"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



martedì 23 ottobre 2012

PERLE MEDIATICHE 11 – ANCORA DA SETTE, ANCORA LO STESSO CRITICO MUSICALE: SCRIVENDO DI POOH E DI CHIC


PERLE MEDIATICHE 11 – ANCORA DA SETTE,
ANCORA LO STESSO CRITICO MUSICALE:
SCRIVENDO DI POOH E DI CHIC

 

La segnalazione è, nuovamente, da Sette (supplemento del Corriere della Sera) del 19 ottobre 2012.
 
La perla è attribuita al medesimo critico musicale che occasionò un post molto letto su questo blog ([1]): Luca Bottura ([2]).
L’articolo, intitolato “L’immutabile condizione dei Pooh” si trova alle pagine 144 e 145.
Nella prima delle due si legge: “E ho scoperto con orrore radical chic (posto che non sono affatto radical, e porto camicie che forse piacerebbero solo agli Chic, inteso come antico e sguaiato gruppo musicale francese).
Non conosco alcun gruppo musicale con il nome “Chic” se non quello fondato da Nile Rodgers (nato nello stato di New York) e Bernard Edwards (nato nel North Carolina), entrambi di nazionalità statunitense ed ivi come tali operanti (come noto). Bernard Edwards è morto nel 1996.

 

Sotto il profilo della costruzione della frase sopra riportata, se l’autore non si sente “radical” e nemmeno “chic”, come fa egli a provare un orrore di tale genere? Una contraddizione in termini.
Ulteriore precisazione: l’espressione “radical chic” non ha il significato della sommatoria esatta di queste due parole, quindi non credo ch essa sia scomponibile nei suoi termini costitutivi mantenendo lo steso significato; comunque, rinvio a Tom Wolfe.
 

Infine, l’autore auspica (a pagina 145) che “il mondo” sia “maturo per un bell’album in cui i Pooh rileggono i capisaldi della canzone d’autore italiana”.
Mia domanda: il Signor Bottura conosce il contenuto dell’album, dei Pooh, intitolato Beat Re Generation del 2008? Oppure “Pugni chiusi” (per fare un esempio) divenne “d’autore” solo da quando si scoprì che “quello che la cantava” era Demetrio Stratos degli Area? Oppure tre canzoni con musiche di Lucio Battisti e testi Mogol non bastano? Oppure se si interpretano canzoni straniere, tradotte, non si versa più nelle opere musicali di qualità (mi riferisco ad esempio alle canzoni n. 2, 5 e 11 del medesimo album)?

 

Io gradirei che Luca Bottura smettesse di darmi materia per scrivere post, anche perché a mio avviso egli, auto insultandosi in chiusura dell’articolo in commento, non rende nemmeno un buon servigio al proprio editore e ai suoi lettori.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

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[1] Intitolato “L’Uomo Ragno, gli 883 e l’ennesima rivincita dei critici stagionati”.
Curioso, di nuovo devo puntualizzare su artisti italiani che non rientrano nel novero di quelli che ascolto solitamente.
[2] Per politica del blog, non indico nelle etichette dei post i nomi di persone che critico sotto un profilo a mio avviso di merito, ciò per non fare loro da cassa di risonanza.

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