DIVA
(una
porta segreta?)
A scanso di
equivoci per il lettore che potrebbe fermarsi alle prime righe: Diva è un romanzo e poi un film.
In ambito
internazionale, se il secondo può annoverarsi fra i
cult movie (
) il
primo forse rientra nella categoria dei libri che richiederebbero maggior
notorietà per essere di culto oltre le nazioni francofone (
) .
Io scoprii il
film e poi seppi del romanzo, ma entrambi in Inglese.
Lo vidi, due
volte consecutive (in giorni diversi) in un cinema di Baker Street, a Londra,
perché era recensito in
Time Out (
):
allora bastava quello, non c’era internet eppure … Parlo di un 30 anni fa ben abbondanti.
Fui molto
colpito da diverse scelte, intanto andava via come un videoclip, con colori
anche sgargianti, ma con la grana e quindi la nettezza del film.
Probabilmente
notai nei titoli che era tratto da un romanzo, ma chi fosse quel Delacorta era
davvero impossibile saperlo, del resto è lo pseudonimo, di uno Svizzero: Daniel
Odier.
Tempo dopo
trovai il romanzo, tradotto in Inglese e “copertinato” in omaggio alla
locandina del film (
).
Di Delacorta
lessi anche altro (
), ma
Diva resta il suo titolo più famoso in ragione del film.
Come si arrivi
dal libro, del 1979, al film, uscito nel 1981, lo spiega il regista,
Jean-Jacques Beineix in un documentario (
) dedicato
alla sua opera prima firmata in prima persona, da quasi trentacinquenne, come
regista: una telefonata/proposta gli dice di leggere quel “
polar” (
).
Sì, però occorre
trovarla una copia: e Beineix gira per Parigi fra librerie chiuse e librerie
sfornite finché
arriva, inevitabilmente
verrebbe da dire, al Drugstore (
) di
Saint Germain Des Pres (non esiste più, era nella piazza antistante la chiesa,
a qualche decina di metri e un (mi pare) incrocio da Lipp (celeberrima brasserie):
ivi ne recupera copia.
Ma passiamo al
film: caveat: il “rivale” di Beineix,
Luc Besson, è più giovane di lui, e il film del secondo intitolato Subway (il più vicino a Diva come stile) è uscito nel 1985.
Da un lato, non
intendo rovinare la visione a chi ancora non conosca il film: dall’altro, mi
pare poco saggio fornire chiavi di lettura.
Pertanto, vi
propongo una serie di miei pensieri a fronte di una visione integrale (ma
suddivisa n tre giorni) contemporanea.
- La trama
principale può dare un salto di battito cardiaco ai fan di cantanti donne (mi
capitò).
- Protagonista:
Jules: (nome che a me fa venire in mente Maigret) ricorda il personaggio di
Antoine Doinel – in versione ventenne (
) – di
François Truffaut. Mia impressione?
- Deuteragonista:
Alba: una minorenne, è in effetti la co-protagonista della serie di Delacorta.
-
Deuteragonista: Serge Gorodish, un uomo fatto, bon vivant (dandy?) fidanzato di Alba, il quale in qualche modo opera
anche come fratello maggiore di Jules.
- Fra Gorodish e
Alba aleggia Serge Gainsbourg? (
)
- Senza volersi
fregiare di cultura non sempre presente: al tempo “satori” per i pochi che avevano
udito la parola poteva significare: o Jack Kerouac oppure i Bauhaus. Fate voi.
Quello di Gorodish, di satori, è imburrare baguette.
- La scena di
Jules e Alba fuori dal negozio di dischi strizza l’occhio alla passeggiata di
Belmondo e Seberg (
) in
A Bout de souffle?
- Il cattivo,
noto come “Le curé” ricorda il cattivo fra i puffi “j’aime pas” (“io odio”).
- In una Parigi
livida al sorgere del giorno, le grandi statue operano come dioscuri
protettivi.
DELACORTA E ALTRO
In Italia,
Mondadori pubblicò nel 1981, sotto l’egida di Oreste del Buono, i romanzi Nanà
e Diva.
Il secondo ebbe
una edizione (stessa traduzione) Einaudi nel 2008 che merita di essere cercata
in ragione della eccellente postfazione, intitolata “Controcorrente”, di
Tommaso De Lorenzis nella quale si tratta anche, in modo non del tutto
incidentale, di Jean-Patrick Manchette oltre che – non paia così strano di Diva:
romanzo e film.
Steg
POST
SCRIPTUM 2022
Purtroppo, tale
è: Jean-Jacques Beineix è morto il 13 gennaio 2022.
Primo pensiero:
lo facevo più giovane.
Il Regista in
realtà era anche scrittore, piuttosto sui generis, in quanto aveva pubblicato
nel 2006 per Fayard una ponderosa (836 pagine in tutto) autobiografia da un titolo (che è un omaggio a Stanley Kubrick) quasi
ossimorico: Les chantiers de la gloire, senza indice, senza titoli dei
capitoli che perciò costringe il lettore a multipli segnalibro per trovare ciò
che cerca.
Nel 2020 il suo primo romanzo: Toboggan.
copertina del volume
dedica che recita: 'Pour Pascal,
quelques "clichés" de la vie d'un cinéaste en attente de suite.
Avec mes amitiés,
Jean-Jacques Beineix'
Steg
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