MICHAEL
BRACEWELL - REPRISE
(cosa è
successo?)
Premetto che non
mi piace scrivere post di critica negativa.
Figuriamoci di
qualcuno che per anni ho stimato molto: in quanto capace di scrivere dei libri “poco
possibili”, ma da leggere e che è autore di un testo che sta con pochi altri
per quanto concerne il racconto della mia “generazione anglosassone” ([1]) ([2]).
Del resto,
alcune sue righe sono citate in quello che posso definire il post
miliare di questo blog ([3]) e a
Bracewell ([4]) ho anche dedicato uno dei primi
schizzi che costituiscono una serie, oltre ad averlo citato altrove.
Quel libro che
nel 2013 non avevo ancora letto ([5]) resta
da leggere.
Ma in tre giorni
scarsi ho letto Souvenir che mi pare sia la sua ultima fatica
letteraria. La mia copia è una seconda edizione ([6]),
quindi non posso assicurare che i giudizi positivi riportati in sovraccoperta
siano di chi ha letto questo testo prima della sua pubblicazione.
Si tratta di un
testo che: depurato da refusi veri e propri, depurato dal fatto che per scelta
di Bracewell è circoscritto a Londra e agli anni ottanta del ventesimo secolo,
soffre di tanti limiti. Avrebbe potuto avere senso come raccolta di articoli, non
così.
Mi limito ad
alcune osservazioni istantanee.
Ossessione dell’autore
per alcune parole, fra esse sicuramente il “postmoderno” spicca; anche il
vorticismo salta all’occhio.
Abuso di parole
erudite, al limite di piccoli elenchi di sinonimi, talvolta.
Sembra non fossero
vivi Francis Bacon e Jeffrey Bernard ([7]), lo
erano.
Parrebbe che Metal
Box dei PiL (ovvero Public Image Limited) sia uscito nel gennaio 1980, uscì
il mese prima ([8]) e lo ricordo bene perché
lo comprai proprio a Londra e proprio in quel Virgin Megastore che cita
Bracewell.
The Jam paiono non esistere: eppure per tre anni dominarono la scena musicale, anche della capitale (e soprattutto
direi).
Autori più bravi
di Bracewell a raccontare di Londra? Nik Cohn, James J. Ballard, Martin Amis, Hanif Kureishi, Robert
Galbraith (alias di J. K. Rowling) sono quelli che mi sono venuti in mente per
primi.
Un pregio, comunque
(le citazioni dell’autore sono troppo esangui per essere percorse con sicurezza
dal lettore) Souvenir lo ha: in quarta di copertina rammenta una serie
televisiva britannica che ha fatto scuola: The Sweeney ([9]).
Steg
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[1] England Is Mine (1997) sottotitolato: “Pop life in Albion from Wilde To Goldie”.
Prima edizione: London, Harper Collins, 1997.
[2] I pochi altri sono, tralasciando testi
troppo specifici: The Boy Looked At Johnny – The Obituary of Rock and Roll
di Julie Burchill e Tony Parsons: prima edizione London, Pluto Press, 1978; England’s
Dreaming di Jon Savage: prima edizione London, Faber and Faber, 1991; Rip
It Up And Start Again di Simon Reynolds: prima edizione London, Faber and
Faber, 2005.
[3] https://steg-speakerscorner.blogspot.com/2012/08/tonito-memorial-to-live-and-die-in.html
Ivi alla nota 7, secondo paragrafo.
[5] Vedi
nota 4.
[6]
Comunque, prima edizione London, White Rabbit, 2021.
[7] Ho scritto
di entrambi, senza pretese di ex professo.
[8] Tentativo
di far entrare nel decennio ciò che non appartiene ad esso?
Anche per le immagini
corrette: https://www.discogs.com/master/4800-PiL-Metal-Box