NOEL
GALLAGHER
(Piccole
riflessioni su musica, stile e vita)
C’è un artista che parla bene di altri artisti, in particolare parla bene di Paul Weller e di Morrissey.
Certo con il
fratello ...
Io non credo in
Dio, e nemmeno ne The Beatles: parafraso John Lennon (poveretto, senza Paul
McCartney sarebbe stato davvero grande. Seriamente) e al 50% Nietzsche (in cui
credo).
Però mi inchino
a Noel Gallagher. Nonostante, appunto, la sua reverenza per i Fab Four e il
fatto che un capolavoro come “The Masterplan”, creato in seno agli Oasis ([1]),
abbia una ispirazione cristiana.
Noel Gallagher è
un apparente ossimoro: formalmente sembra nulla; sostanzialmente è monumentale
(eppure con umiltà ammette di essere sulle spalle dei giganti).
Da vero signore,
oggi riconosce l’onore delle armi ai Blur, che in retrospettiva non furono né i
nuovi The Kinks, né i nuovi The Small Faces ...
Sornione ([2]), ma
non troppo perché con la scusa dell’acustico divenne una sorta di Brian Wilson
mancuniano entro gli Oasis in perenne turbolenza di formazioni.
Mi piace la
faccia di Noel Gallagher: quel naso un po’ aquilino ([3]) un
taglio di capelli da neanche dieci sterline, gli occhi vivaci.
Poi c’è l’abbigliamento:
il casual da posti “popolari” allo
stadio è il fratello Liam.
Lui in realtà
dichiara di sapere esattamente come potrebbe vestirsi ma non lo fa. È un
professionista del virtual facing,
che è il modism estremo (Paul Weller
non ci riesce sempre e cade nel ridicolo; a David Bowie si perdonano debolezze;
Keith Richards è l’unico che può permettersi di indossare una maglietta con il
proprio volto; John Cale ([4]) e
Lou Reed, templari sonici, indossano la regola che loro stessi hanno
professato) ([5]).
Davvero un bel
tipo Noel Gallagher. Perché ancora ci si domanda cosa saprà scrivere e interpretare.
Cercate le sue
apparizioni come ospite (una serie di interventi con Paul Weller, i due con
chitarre acustiche strappano la pelle, massimamente. Fate dunque un poco di trainspotting) e anche le cover (un album molto bello pubblicato solo in Giappone anni
fa di tributo a The Jam intitolato Fire
& Skill per me merita la spesa sino a una trentina di sterline per la
bellezza delle versioni ivi raccolte, fratelli Gallagher inclusi ([6])).
E siccome
comunque una screziatura di refined laddism
scorre anche nelle mie vene, se proprio l’umore gira male i primi due album
degli Oasis sono un ottimo anestetico.
Do you know what I mean?
Steg
POST SCRIPTUM
Nella pletora di documentari che si possono rinvenire, segnalo, senza
alcuna pretesa di definitività, la recente (2012) e articolata (quasi un’ora)
intervista rilasciata a Mark Lawson della BBC: https://www.youtube.com/watch?v=LDF9pe_uFoA (“Mark Lawson talks to Noel Gallagher”) e la più
breve ma altrettanto illuminante conversazione con Gary Byrne: https://www.youtube.com/watch?v=4ODcuQirKs0
(nella serie “The Meaning of Life”).
Steg
Noel Gallagher con la fascia regalatagli dal capitano "Vinnie" dopo la vittoria del titolo 2014 di Premier League da parte del Manchester City (11 maggio 2014) |
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archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso,
dell’espresso consenso scritto dell’autore.
[1] Seguirà un post su di loro.
[2] Chi
non sa che l’autore-compositore è quello che guadagna, difficilmente diverrà
ricco in ambito musicale.
[3] Avete
notato la carenza di nasi maschili significativi negli ultimi decenni? Dopo
Fausto Coppi mi viene in mente solo Jean Reno.
[4] Altro
“bel” naso.
[5] Non
potevo mettere in nota questo fra parentesi, suvvia.
[6]
Sebbene parrebbe che il CD sia tratto da una copia molto ben conservata del
vinile.
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