SOLTANTO
GENZALE
(just like Johnny Thunders)
Per Johnny
Thunders ho una sorta di deriva non completista, bensì da studioso o da “discepolo
musicista non praticante” (io ho una Rickenbaker nera, bellissima, che non so
suonare).
Non mi picco di
avere tutto (
), ma cerco di capire la
sua essenza.
Sono anni che
manco da NYC, l’ultima volta mi feci fare una foto sotto l’insegna di GEM SPA.
Volevo quella
foto, non intensamente ma costantemente, da molto tempo.
Anche perché
quella insegna è destinata a sparire (c’è ancora?) eppure essa anche se non è l’originale
vale più dell’intero CBGB’s e della back
room del Max’s Kansas City.
Sotto di essa
stanno le New York Dolls e certo il mondo si divide al solito in due, anzi si
divide in due un pianeta cosi piccolo che veramente si fa élite nella élite:
GEM SPA lo trovi da solo o niente, sai cosa è o niente, capisci cosa è o
niente.
Respirare l’aria
di GEM SPA è un privilegio. Se state già correndo su Internet avete perso,
piuttosto lasciate un commento e mostrate le vostre credenziali.
Un giorno passi
di lì, alzi gli occhi e dici: “ah, è qui!”. Quel giorno per me fu nel 1986,
eppure ci ero già passato anche in precedenza, ma non avevo notato quell’insegna.
Johnny Thunders è
racchiuso tutto nella prima edizione della sua biografia, scritta da Nina
Antonia:
In Cold Blood (
). La
prima edizione, non la successiva.
È uno di quei
rari volumi che sfogli sapendo che in una riga trovi sempre qualche cosa di
nuovo. La discografia svela album non ufficiali che promettono meraviglie o
anche solo copertine per cui devi averli quei pezzi di vinile.
Johnny Thunders
è lo sporco sotto le sue unghie, un premolare superiore mancante in una foto,
la Gibson Les Paul Junior che ruggisce sicura più dell’opulenta White Falcon
della Gretsch (
).
In un inizio-già-fine
la foto in esterno del 1973 di lui seduto sugli scalini con un nido di corvi come pettinatura e
i platform boot destinati a caracollare.
Johnny Thunders:
una contraddizione in termini.
Protopunk axeman, ma maestro di antiche cover: “Pipeline” e “Wipe Out”.
Piccolo sciamano
elettrico dalle versioni acustiche insuperabili.
Un figlio di New
York che in patria non fu profeta.
Johnny Thunders è
come la vittima di un incidente stradale che si trova su un’ambulanza che
subisce un altro incidente. Nessuna speranza.
I testi delle
sue canzoni non lasciano vie d’uscita.
Se qualcosa
poteva andare male a qualcuno, andava male a El Thunders.
Tanto che è sua
l’elegia funebre più significativa per Sid Vicious: “Sad Vacation”. Mentre una
bella pagina su John Anthony Genzale, Jr. la scrive, alla sua morte,
l’amico/compagno/rivale Richard Hell.
La mia copia originale
(1977) dell’album di (The) Heartbreakers (
):
L.A.M.F. (
) mi
fu venduta da Tonito.
Alla fine del
2012 è uscito un cofanetto in formato CD, quadruplo, che si dichiara definitivo
nel rappresentare quel disco e forse lo è pur se non completo.
Steg
POST
SCRIPTUM
Data la celebre
visibilità dell’artista, e anche per augurare (perché no?) un grande successo a
un coraggioso regista, aggiungo tre film alla storia di Mister Genzale.
Il primo è il
leggendario, invisibile quasi quanto uno Stealth, Born To Lose The Last Rock n Roll Movie di Lech Kowalski. Dopo anni
e anni sono riuscito a trovarne una buona copia in DVD anche se ufficialmente
non è mai uscito in quel formato (o in altri), ma è un animale raro in certi
festival cinematografici. Crudissimo, ma necessario.
Poi c’è la
sorpresa, in quanto meno conosciuto anche nel solo titolo, di Mona et moi di Patrick Grandperret,
pubblicato in DVD.
Infine, dai vari
trailer disponibili promette molto
bene – anche se gli intervistati portano le cicatrici della vita – il documentario
di Danny Garcia (ma essendo di Barcelona forse nasce Daniel?) teoricamente in
uscita nel maggio 2014: Looking For
Johnny The Legend of Johnny Thunders.
Buona visione,
dunque.
Steg
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