LA
PIZZA AL SAVINI E IL SALMONE IN PIZZERIA
(ovvero:
con i cattocomunisti del PD non si può più sognare,
mentre
è meglio continuare a farlo)
Non mi riconosco
da anni in nessun partito attualmente rappresentato in Parlamento, ma il
Partito Democratico mi è particolarmente indigesto ([1]).
Un noto cliente
del ristorante Savini di Milano ([2])
ordinava pizza per i suoi due giovani figli maschi, accadeva negli scorsi anni
novanta.
Alla fine dei
precedenti anni settanta nei menu di
certe pizzerie milanesi c’erano le penne al salmone: si tentava di uscire dal grigio-piombo della guerriglia urbana, anche
se la qualità ittica era molto modesta ([3]).
In entrambi i
casi, però, si sceglieva (anche se con cattivo gusto, aggiungo io) da soli; si sceglieva anche se e come spendere il proprio danaro.
Mentre l’Occhetto
o il Prodi o la Bindi di turno (eventualmente mediante il “braccio” di un
Ministro della Salute) ti impongono la mortadella (magra, mi raccomando) o la
pasta scotta e ti devi accontentare;
così come devi accontentarti e legarti affettivamente con una ragazza senza trucco
e non depilata o con un ragazzo che puzza un po’: scout e/o Azione Cattolica
e/o sezione di partito, non cambia il risultato, alla fine è il gruppo che
sceglie per te.
No, non sta
scrivendo Daniela Santanchè; sto solamente rivendicando sotto un diverso
profilo quella libertà di scelta
che mi offrì il punk e non mi offriva la
politica trentacinque anni fa.
Se non ve ne
siete accorti, da mesi in Italia è vivamente sconsigliato sognare, e anche bere
bevande gasate non è una pratica ben accetta. È anche più difficile scegliere
fra pizza e salmone.
Colpa della
crisi economica, certo, ma tira un’aria di “meglio la mortadella del salmone
affumicato perché te lo diciamo noi; così non devi neanche pensare” che non mi
piace per niente; se non mi andavano bene, prima del 1977, quelli che mi
dicevano “non far politica e pensa alla pastasciutta” non vedo perché
dovrebbero andarmi bene i consigli dell’oratorio o della sezione di partito
oggi.
Siccome la
libertà individuale va difesa da ogni attacco, fatevi un esame di coscienza su
chi sta decidendo la vostra vita ultimamente.
Fatevelo davanti
a del buon salmone affumicato e pasteggiando a champagne o, se non amate il
pesce e siete astemi, sostituite con del paté
de foie gras (pessimo per il colesterolo, ma decidete voi) e una Coca-Cola.
Perché? Molto
semplice: “Bisogna abbandonarsi al lusso.
La povertà ha la tendenza a colpire improvvisamente, come l’influenza, per cui
è bene avere alcuni bei ricordi da parte per i tempi bui” (Graham Greene, In viaggio con la zia)
Liberi di
scegliere come vivere e come sognare: and
so you’re punk!
Steg
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consenso scritto dell’autore.
[1] Non
mi riferisco a dei singoli: apprezzo i tentativi di Renzi di svecchiare
l’apparato, ma fatico a sperare che ci riesca.
[2] Al
cui bar che guardava sull’ottagono della Galleria Filippo Tommaso Marinetti e gli altri
futuristi bevevano versando nei bicchieri da caraffe d’acqua ghiacciata.
[3]
Variante: il travesti delle penne al
caviale e vodka: il caviale era lompo, la vodka di infima qualità.
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