"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



venerdì 7 ottobre 2011

ADAM CON E SENZA ANTZ









ADAM CON E SENZA ANTZ

 

Non è per il fatto di essere stato, se non il primo, fra i primissimi ad esibirsi in Italia che fa di Adam Ant con gli Antz (inizialmente lo spelling, in quanto logo, aveva la “D” del leader invertita e la “S” finale del gruppo scritta come se fosse stata una zeta, appunto) una figura perno per i pochi che c’erano già nel 1977.

Del resto, i concerti di A&TA sono dell’ottobre 1978 ([1]).

Andando per tavole sinottiche, in quel mese a parte i Sex Pistols già sciolti da mesi si respirava aria di PIL e chi aveva avuto la fortuna almeno di ascoltare le prime due John Peel session di Siouxsie and the Banshees ([2]) era ben conscio della svolta che avrebbe reso, allora era così ([3]), quasi vecchi The Clash con il secondo album.

Perché il punk stava finendo.

 

Ed allora?

Adam era outsider fra outsider, punk fra i punk; tanto che qualcuno tacciò i Banshees di snobismo quando decisero di abbandonare il progetto cinematografico di Jubilee, così privando per molti anni il pubblico di edizioni ufficiali di almeno un paio di loro canzoni, in particolare di “Love in a Void” ([4]), nelle loro prime versioni.

Eppure A&TA aprirono alcuni concerti dei Banshees e una splendida foto in bianco e nero ritrae sedute fianco a fianco Siouxsie Sioux e Jordan all’Eric’s di Liverpool ([5]).

Comunque sia, gli Antz arrivarono a Milano con un’aura davvero leggendaria e i due loro concerti furono memorabili in quanto veri e partecipati: la barriera del palco non è mai esistita nello spirito punk anche quando i palchi cominciarono a diventare più alti.

C’è una canzone intitolata “Nietzsche Baby” di cui non si ha notizia di versioni in studio la quale da sola vale tutto il 1978 della band.

 

Ecco allora che – a parte coloro che ebbero la fortuna di ottenere almeno del materiale cartaceo proveniente dal gruppo, cioè da Adam – negli anni successivi si arrivò ad una archeologia spasmodica la quale non ha reso alcuno pago delle scoperte, dato che troppe canzoni sono andate seppellite.

Le Formiche non erano punk nel suono, e canzoni come “Il Duce” avrebbero potuto per lo meno mettere in guardia sull’eclettismo di Stuart L. Goddard.

 

Per ascoltare qualche cosa, di nuovo si doveva ricorrere alle sessioni con John Peel e a quel famoso bootleg che molti dicono essere stato almeno propiziato dallo stesso Adam Ant: Madam Stan in cui confluirono le registrazioni che avrebbero dovuto essere il primo album del gruppo.

 

Non fu così, ed allora gli Antz esordirono con il secondo album: Dirk Wears White Sox.

Poi tutto collassò, nel senso che Adam perse (o piuttosto si fece sfilare) la band che divenne i Bow Wow Wow; cosicché quel disco e la tournee estiva che ne precedette l’uscita – dove però c’erano già novità atte a rendere inattuale, sebbene non obsoleto, il contenuto del LP – si pongono come una sorta di cerniera fra zeta ed esse ([6]).

 

Quando la Antmusic esplose, Adam ebbe l’intelligenza di usare alcune sue vecchie composizioni come lati b dei singoli.

Perché, come non è notissimo, prima degli Antz ci furono The B-Sides (sebbene su Internet taluno erroneamente li inquadra come gruppo senza al suo interno Adam).

 

La vita successiva degli Ants è esploratissima e per molto tempo essa fu rose e fiori (lealtà volle che il 26 maggio 1981 al Rolling Stone di Milano ci fossero tutti quelli che erano stati alle due gig del X-Cine).

Poi arrivò la carriera solista (ma sempre con Marco Pirroni al suo fianco) inizialmente di buon successo e quella – tentata- di attore di Adam Ant.

Quindi una spirale artistica in discesa cui si sono aggiunti problemi di salute psichici.

 

Nel terzo millennio, a parte la sortita con l’autobiografia e qualche apparizione sporadica, solo nel 2010 Adam torna davvero sulle scene, più Anz che Ant, cioè sembra con la voglia di ripartire senza dimenticare le sue origini.

L’album ormai è atteso da mesi, ha un titolo assolutamente improbabile: Adam Ant Is The Blueblack Hussar in Marrying The Gunner’s Daughter, ma c’è una certa curiosità e una discreta attesa.

 

 

                                                                                                                      Steg

 

 

 

© 2011-2012 Steg, Milano, Italia.
Tutti i diritti riservati/All rights reserved. Nessuna parte – compreso il suo titolo – di questa opera e/o la medesima nella sua interezza può essere riprodotta e/od archiviata (anche su sistemi elettronici) per scopi privati e/o riprodotta e/od archiviata per il pubblico senza il preventivo ottenimento, in ciascun caso, dell’espresso consenso scritto dell’autore.



[1] Il 16 e 17 a Milano, i più importanti.
[2] Reperibili nell’album Voices on the Air, fra l’altro.
Chi li aveva visti e sentiti dal vivo aveva subito impatti ben più permanenti negli effetti.
L’album The Scream sarebbe uscito il 13 novembre.
[3] Poi giustificare con la produzione di Sandy Pearlman è altra cosa.
[4] Curiosamente, se “Deutscher Girls” di A&TA fu in seguito censurata onde la strofa “to be so nazy” divenne “to be so nasty”, la nuova registrazione di “Love in a Void” come altro lato (era una sorta di double a-side single) di “Mittageisen” portò da “too many Jews for my liking” a “too many fools for my liking”.
[5] Rivedendola oggi si può sostenere che essa contiene l’abbandono della scena della seconda e l’avvicinarsi di una visibilità finalmente non per pochissimi per la prima insieme a Severin, Mckay e Morris.
[6] Sembra quasi la strofa di una splendida canzone di The Associates: “A”, una mia piccola fissazione.

Nessun commento:

Posta un commento