“SEX PISTOLS FUCK FOREVER”
(35 anni di Never
Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols)
“Sex Pistols Fuck Forever” è il titolo di
un manifesto di formato extra-large, colori fluorescenti, che funse da catalogo
- avendo l’altro lato riempito con materiale vario - di una mostra dedicata a
Jamie Reid a Londra, tenutasi oltre 25 anni fa.
Si trattava di
un prop utilizzato in una scena del
film The Great R’nR Swindle.
I Sex Pistols
furono una boy band ([1]).
“Have
you ever got the feeling ...” ([2]).
Chi vi dice che
ha “tutto” dei Sex Pistols probabilmente mente, anche se si limitasse ai soli
fonogrammi e videogrammi.
Se vedo delle
immagini dei Sex Pistols non mi sento spettatore.
Inciso: quando
sta(v)i pogando il sudore tuo e di chi ti circonda(va) non puzza(va), “sa(peva) di gioventù”, per parafrasare
il Colonnello Kilgore in Apocalypse Now.Spero che qualche lettore possa eliminare le lettere poste fra parentesi.
Mi è più facile
scrivere dei Sex Pistols piuttosto che di altri artisti ([3]) perché:
innanzitutto c’è una dimensione temporale contenuta che consente di evitare
nozionismi pur nella precisione che loro richiedono.
Poi in quanto è
difficile prendere le parti di qualcuno, perché non ci sono buoni e cattivi fra
i personaggi della saga pistoliana (la morte inaspettata di Malcolm McLaren ha
ammorbidito anche Johnny Lydon e Adam Ant, purtroppo).
Dopo 35 anni,
comunque, i “Sex Pistols fottono ancora”.
Ecco perché sono
contento di non sentirmi imbrogliato, cheated
dunque, dal cofanetto di 3 CD e 1 DVD di Never
Mind The Bollocks Here’s The Sex Pistols realizzato per l’occasione di
questo anniversario.
Eppure pensavo
che ne sarei stato un poco deluso. In fondo, senza tediare il lettore, la mia discografia copre in vinile e in compact disc tutta la produzione ufficiale e oltre ([4]). Il mio materiale video non è da meno: Sex Pistols N. 1 lo conosco in videocassetta.
Certo dopo tanto
anni, da un lato ci si preoccupa per la magrezza di Johnny Rotten nell’estate
del 1977, dall’altro si sorride divertiti per un fazzoletto Seditionaries
portato stile magütt da Steve Jones,
infine si è soddisfatti per un Sid Vicious ancora immune dall’eroina.
Per me i Sex
Pistols si sostanziano in quella risposta quasi anaforica di Johnny Rotten a
Janet Street Porter: “I don’t need a Rolls
Royce, I don’t need a house in the country, ...” e, per la precisione, “I don’t live in Finsbury Park” ([5]).
E la mia – prima –
copia di Never Mind The Bollocks Here’s
The Sex Pistols? Comprata al HMV di Oxford Street/Marble Arch nel novembre
del 1977: versione dodici tracce e retro di copertina tutto rosa senza titoli
delle canzoni. È leggermente sbiadita nel giallo e nel rosa vicino alla “costola”
perché il sole ci batteva.
Ho un solo
dubbio: la mia edizione in CD dell’album, in occasione del ventunesimo
anniversario, realizzata partendo dai master analogici come si colloca nella
lunga sequenza delle edizioni ([6])?
Le mie canzoni
preferite restano: “Bodies”, “Satellite” e “Did You No Wrong”.
Ah, dimenticavo:
allora non pensavamo al futuro: i dischi li ascoltavamo e vivevamo bene anche
senza quei manifesti splendidi, che ci parevano enormi, con la grafica di Jamie
Reid che non compravamo nei negozietti (ne ricordo anche uno in Carnaby Street)
“perché tanto...” ([7]).
E, se ti gira,
indossa “la Destroy”, o “la Tits” o “la Cow-boys”: è sempre più coraggioso che
circolare contromano in bicicletta sul marciapiede.
Questo post è dedicato alla “fatina” ([8]) punk
Tracie O’Keefe, morta di tumore al midollo osseo quando eravamo ancora tutti
invincibili.
Steg
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2012 Steg, Milano, Italia.
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riprodotta e/o archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in
ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Lo ha
scritto qualcuno, non ricordo chi. Condivido, seppur tardivamente,
l’affermazione.
[2] E’ l’incipit di due - non una - affermazioni
di Johnny Rotten, distanti poco più di 6 mesi l’una dall’altra.
[3] Siouxsie and the Banshees e Manic
Street Preachers, in particolare.
[4] Dove
oltre significa Spunk anche nella
configurazione No Future UK nelle
edizioni originali in vinile e, preciso per distanziare i falsi - falsi -
ribelli ‘77 che ammorbano l’aria in quanto parassiti, anche il 7” con la Spedding Session.
[5] Siamo
a novembre del 1976, allora in due settimane si montavano programmi televisivi.
Volete le date esatte? Le trovate in Sex Pistols Day By Day di Lee Wood.
[6]
Rammento che esiste un’edizione giapponese in CD con la riproduzione in formato
“mini” del manifesto che era abbinato all’edizione con undici tracce più 7” stampato da un solo lato
contenente “Submission”.
[7]
Sembrava già incredibile celebrare cinque anni di punk (o meglio dal 1977) nel
1982, come fece The Face.
[8] Nel
senso barrie-ano (J. M. Barrie) del termine.
Sleep tight Tracy, and mind the bollocks.
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