UNA SPIGOLATURA MILANESE
(Vi racconto, senza pretesa di originalità)
In Via Larga
(che già si chiamava Via Adua e prima del 1936 ancora Larga) a Milano c’erano
negozi “dedicati”.
Un paio si
preoccupavano dei preti e delle suore (abbigliamento): qualcuno di noi trovò,
finalmente, un cardigan nero (45 anni fa erano capi rari e lo sono stati almeno
per qualche altro lustro),
Un paio fra
ricambi per esponenti delle forze dell’ordine avevano mostrine (vere, non
imitazioni. Papà, mi ricordo, vagamente, mi comprò due stellette dorate e
furono forati i colletti di una camicia di Yours Truly. Saranno 60 anni
fa) e, anche, le feluche degli universitari.
Le feluche erano
per noi davvero giovani (terza media inferiore al massimo) oggetti quasi
magici, comunque esoterici.
Arrivò il
sessantotto italiano (direi, in sintesi, poco più che feccia, la pensava così
anche Valerio Zurlini ([1])) e “finirono”
le feluche.
Inevitabile la
colonna musicale e sonora di questo post: de The Gags “Goliardia Chant” ([2]).
Steg
PS: bel refuso nel sito della Regione Lombardia, eh già …
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