?) da ascoltare,
luoghi da visitare, … sicuramente c’è altro ([1]).
Mi hanno
proposto di prefare un volume dedicato a “101 canzoni tristi”: ho accettato a
una condizione: prefare senza conoscere le canzoni e postfare conoscendole.
Non vedo rischi
per me, qualcuno per i due autori, di cui uno è un amico, vero anche se ci
siamo conosciuti via internet.
Ma ... accade
per la terza volta, di cui una ormai andata a male. Io sono puntuale nelle note
di copertina (gli altri due casi) o nella prefazione i committenti meno: dopo
la tardiva uscita dell’album split di
Jumpers/198X ([2]), dopo il non utilizzo
delle mie note per la tardivissima uscita dell’antologia di The Gags ([3]), ora
non so quando uscirà il libro sulle canzoni tristi.
Siccome il mio
lavoro c’è e non rimpiango nulla (da buon legionario del web) ecco a voi il post,
scritto sei mesi fa: nessun problema mi occupo di classici e non di successi da
un’estate.
* *
*
Io mi azzardo a
elencare qualche canzone, che credo non sia presente. Sono canzoni tristi? Non
necessariamente, ma possono essere commoventi e indurre alle lacrime, magari.
Ed allora, in
ordine cronologico:
- “Dove andranno a finire i palloncini” (Renato Rascel: autore e interprete): poetica, ma un bambino solitamente rimane male quando gli sfugge un palloncino;
- “Il pinguino innamorato” (di Rastelli, Casirolo, M. C. Consiglio; interpretazione più nota quella del Trio Lescano): “s’è sparato il bel pinguino in frac” (dal testo), per amore;
- “Johnny Remember Me” (di Geoff Goddard; portata al successo da John Leyton): una ragazza morta visita il suo amato;
- “Leader Of The Pack” (di G. “Shadow” Morton, J. Barry, E. Greenwich; probabilmente il più grande successo delle Shangri-Las): qui muore il ragazzo, in moto;
- “New York Tendaberry” (Laura Nyro: autrice e interprete): inno alla città, mi mette sempre addosso grandissima malinconia nonostante il tema;
- “Behind Blue Eyes” (autore Pete Townshend; nella interpretazione di The Who o sua): quando l’incomprensione altrui ti fa male;
- “Frankie Teardrop” (autori e interpeti Suicide): il protagonista, in povertà, uccide moglie e figlio e poi si suicida;
- “My My, Hey Hey (Out of the Blue”) oppure “Hey Hey, My My (Into the Black) (autore, della prima insieme a tale Blackburn, e interprete più noto Neil Young)”: non credo servano spiegazioni;
- “Painted Bird” (autrice testo Siouxsie Sioux, musica Siouxsie and the Banshees; versione di Siouxsie and the Banshees): ispirata dall’omonimo romanzo di Jerzy Kosińky;
- “Des Heures Hindoues” (di Etienne Daho/Patrick Munday; nella interpretazione di Daho): nessuna attinenza con la successiva canzone gallagheriana, splendido video che cita ampiamente il pittore Francis Bacon;
- “Small Black Flowers That Grow Up In The Sky” (testo Richey James, musica Manic Street Preachers; versione dei Manic Street Preachers): no comment eccetto che potrei aggiungerne almeno altre due di questo gruppo;
- “The Masterplan” (autore Noel Gallagher; interpretata dagli Oasis con Noel Gallagher alla voce): Manchester al suo massimo grigio senza scomodare i santificati The Smiths;
- “Weak Become Heroes” (autore e interprete The Streets): finirai comunque adulto, e male.
Questo elenco (diciamo
un tredici per cento, mi sembrava corretto; nessuna colonna sonora) ha
significati plurimi: la personalità delle canzoni che inducono tristezza (e che
non hanno necessariamente un arco temporale creativo obbligato), e non a tutti
gli ascolti (un paio qui sì); ragioni oggettive che potrebbero renderle tristi
ma non per tutti (trattasi di variante); canzoni che diventano tristi nel tempo
(causa autore o interprete o ascoltatore). Ma non basta.
Provocazione:
esistono canzoni allegre nel repertorio dei Joy Division? Un paio, forse.
Quando è che
Johnny Cash diventa triste? Nel periodo finale della sua vita?Perché non ho inserito Luigi Tenco o qualcosa da una colonna musicale/sonora di un film?
Magari, poi,
fate il conto con quante canzoni del mio elenco avete pianto e/o vi siete
sentiti tristi, e perché.
Ah, senza
scordarvi che: uno può anche piangere di rabbia, quindi “Let’s be careful out there!” (Sgt. Phil Esterhaus alla riunione mattutina: Hill Street Blues, serie televisiva la cui colonna musicale e
sonora insieme ad altre ha ispirato a Pete Townshend “Mike Post Theme” ([4])).
Ed ora? Magari
arriverà anche il libro, con o senza questa prefazione (in forma originale o
modificata).
Steg
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2018 Steg, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte
di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od
archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od
archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[2] L’album
è Palach Memorial. Il post è http://steg-speakerscorner.blogspot.com/2012/01/proposito-di-jumpers-e-di-198x.html.
[3] Si
tratta dell’album Götterdämmerung
1979+80: 18 never released punk gesänge. Il post è http://steg-speakerscorner.blogspot.com/2017/03/decantare-lurgenza-gags-milano-punk-e.html.
Ne esiste anche la versione in lingua inglese: http://steg-speakerscorner.blogspot.com/2017/05/tasting-vintage-urgency-gags-milano.html.
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