ADAM CON E SENZA ANTZ
Non è per il
fatto di essere stato, se non il primo, fra i primissimi ad esibirsi in Italia
che fa di Adam Ant con gli Antz (inizialmente lo spelling, in quanto logo,
aveva la “D” del leader invertita e la “S” finale del gruppo scritta come se
fosse stata una zeta, appunto) una figura perno per i pochi che c’erano già nel
1977.
Andando per
tavole sinottiche, in quel mese a parte i Sex Pistols già sciolti da mesi si
respirava aria di PIL e chi aveva avuto la fortuna almeno di ascoltare le prime
due John Peel session di Siouxsie and the Banshees ([2]) era
ben conscio della svolta che avrebbe reso, allora era così ([3]), quasi
vecchi The Clash con il secondo album.
Perché il punk
stava finendo.
Ed allora?
Adam era outsider
fra outsider, punk fra i punk; tanto che qualcuno tacciò i Banshees di snobismo
quando decisero di abbandonare il progetto cinematografico di Jubilee, così privando per molti anni il
pubblico di edizioni ufficiali di almeno un paio di loro canzoni, in
particolare di “Love in a Void” ([4]),
nelle loro prime versioni.
Eppure A&TA
aprirono alcuni concerti dei Banshees e una splendida foto in bianco e nero
ritrae sedute fianco a fianco Siouxsie Sioux e Jordan all’Eric’s di Liverpool ([5]).
Comunque sia, gli
Antz arrivarono a Milano con un’aura davvero leggendaria e i due loro concerti
furono memorabili in quanto veri e partecipati: la barriera del palco non è mai
esistita nello spirito punk anche quando i palchi cominciarono a diventare più
alti.
C’è una canzone intitolata
“Nietzsche Baby” di cui non si ha notizia di versioni in studio la quale da
sola vale tutto il 1978 della band.
Ecco allora che
– a parte coloro che ebbero la fortuna di ottenere almeno del materiale cartaceo
proveniente dal gruppo, cioè da Adam – negli anni successivi si arrivò ad una
archeologia spasmodica la quale non ha reso alcuno pago delle scoperte, dato
che troppe canzoni sono andate seppellite.
Le Formiche non
erano punk nel suono, e canzoni come “Il Duce” avrebbero potuto per lo meno
mettere in guardia sull’eclettismo di Stuart L. Goddard.
Per ascoltare
qualche cosa, di nuovo si doveva ricorrere alle sessioni con John Peel e a quel
famoso bootleg che molti dicono essere stato almeno propiziato dallo stesso
Adam Ant: Madam Stan in cui
confluirono le registrazioni che avrebbero dovuto essere il primo album del
gruppo.
Non fu così, ed
allora gli Antz esordirono con il secondo
album: Dirk Wears White Sox.
Poi tutto
collassò, nel senso che Adam perse (o piuttosto si fece sfilare) la band che
divenne i Bow Wow Wow; cosicché quel disco e la tournee estiva che ne
precedette l’uscita – dove però c’erano già novità atte a rendere inattuale,
sebbene non obsoleto, il contenuto del LP – si pongono come una sorta di
cerniera fra zeta ed esse ([6]).
Quando la Antmusic esplose, Adam
ebbe l’intelligenza di usare alcune sue vecchie composizioni come lati b dei
singoli.
Perché, come non
è notissimo, prima degli Antz ci furono The B-Sides (sebbene su Internet taluno
erroneamente li inquadra come gruppo senza al suo interno Adam).
La vita successiva
degli Ants è esploratissima e per molto tempo essa fu rose e fiori (lealtà
volle che il 26 maggio 1981 al Rolling Stone di Milano ci fossero tutti quelli
che erano stati alle due gig del
X-Cine).
Poi arrivò la
carriera solista (ma sempre con Marco Pirroni al suo fianco) inizialmente di
buon successo e quella – tentata- di attore di Adam Ant.
Quindi una
spirale artistica in discesa cui si sono aggiunti problemi di salute psichici.
Nel terzo
millennio, a parte la sortita con l’autobiografia e qualche apparizione
sporadica, solo nel 2010 Adam torna davvero sulle scene, più Anz che Ant, cioè
sembra con la voglia di ripartire senza dimenticare le sue origini.
L’album ormai è
atteso da mesi, ha un titolo assolutamente improbabile: Adam Ant Is The Blueblack Hussar in Marrying The Gunner’s
Daughter, ma c’è una certa curiosità e una discreta
attesa.
Steg
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consenso scritto dell’autore.
[1] Il 16 e 17 a Milano, i più importanti.
[2] Reperibili nell’album Voices on the Air, fra l’altro.
Chi li aveva visti e
sentiti dal vivo aveva subito impatti ben più permanenti negli effetti.
L’album The Scream sarebbe uscito il 13
novembre.
[4]
Curiosamente, se “Deutscher Girls” di A&TA fu in seguito censurata onde la
strofa “to be so nazy” divenne “to be so nasty”, la nuova registrazione
di “Love in a Void” come altro lato (era una sorta di double a-side single) di
“Mittageisen” portò da “too many Jews for
my liking” a “too many fools for my
liking”.
[5] Rivedendola oggi si può sostenere che essa contiene
l’abbandono della scena della seconda e l’avvicinarsi di una visibilità finalmente
non per pochissimi per la prima insieme a Severin, Mckay e Morris.
[6] Sembra quasi la strofa di
una splendida canzone di The Associates: “A”, una mia piccola fissazione.
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