PERLE MEDIATICHE 11 – ANCORA DA SETTE,
ANCORA LO STESSO CRITICO MUSICALE:
SCRIVENDO DI POOH E DI CHIC
La segnalazione è,
nuovamente, da Sette (supplemento del
Corriere della Sera) del 19 ottobre
2012.
La perla è
attribuita al medesimo critico musicale che occasionò un post molto letto su questo blog
([1]): Luca
Bottura ([2]).
L’articolo,
intitolato “L’immutabile condizione dei Pooh” si trova alle pagine 144 e 145.
Nella prima delle
due si legge: “E ho scoperto con orrore
radical chic (posto che non sono affatto radical, e porto camicie che forse piacerebbero
solo agli Chic, inteso come antico e sguaiato gruppo musicale francese).
Non conosco
alcun gruppo musicale con il nome “Chic” se non quello fondato da Nile Rodgers (nato
nello stato di New York) e Bernard Edwards (nato nel North Carolina), entrambi
di nazionalità statunitense ed ivi come tali operanti (come noto). Bernard
Edwards è morto nel 1996.
Sotto il profilo
della costruzione della frase sopra riportata, se l’autore non si sente
“radical” e nemmeno “chic”, come fa egli a provare un orrore di tale genere?
Una contraddizione in termini.
Ulteriore
precisazione: l’espressione “radical chic” non ha il significato della
sommatoria esatta di queste due parole, quindi non credo ch essa sia
scomponibile nei suoi termini costitutivi mantenendo lo steso significato;
comunque, rinvio a Tom Wolfe.
Infine, l’autore
auspica (a pagina 145) che “il mondo”
sia “maturo per un bell’album in cui i
Pooh rileggono i capisaldi della canzone d’autore italiana”.
Mia domanda: il
Signor Bottura conosce il contenuto dell’album, dei Pooh, intitolato Beat Re Generation del 2008? Oppure
“Pugni chiusi” (per fare un esempio) divenne “d’autore” solo da quando si
scoprì che “quello che la cantava” era Demetrio Stratos degli Area? Oppure tre
canzoni con musiche di Lucio Battisti e testi Mogol non bastano? Oppure se si
interpretano canzoni straniere, tradotte, non si versa più nelle opere musicali
di qualità (mi riferisco ad esempio alle canzoni n. 2, 5 e 11 del medesimo
album)?
Io gradirei che
Luca Bottura smettesse di darmi materia per scrivere post, anche perché a mio avviso egli, auto insultandosi in chiusura
dell’articolo in commento, non rende nemmeno un buon servigio al proprio
editore e ai suoi lettori.
Steg
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sua interezza può essere riprodotta e/o archiviata (anche su sistemi
elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/o archiviata per il pubblico
senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso
scritto dell’autore.
[1] Intitolato “L’Uomo Ragno, gli 883 e l’ennesima
rivincita dei critici stagionati”.
Curioso,
di nuovo devo puntualizzare su artisti italiani che non rientrano nel novero di quelli
che ascolto solitamente.
[2] Per
politica del blog, non indico nelle
etichette dei post i nomi di persone
che critico sotto un profilo a mio avviso di merito, ciò per non fare loro da
cassa di risonanza.
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